lunedì 30 novembre 2009

La Federazione della sinistra, non una sommatoria ma una moltiplicazione

E' il tempo di aprire nuove strade a sinistra e di imboccare decisamente la strada dell'unità, abbandonando senza indugio quella che per venti anni è stata densa di rotture, scissioni, diaspore, ritiri. Il progetto per la Federazione della Sinistra non si affida a nessun «nuovismo», ma vuole rinnovarsi innanzitutto nelle pratiche politiche. Si fonda sulla partecipazione e sul principio «una testa un voto», punta a ritrovare la corrispondenza tra parola ed azione.
Rifondazione Comunista - insieme ad altre forze e partiti - promuove un progetto ambizioso, sì, ma possibile, anzi necessario: una federazione tra partiti diversi e soggetti sociali per costruire un polo politico per l'alternativa di società; un polo politico capace di lottare fin da subito per un presente più giusto, per realizzare un futuro migliore.
Questo progetto, per vivere, vuole svilupparsi oltre i soggetti promotori e attraverso la partecipazione vivificante dei soggetti sociali che stanno pagando con durezza mai vista prima i costi della crisi; perché sono proprio le lavoratrici e i lavoratori, le generazioni di precari – dai «tempi determinati» ai forzati delle partite Iva individuali - a non avere una rappresentanza politica credibile, un riferimento, perché si è rotto il nesso tra sociale e politico.
Perciò facciamo appello alle lavoratrici e lavoratori, associazioni, partiti, reti, gruppi e collettivi; a tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e la difesa della Costituzione; a tutti quelli che ritengono che l'acqua, l'aria, l'ambiente siano beni comuni non riducibili a merce; a tutti coloro che pensano «che così non si può andare avanti». Vi invitiamo a diventare protagonisti di questo progetto, a costruire uno spazio pubblico concorrendo, con noi, alla ricomposizione sociale e politica, facendo della partecipazione di ognuno e di ognuna il «mattone» necessario per la costruzione del progetto stesso. Un'iniziativa politica, insomma, capace di «mettere in comune» saperi ed esperienze, vero antidoto alla frammentazione e allo sgretolamento. Per questa via il cambiamento diventa non solo un'aspirazione, ma una necessità vitale.
Il 5 dicembre «si parte» per la Federazione della sinistra. Un processo che si invererà nel territorio, nell'incontro con tanti e tante individui e collettivi. Con questa ambizione lanciamo un appello alla partecipazione fin dalla prima assemblea nazionale, ma anche nelle iniziative sui territori.
Il 5 dicembre può essere davvero una data importante, una di quelle da segnare sul calendario: alle 10 si parte per la Federazione della Sinistra, alle 14 parte, convocata dal movimento, il «No Berlusconi day». Può essere il primo giorno di un futuro migliore!

Prc Basilicata: su Lasme 2 si è consumata una triste pagina

“L'accordo firmato tra la Lasme, pezzi di sindacato subalterno, vertici della Regione Basilicata, Confindustria e Ministero dello sviluppo economico scrive una triste pagina a danno delle lavoratrici e dei lavoratori della Lasme2 di Melfi”. Lo afferma, in un comunicato stampa, il segretario provinciale di Potenza del Prc, Francesco Cirigliano. “Con quell'accordo, firmato nonostante esso fosse stato letteralmente bocciato da una democratica assemblea svolta dalle stesse lavoratrici e dagli stessi lavoratori, si sancisce di fatto il trasferimento delle produzioni degli alzacristalli per la Grande Punto da Melfi a Chiavari, la chiusura e la vendita dello stabilimento Lasme (costruito con i soldi pubblici), la fantomatica apertura di una nuova azienda di cui si conosce solo l’intento di una richiesta di nuovi soldi pubblici per impiegare nella migliore delle ipotesi il 50 per cento dei dipendenti e anticipazioni salariali con soldi già dovuti ai lavoratori.
Ma quello che è peggio sono le dinamiche cha hanno agito dietro alla firma di questo massacro. Dietro alla firma ha agito il trasversalismo che da troppo tempo opera in Basilicata tra un centro destra e un centro sinistra sempre più vicini e sempre più tesi a scaricare i costi della crisi su chi la crisi l'ha già abbondantemente pagata”.

venerdì 27 novembre 2009

Federazione della Sinistra(Prc-Pdci-Soc 2000-Lavoro e Solidarietà) : Elezioni, andremo con nostre liste

Dichiarazione di Gianluigi Pegolo (Prc-Se), Pino Sgobio (Pdci), Giovanni Vigilante (Socialismo 2000), Fulvio Perini (Lavoro-Solidarietà)

La Federazione della sinistra, promossa dal Partito della Rifondazione comunista, dal Partito dei Comunisti Italiani, da Socialismo 2000 e da Lavoro e solidarietà, presenterà liste proprie in tutte le regioni chiamate al voto, con il proprio simbolo. La Federazione intende avviare un percorso di confronto con le altre forze del centro-sinistra, nell’auspicio di raggiungere intese organiche o circoscritte, al fine di dare alle regioni governi progressisti in grado di rispondere alle esigenze sociali, battere le destre e rafforzare la tenuta democratica. Se non ve ne saranno le condizioni sceglierà una collocazione autonoma, costituendo poli alternativi. Il confronto e le eventuali alleanze saranno fondati su due discriminanti: 1) Il profilo etico, con la scelta, in primo luogo, di un personale politico non compromesso con pratiche illecite, che si faccia garante di un processo di risanamento della vita pubblica; 2)I contenuti programmatici, ad iniziare da un massiccio intervento contro gli effetti della crisi, a difesa dell’occupazione, per il superamento del precariato e a sostegno del reddito dei licenziati e dei non occupati. Ulteriori elementi caratterizzanti dovranno essere la difesa del welfare, a partire dalla sanità pubblica, la valorizzazione del diritto allo studio e il contrasto alle privatizzazioni dei servizi pubblici locali, rivendicando il carattere di bene comune dell’acqua e la necessità di perseguirne la ripubblicizzazione. La tutela e la valorizzazione dell’ambiente dovrà esplicarsi attraverso un netto rifiuto alle centrali nucleari, incentivando la raccolta differenziata anziché l’incenerimento dei rifiuti, promuovendo il riuso e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. La Federazione della sinistra aprirà un confronto con le forze di movimento impegnate sui temi democratici, sociali ed ambientali e darà massima apertura alle proprie liste al fine di consentire una rappresentanza forte, ricca e plurale alle istanze sociali e politiche che convergano sui contenuti richiamati. L’eventuale partecipazione di esponenti della Federazione alle primarie è subordinata alla stipula di accordi politico/programmatici con le altre forze della coalizione, in assenza dei quali è esclusa la partecipazione.

Simonetti, Prc: a rischio un bene pubblico, mozione su acqua

“Nelle ultime settimane, com’è noto, è stato attuato un vero e proprio attacco ad un bene pubblico quale la risorsa idrica. Le decisioni assunte a livello nazionale di privatizzare la gestione delle acque rappresentano un evidente tentativo anche di aumentare le tariffe. Abbiamo apprezzato gli orientamenti regionali i quali ribadiscono che, in Basilicata, la gestione delle risorse idriche, per uso plurimo, deve rimanere pubblica”. Ad affermarlo è la presidente del gruppo regionale del Prc in Consiglio regionale, Emilia Simonetti.

“In questo quadro – informa Simonetti - abbiamo presentato una mozione che vuole consolidare la suddetta posizione. Per quanto concerne il settore delle acque minerali, anch’esse risorsa pubblica che, attualmente, in Basilicata è in concessione ad imprese private, si sono manifestate, nelle ultime settimane, vendite delle concessioni, a suo tempo rilasciate ad altri soggetti privati, persino quotati in borsa. Il commercio delle concessioni, rese possibili dalle deregolamentazioni attuate nell’ultima seduta della legislatura 2000/2005, nella quale si approvò la legge sul commercio delle acque minerali della regione, che ha prodotto gravi danni, non solo per quanto concerne i mancati introiti alla Regione, ma anche per quanto riguarda i livelli occupazionali del settore. Gli impegni assunti l’anno scorso – continua Simonetti - in particolare dall’assessore all’Ambiente di ripristinare le norme di garanzia sulla gestione delle concessioni e, soprattutto, l’adeguamento ai parametri nazionali dei canoni, non sono stati ancora mantenuti. Ciò procura, anche, una disinvolta gestione dei bilanci di talune aziende concessionarie dove il passivo è all’ordine del giorno, nonostante i profitti che si manifestano nel settore delle acque minerali. Infatti, è noto, le entrate per tali imprese superano alcune centinaia di milioni di euro”.

“Chiediamo, quindi – dichiara Emilia Simonetti - anche alla luce di quanto sta accadendo alla Gaudianello, trattative di cessione e attacco ai livelli occupazionali, un immediato intervento della Giunta regionale per rispettare gli impegni assunti rispetto alle concessioni e all’adeguamento dei canoni ai parametri medi nazionali oltre al mantenimento dei livelli occupazionali. In ogni caso, interverremo in sede di definizione della Finanziaria regionale per affrontare la questione. Ribadiamo che le risorse provenienti dai canoni sulle acque minerali, sostengono i progetti di disinquinamento dell’area di estrazione. Inoltre – conclude Simonetti - sarebbe opportuno che le autorità competenti in materia di controllo dei bilanci delle società che operano nel settore delle acque minerali, affrontassero con forza il tema relativo alle effettive vendite ed alle entrate e alle presunte passività messe a bilancio”.

Fantozzi, Prc: Eutelia, Rifondazione in prima fila con i lavoratori. Proprietà diventi pubblica

Dichiarazione di Roberta Fantozzi, responsabile Welfare del Prc-Se ed esponente della segreteria nazionale del Prc.

Rifondazione comunista è presente da ore davanti Palazzo Chigi, partecipa e sostiene la lotta dei lavoratori del gruppo Eutelia che chiedono di salvare i loro posti di lavoro di fronte a una proprietà che si comporta in maniera banditesca, persegue interessi speculativi e che ha minacciato i lavoratori. L'unica soluzione possibile è estromettere l'attuale proprietà del gruppo Eutelia, ecco perché appoggiamo la richiesta delle organizzazioni sindacali di nominare un commissario straordinario che garantisca le attività e il futuro produttivo dell'azienda. Un'azienda che ha un elevata professionalità ed opera in un settore strategico per il Paese. Ecco perché chiediamo anche che anche gli Enti pubblici che hanno commesse nei confronti di Eutelia le mantengano e che il commissario straordinario prenda in considerazione l'ipotesi dell'acquisizione pubblica di un gruppo che lavora soprattutto per enti pubblici. Infine, Rifondazione comunista esprime tutta la propria solidarietà al giornalista di Rai Educational Ruffo, che ha ricevuto diverse minacce di morte per aver osato raccontare l'aggressione della proprietà ai lavoratori di Eutelia.

Alcoa, l'energia degli operai, le manganellate del governo

da Liberazione, 27 novembre 2009, pag. 2

di Cecchino Antonini

Volevano solo sfiorare l'ambasciata americana che intravedevano lungo il percorso del corteo. L'azienda che li ha spremuti e vorrebbe sbatterli in mezzo a una strada, infatti, è una multinazionale Usa. Ma quando hanno provato svoltare su via Bissolati la polizia "è impazzita, come giovedì", racconta un giovane operaio di Portovesme. E insiste a dire "la polizia, non i carabinieri o la guardia di finanza, con quelli mangiamo insieme". L'eroe del giorno sembra essere il funzionario di polizia che ha dato il via alle danze quando ha spaccato la radio d'ordinanza in testa a un delegato Cisl che provava ad allentare la tensione degli operai. "Un poliziotto ha anche perso la pistola, è rimasta a terra per lunghi istanti- continua il racconto- nessuno voleva raccoglierla per paura di prendersi una revolverata. Poi un altro delegato l'ha presa e riconsegnata all'agente che l'aveva perduta. Mica siamo terroristi!" Non sono terroristi, ma per ciascuno di loro, a Piazza Barberini, ci sarà un robocop in tenuta antisommossa. Dopo la carica i 500 operai Alcoa, per la maggioranza sardi il resto veneti di una fabbrica sorella, aspetteranno per sei ore l'esito della trattativa al ministero delle attività produttive. Scojola non c'è, ma era scontato. Tra loro bandiere di Rifondazione( tra i contusi anche il responsabile del "partito sociale", Piobbichi) e del Pcl, tutti i 23 sindaci dell'Iglesiente. Si faranno vedere Di Pietro e Epifani, Ferrando, arriva la solidarietà dall'Eutelia e da Paolo Ferrero, segretario Prc: " Perché agli operai si risponde solo con i manganelli?"

Intrappolati dalla blindatura della piazza, gli operai iniziano a battere i caschi sul selciato e poi sul bronzo della "Continuacion" di Jimenez Deredia, la statua ultramoderna che fronteggia il Tritone di Bernini. Un giovanissimo operaio si arrampica sulla testa della Continuacion, passamontagna in volto a segnare l'invisibilità operaia in questa crisi globale. I più giovani, specialmente, non ci stanno ad aspettare dentro l'assedio l'esito di una trattativa in ritardo e falsata in partenza dalla mossa a sorpresa della multinazionale. L'Alcoa, ieri sera, ha annunciato la cassa integrazione straordinaria che, per quel tipo di lavorazioni, vuol dire l'anticamera della chiusura. La memoria degli ultimi quindici anni, nel Sulcis come a Marghera, è un rosario di nomi di fabbriche chiuse. Molti si leggono ancora sui caschi che sbattono all'unisono sul selciato. Troppi pennarelli hanno aggiunto il prefisso "Ex" accanto a quei nomi. A Fusina, Marghera, la terra intorno alla fabbrica, si dice, è già stata venduta. Fa gola all'Enel con quel prezioso sbocco sul porto. Il 25% dei forni sono stati chiusi col metallo dentro ancora da aspirare. I veneziani sembrano i più scettici. La multinazionale, in 13 anni, ha venduto, delocalizzato, chiuso. Le maestranze si sento immischiati in affari poco chiari se è vero che le lamiere delle centrifughe iraniane per l'arricchimento dell'uranio pare che provengano da una multinazionale Usa che opera in Italia.

I ragazzi, intanto, provano a forzare l'assedio verso via del Tritone: "Che c'entra la Polizia?!-si sente urlare- Noi non ce l'abbiamo con la città di Roma! Che ci state a fare?". Un dirigente di piazza prova a fermare i suoi uomini in borghese che provocano apertamente i manifestanti, i carabinieri si schierano dal lato del cinema. Volano un paio di sedie d'alluminio di un "kebabbaro". Chissà se è lo stesso alluminio che producono questi operai per mille euro al mese, chi fa i turni arriva a milleduecento.

"Il tempo della riconversione nel Sulcis è scaduto- spiega un lavoratore con la barba già grigia- la lobby del primario ha imposto lavorazioni ad alto impatto ambientale. Il nostro territorio è una pattumiera". E' lo stesso territorio dove i minatori, più di un decennio fa, gridavano "meglio sotto terra che senza lavoro in un'Italia di merda". Riprende uno dei più giovani, 25 anni, da sei all'Alcoa, occupata da lunedì: "Lo sappiamo tutti che sono fabbriche di veleni ma dopo la chiusura delle miniere ci restano solo queste e se chiudiamo noi è la disperazione per tutto il territorio". Dopo la chiusura di Otefal e Euralluminia, Portovesme occupa 586 tute blu più 500 lavoratori degli appalti, ma con l'indotto si arriva a più di seimila. In una pausa della trattativa, un dirigente Fiom nazionale spiega che il governo non ha un'idea di politica industriale e l'azienda dopo la decadenza delle agevolazioni tariffarie, tiene in ostaggio gli operai. Per questo lo slogan più gridato era di una sola parola: "Energia!"

Quando ormai è buoi arrivano le notizie dalla trattativa condotta dal bresciano Saglia, sottosegretario di osservanza ciellina: tutto rinviato al 9 ma Alcoa ritira la richiesta di Cigs. Intanto il governo dovrebbe impegnarsi a trovare una soluzione sul prezzo dell'energia per aggirare le procedure di infrazione imposte dall'Ue agli "aiuti di Stato".

giovedì 26 novembre 2009

Diritto allo studio e Ardsu: il Prc chiede trasparenza

“Un giorno si è a favore del diritto allo studio, il giorno dopo si lasciano gli studenti a dormire in piazza sotto una tenda canadese: è questo che la classe dirigente lucana – quella che occupa le poltrone della massima istituzione regionale – mette in atto. Se non ci fosse da piangere ci sentiremmo catapultati all'interno di un teatro dell'assurdo o in una commedia pirandelliana in cui si può essere 'uno, nessuno e centomila'. Ancora una storia di sfratti in questa famosa e fumosa cittadina: ad essere stati 'sfrattati' sono studenti universitari che, a causa dell'incuria in cui versavano le abitazioni di rione Francioso loro assegnate dall'Ardsu – presenza di topi – sono stati buttati fuori. Incuria, perchè di questo parliamo quando parliamo della presenza di topi... incuria del patrimonio immobiliare pubblico ma anche delle condizioni di salute – che senza se e senza ma dovrebbero essere garantite – di giovani studenti e studentesse. Incuria, a dispetto dei milioni di euro spesi annualmente da quell'ente preposto, tra l'altro, proprio alla tutela dello abitare degli studenti”.E’ quanto afferma in un comunicato la segreteria regionale di Rifondazione Comunista.
“Non va meglio – prosegue la nota - quando quell'ente prova a tracciare la soluzione, perchè – come hanno denunciato gli stessi studenti – gli appartamenti presi in affitto dall'Ardsu in via della Pineta in realtà risultano essere non idonei, in quanto trattasi di strutture la cui destinazione d'uso è quella di 'uffici'. Abbiamo oggi più che mai la necessità di conoscere fino in fondo il poco trasparente operato dell'Ardsu e della sua Presidenta Anna Fulgione. Così poco trasparente che la Regione Basilicata – a cui l'ente deve rispondere – sembra abbia istituito una commissione d'inchiesta della quale poco si sa. È arrivato il momento di scoprire le carte: siano resi innanzitutto pubbliche tanto la costituzione di quella commissione quanto le sue conclusioni. Così come si renda immediatamente pubblica l'intera attività condotta dall'Ardsu in questi anni. I silenzi non sono oltre tollerabili, come non è tollerabile la permanenza alla presidenza della dr.ssa Fulgione”.
È arrivato il momento, per la Giunta e per il Consiglio regionali, - sottolinea la segreteria regionale del Prc - di rompere il silenzio che gravita intorno ad un ente che si è, negli anni, trasformato da ente di diritti ad ente di affari. Si commissari individuando figure esterne alle commistioni politico-affaristiche che da troppi anni si aggirano intorno alla pubblica amministrazione e si decida, una volta per tutte, se si vuole stare con quella parte di popolazione che, tra mille disagi, prova ad innalzare la propria formazione culturale, o se si sta con chi pensa che il pubblico sia una facile strada verso l'affarismo e il particolarismo. E, soprattutto, siano date immediate risposte a quegli studenti che a oggi sono senza residenza”.

Simonetti, Prc: un impegno comune per l'assistenza agli anziani

“L’iniziativa organizzata da Rifondazione Comunista, il 19 Novembre scorso, ha rappresentato un momento importante per il rilancio della discussione sull’avvio di strumenti in grado di avviare un sistema efficiente per la assistenza agli anziani. Fondamentale si è rivelata la ricerca effettuata sulle case di riposo nella realtà regionale. Sono state rilevate: tipologia, personale, posti letto, liste di attesa, aspetti strutturali, organizzativi ed assistenziali, come comunicati da ciascuna struttura”. A riferirlo la presidente del gruppo regionale del Prc in Consiglio regionale, Emilia Simonetti.

“Un gruppo di lavoro costituito da giovani professionisti - ha continuato Simonetti - ha svolto la fase di preparazione con la somministrazione di un questionario e con la successiva elaborazione dei dati. Questi elementi, raccolti ed elaborati, si sono dimostrati di grande utilità nel confronto che si è svolto. Un primo dato emerso, è stato quello della differenza tra assistenza dichiarata e quella erogata. Case di riposo che svolgono nella maggioranza dei casi le funzioni di casa di cura. Evidenti alcune difficoltà nello svolgere le attività assistenziali soprattutto verso i non autosufficienti. Pur prendendo atto della realtà nessuno dei partecipanti ha sottovalutato l’opera di supplenza svolta da queste strutture per anziani rispetto ad un servizio pubblico pressochè inesistente. I gravi problemi che vivono i singoli e le loro famiglie determinano situazioni pesanti di sofferenze e solitudine. Le famiglie, il più delle volte, non sanno a chi rivolgersi per essere aiutate ad affrontare problemi complessi e difficili. Quasi sempre sono costrette a ricerche affannose e disperate per trovare soluzioni. Alcuni punti fermi: la domanda di assistenza per anziani è in aumento, le liste di attesa lunghe, la presenza disomogenea delle strutture sul territorio. Occorre – sostiene Simonetti - un impegno comune delle istituzioni, della politica, dei privati, delle associazioni, delle cooperative per migliorare le strutture esistenti e creare i presupposti alle nuove al fine di rispondere ai bisogni degli anziani, a partire da quelli non autosufficienti. Il percorso di adeguamento delle strutture non può essere che graduale e, possibilmente, sostenuto attraverso una serie di incentivi già previsti da alcune norme non ancora attuate con la previsione di opportune forme di garanzia”.

“Sono stati indicati – ha riferito ancora Simonetti - gli strumenti per lo sviluppo delle realtà assistenziali sul territorio regionale ancorandoli a sistemi di controllo sulla qualità dei servizi erogati. Pubblico e privato in collaborazione e anche con eventuali integrazioni operative. E’ stata ravvisata la necessità di assunzione di figure professionali adeguate, corsi di formazione per il personale che già lavora nelle strutture. Gli strumenti legislativi, oramai, sono conosciuti anche con le loro modalità di utilizzazione, mentre il mancato avvio dei distretti della salute ha bloccato di fatto la possibilità di creare servizi sul territorio per creare un sistema a rete per l’assistenza alle persone. L’Assessorato, la Giunta regionale, le Commissioni competenti, il Consiglio, la politica nel suo complesso, purtroppo, segnano nei riguardi dell’assistenza, anche agli anziani, gravi ritardi. Bisogna scongiurare il pericolo che i distretti della salute possano costituire occasione per nuove carriere con l’aumento degli intralci burocratici. Occorre dare rapida attuazione all’articolo 4 della legge regionale n. 4 del 2007 ‘Disposizioni per l’utilizzazione delle risorse del Fondo Regionale per la non autosufficienza’, all’articolo11 della legge regionale n. 20 del 2008 ‘Offerta di servizi integrati per anziani non autosufficienti’, all’articolo 46 ‘Investimenti per strutture di accoglienza per anziani e asili nido’ e all’articolo 48 ‘Disposizioni in materia di assistenza alle persone anziane nelle strutture residenziali’ della legge regionale n. 27 del 2009 per dare una prima risposta ai bisogni pressanti di molti anziani”.

“In attesa della piena attuazione delle norme suddette esistenti - ha sostenuto la consigliera del Prc - occorre prevedere nel Bilancio di Previsione un’apposita voce con finanziamenti aggiuntivi per rispondere a bisogni così pressanti. Tutti i consiglieri devono contribuire con il proprio impegno all’approvazione di quanto sarà proposto nel prossimo Bilancio di Previsione, sollecitando, nel contempo, l’attuazione degli strumenti legislativi già approvati. I segnali già venuti da parte di alcuni consiglieri sono incoraggianti. Senza l’avvio concreto dei distretti della salute – ha concluso Emilia Simonetti - l’assistenza in Basilicata, compresa quella per gli anziani in tutte le sue forme, non potrà fare significativi passi in avanti”.

mercoledì 25 novembre 2009

Vertenza Lasme, Fiom Cgil: situazione allarmante

La vicenda dei lavoratori della Lasme 2 di Melfi ha assunto in queste ore, con la firma della proposta aziendale, un carattere inquietante per i lavoratori e per il futuro produttivo della Basilicata e più in generale per il Mezzogiorno”.
E’ quanto riferisce una nota della Fiom Cgil di Basilicata.
“Come è noto – si legeg - la proposta aziendale, respinta inizialmente da tutti i sindacati e dal voto libero delle assemblee dei lavoratori prevede lo spostamento delle produzioni da Melfi a Chiavari con lo smontaggio delle linee automatizzate “DEA” su cui venivano assemblati gli alzacristalli anteriori della Grande Punto (il grosso della produzione), l’impegno teorico su 82 assunzioni graduali a regime non è supportato dal livello di produzioni rimaste a Melfi, e senza alcun criterio oggettivo, nessun impegno della Fiat Sata sul probabile piano di reindustrializzazione e liberazione immediata del sito Lasme 2 con trasferimento delle poche attività in un nuovo sito da ricercare; Programma di gestione degli esuberi, di tutti i 173 lavoratori, con l’utilizzo della mobilità.

La delegazione Fiom e Cgil, insieme ai delegati Fiom della Lasme 2 di Melfi evidenzia – conclude il sindacato - come la vicenda si sia chiusa nel modo peggiore a danno della comunità lucana per chiare responsabilità della Direzione Lasme2 e della disattenzione del Ministero dello Sviluppo Economico e della Regione Basilicata che hanno fatto mancare il ruolo che gli è proprio di favorire la mediazione sociale tra i diversi interessi in campo, in questo caso sono prevalsi gli interessi imprenditoriali e delle speculazioni finanziarie”.

Aumentano le fabbriche in crisi, cassa integrazione a più 500%

da Repubblica Cronaca di Milano, 25 novembre 2009, pag. 2

di Stefano Rossi

Diventa sempre più grave la crisi economica. E' crisi dei livelli produttivi, che ci vorranno anni per recuperarli, è crisi del lavoro che cambia il quadro occupazionale, perchè si perdono posti stabili con occupati giovani mentre i nuovi impieghi sono precari.

Le ultime, drammatiche cifre sono contenute in una elaborazione dei dati Inps ad opera del dipartimento politiche contrattuali della Cgil. Da gennaio a ottobre le ore di cassa integrazione sono cresciute del 508% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, una media fra quella ordinaria (più 772) e la straordinaria (più 256). I licenziamenti sono stati oltre 45 mila da inizio anno, un quarto in più.

Nel semestre gennaio-giugno, il 73% degli avviamenti al lavoro in Lombardia( 894.446), quasi tre su quattro, è avvenuto con contratti a tempo determinato, lavoro a progetto, lavoro somministrato, contro il 68% del primo semestre 2008. Situazione rovesciata per le cessazioni del rapporto di lavoro (914.162, quasi 20 mila in meno degli avviamenti) che vedono interessati per il 45 per cento i posti a tempo indeterminato, mentre il 25 per cento è a tempo determinato. Infine, le uscite hanno riguardato per il 60 per cento lavoratori under 40.

"La crisi non si ferma- commenta Giacinto Botti della segreteria regionale Cgil- e nel 2010 potremmo avere ricadute occupazionali ancora più pesanti. La Lombardia sta perdendo capacità competitiva in Europa e su questto terreno le istituzioni sono carenti. Senza politiche di sviluppo gli ammortizzatori sociali non bastano". Ieri il consiglio regionale ha approvato una mozione del Prc che chiede l'intervento della presidenza del Consiglio all'incontro di domani a Roma sulla Eutelia di Pregnana ( informatica), dove 243 dipendenti sono in mobilità.

La mobilità, i licenziamenti, sono la prospettiva del 2010 una volta finita la cassa, come alla Mivar(televisori) di Abbiategrasso, dove 230 lavoratori saranno espulsi il prossimo agosto. "Chiediamo il raddoppio delle settimane di cassa integrazione, da 52 a 104- spiega Giorgio Roilo, senatore Pd. Se il Tesoro prevede per il 2010 un aumento del Pil dello 0,7 per cento, solo nel 2014 saranno recuperati i livelli produttivi del 2007. Le imprese ristruttureranno e prederemo posti a crisi finita".

Paolo Galassi, presidente delle piccole e medie imprese si Confapi Milano, conferma che per l'economia reale il peggio deve ancora arrivare: " Le nostre aziende hanno in media fatturati dimezzati, con punte da meno 70 per cento, anche con una crescitya annua del 10 per cento, ci metteremmo anni per tornare a livelli sostenibili. L'80 per cento delle nostre aziende è in perdita e per il 68 per cento il rosso è per effetto dell' Irap, una tassa folle che va abolita. Non si è ancora capito che, di questo passo, si potrà solo licenziare".

martedì 24 novembre 2009

Prc Matera sostiene lotte degli agricoltori

“Il Partito della Rifondazione Comunista di Matera è vicino alle lotte degli agricoltori e appoggia le rivendicazioni degli agricoltori sia Lucani a Roma che la mobilitazione di queste ore in Puglia”. Lo afferma, in un comunicato stampa, il segretario provinciale di Matera del Prc, Ottavio Frammartino. “In particolare – si legge nella nota - è importante che si dia conseguenza con provvedimenti concreti alla dichiarazione dello stato di crisi delle aziende agricole, che si facciano provvedimenti straordinari anche in deroga ai regolamenti comunitari e che vi sia una moratoria di tutte le esecuzioni e i pignoramenti delle aziende agricole. E' poi necessario che le istituzioni, a partire dal Parlamento, fino alle province, si adoperino nella pianificazione di un futuro sostenibile per l'agricoltura, rilanciando un’agricoltura buona, che dia prodotti di qualità, reddito ai territori, salari e diritti ai lavoratori”.

"Grida! Il lavoro conta"

da Liberazione, 24 novembre 2009, pag. 10

Dall'inizio dell'anno, per lavoro, ci sono 940 morti, 940.382 infortuni, 23.509 invalidi.

Il monitoraggio del sito di Articolo 21 conferma il quotidiano stillicidio di vite umane e questa cifra purtroppo si accresce giorno dopo giorno. Per fermarla servono prevenzione, controlli, risorse, cultura. Tutto il contrario di quello che fa questo governo.

Alcune testate e organizzazioni nel marzo scorso hanno lanciato un'iniziativa che non può certo fermare i continui incidenti ma che rappresenta comunque un segnale di attenzione per il mondo del lavoro e, soprattutto un aiuto concreto per i familiari delle vittime.

Si tratta di "Grida! Il lavoro conta", un dvd distribuito con Liberazione, Carta e Il Manifesto. Iniziativa nata sull'onda emotiva provocata dal rogo alla ThyssenKrupp e fortemente voluta dal nostro circolo. Nel dvd, che raccoglie immagini e musica, e insieme a molti artisti come Stefano Benni, Ascanio Celestini, Radici nel cemento, si "grida" tutta l'indignazione possibile sugli omicidi bianchi e si apre quindi uno squarcio nel muro di silenzio eretto per non far parlare della continua strage che avviene ogni giorno nelle fabbriche e nei cantieri. I proventi del dvd verranno devoluti ad un fondo di solidarietà per le vittime del lavoro.

Obiettivo dell'iniziativa è quella di dare un segnale concreto dell'impegno del Prc sul fronte della sicurezza sul lavoro, rinsaldando la solidarietà di classe con i ceti che vogliamo rappresentare. A questa, il circolo di Acilia, vorrebbe aggiungere un'altra finalità: arrivare a far si che questo fondo possa rientrare tra le attività socialmente rilevanti che possono fruire del cosiddetto 5 per mille.

Dopo la conferenza stampa di marzo presso la sede di Carta, alla presenza tra gli altri del direttore di Liberazione Dino Greco, del segretario nazionale di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero e del presidente dell'Arci Paolo Beni, al momento risultano vendute 4 mila copie. Altre 11 mila sono ferme in un deposito a Milano. Visto il successo conseguito nonostante i modesti mezzi a disposizione e data la gravità in cui ci ritroviamo ad operare- un contesto di profonda crisi, l'allentamento delle norme sulla sicurezza sul lavoro, un governo propenso solo a fare regali ai padroni e a coprire le responsabilità- occorre un rilancio di questa iniziativa politica.

Pensiamo si possa fare già a partire dalle manifestazioni del 5 dicembre, l'assemblea di lancio della fase costituente della Federazione della Sinistra e il No Berlusconi Day, anche con la presenza di alcuni degli artisti che hanno partecipato al progetto.

Nei nostri documenti e nella nostra iniziativa politica concreta, tra le priorità c'è sempre quella di costruire casse di resistenza, di portare non solo solidarietà ma anche il nostro progetto nel conflitto e tra i lavoratori. Pensiamo che con gli obiettivi che ci siamo posti con il dvd si riesca a coniugare entrambe le esigenze.

Circolo "Pio La Torre" Acilia, Roma

Prc, messaggio da Caserta: ce la possiamo fare

da Liberazione, 24 novembre 2009, pag. 1

di Claudio Grassi

L'assemblea sul partito che abbiamo tenuto a Caserta il 7 e 8 novembre scorsi è stato un momento importante di riflessione sullo stato della nostra organizzazione. Come ha detto Ferrero nelle sue conclusioni si è trattato di un primo momento di bilancio del lavoro svolto dopo il congresso di Chianciano. Il quadro che è emerso, sia dalle relazioni, sia dagli interventi di compagne e compagni giunti numerosi da tutta Italia, è quello di un partito che comincia a reagire.

Certamente il lavoro organizzativo da svolgere, dopo l'ennesima scissione, è quello di ricostruzione, del recupero di iscritti, dell'insediamento dei circoli nei territori e nei luoghi di lavoro. Come si sa, infatti, il danno delle scissioni non consiste solo nel fatto che degli iscritti si spostano da un'organizzazione ad un'altra, ma nella tentazione di farsi da parte che rischia di conquistare parecchi compagni. Proprio per questo, il lavoro di rilancio organizzativo per essere efficace deve andare pari passo con una forte proposta politica in grado di suscitare nuova passione.

Da questo punto di vista possiamo dire che qualche passo avanti positivo è stato fatto. Basta ricordare che quando tutto il gruppo dirigente di Rifondazione Comunista, nel 2007, si presentò davanti ai cancelli della Fiat Mirafiori, toccò con mano un clima di forte ostilità. Oggi possiamo dire che il nostro Partito non solo è presente in tutte le vertenze contro le chiusure di fabbriche e le delocalizzazioni ma, in generale, viene accolto positivamente e gli viene chiesto di intensificare questo lavoro. Dalla Innse alla lasme, da Pomigliano a Termini Imerese, per citare solo i casi più conosciuti, non vi è stata vertenza di lotta dove Rifondazione non abbia marcato pesenza. Con la costruzione di una cassa di resistenza, partecipando direttamente ai presidi, organizzando la vendita dei prodotti a prezzi calmierati a partire dal pane, portando nei consigli comunali, provinciali o regionali, le ragioni di quella lotta.

L'altra sera ero ad Anagni, in provincia di Frosinone, ad una iniziativa promossa dal circolo di Rifondazione Comunista sulla grave situazione occupazionale che sta determinando, in quel territorio, la chiusura delle fabbriche e il ricorso alla cassa integrazione e alla mobilità per migliaia di lavoratori. Un circolo appena ricostruito dopo la scissione, alla sua prima iniziativa pubblica. Ebbene, non solo la sala era piena, ma al dibattito sono intervenuti i rappresentanti di quelle fabbriche in lotta, Fiom e sindacati di base, comitati per la difesa dell'ambiente e rappresentanti politici della Federazione della Sinistra che anche lì si sta costruendo.

Il tutto in un clima nient'affatto rassegnato, anzi di volontà di reagire. Ho richiamato questo piccolo esempio per dire che non solo si possono ricostruire un intervento e una presenza del nostro Partito, ma anche su questi temi lo spazio è grande e noi dobbiamo lavorarci con impegno.

Un lavoratore nel suo intervento ha detto: "Non sappiamo che farcene di una sinistra che per mesi ci parla delle escort di Berlusconi. Chi di noi ha ancora la fortuna di lavorare non arriva a fine mese e chi è in cassa integrazione o sta perdendo il posto di lavoro, è nella disperazione più nera. Ma chi si occupa di questo? Chi ne parla? E poi non sappiamo che farcene di una sinistra che si divide continuamente!". Penso che da queste parole si possa ricavare il senso del nostro lavoro.

A Caserta abbiamo ragionato dei nostri limiti e di cosa fare per cercare di superarli. Il rischio che la situazione politica nel campo del centro sinistra si stabilizzi, con da una parte il Pd di Bersani che, pur guardando al centro, recupera un proprio insediamento popolare e dall'altra Di Pietro, che con una sorta di populismo di sinistra, occupa gran parte del nostro spazio, è reale. Sta anche in questo l'importanza, direi l'urgenza, assieme alla ricostruzione del nostro Partito, di fare avanzare rapidamente un processo unitario a sinistra che possa subito produrre una massa critica credibile per milioni di persone che oggi non trovano più una propria rappresentanza. La proposta della Federazione della Sinistra costituisce il primo positivo passo che va in questa direzione e, quindi, l'appuntamento del 5 dicembre al Brancaccio deve vedere la mobilitazione di tutto il partito.

Ma a Caserta abbiamo messo in cantiere anche parecchie proposte di lavoro, sulle quali i vari dipartimenti stanno lavorando. Qui mi preme richiamarne una poichè ha una valenza generalizzata e nazionale. Si tratta di una settimana di mobilitazione, dal 7 al 13 dicembre, nel corso della quale faremo un ultimo sforzo per il tesseramento al partito. In particolare, dopo che nei prossimi giorni verrà inviata una lettera del segretario nazionale a tutti i vecchi iscritti a Rifondazione, proponiamo che tutti i circoli si mobilitino per contattarli singolarmente e per chiedere loro l'adesione al partito. In questa settimana in tutti i circoli vorremmo che venisse messa in calendario una assemblea pubblica per illustrare la nostra proposta politica. In particolare nelle grandi città il 12 e 13 dicembre si organizzeranno iniziative con la presenza del gruppo dirigente nazionale.

Da Caserta parte quindi un messaggio di speranza che non è solo "Su la testa! Si riparte!", ma "Ce la possiamo fare la ripartenza è già iniziata!".

lunedì 23 novembre 2009

Di Sabato, Prc: solidarietà a Frammartino

Il segretario regionale del Prc, Italo Di Sabato esprime solidarietà al segretario provinciale di Matera Ottavio Frammartino per le minacce ricevute nei giorni scorsi.
"La lotta che Frammartino sta conducendo - afferma Di Sabato - è la lotta di tutti i comunisti lucani.
L' impegno per la legalità e la difesa del territorio è una costante della nostra attività politica, e le denuncie fatte da Ottavio Frammartino a riguardo, in particolare, alla vicenda Marinagri a Policoro, rientrano pienamente nelle nostre battaglie.
Non ci faremo intimorire, continueremo a denunciare ed opporci a chi continua a devastare il territorio della nostra Regione, siano questi imprenditori o classe politica. Le minacce a Frammartico ci confermano del perverso rapporto tra Affari e Politica e degli interessi economici che si celano dietro.
Faccio appello a S.E. il Prefetto di Matera e al Questore di vigilare costantemente e di mettere in atto tutti gli strumenti a difesa dell'incolumità del segretario e della sua famiglia".

Frammartino(Prc) sulla centrale di Tricarico: L'Api sposa gli affari

Centrale a biomasse di Piani Sottani a Tricarico: "Il lupo perde il pelo ma non il vizio". E' l'esordio di una nota di replica del segretario provinciale Rifondazione, Ottavio Frammartino, alla ferma posizione per il sì, espressa dal presidente dell'Api, Nunzio Olivieri.

"Il "nostro" Nunzio Olivieri- spiega Frammartino- dice di voler sgomberare il campo da ogni posizione strumentale e demagogica, figlia della mancata conoscenza dei fatti". Intanto lui già nel primo capoverso afferma una tesi non vera; infatti l'ubicazione della centrale non è prevista nell'area di Acquafrisciana, (che è area Pip e non industriale), ma in area agricola, in mezzo alle abitazioni dei poderi della zona della Riforma e che vede risiedere 40 nuclei familiari. Le attività produttive presenti nell'area, (una di queste ha coperto il proprio capannone con pannelli fotovoltaici), non hanno mostrato alcun interesse all'utilizzazione di calore. L'impianto di 14 Mw elettrici è a cogenerazione e produrrebbe oltre il triplo di Mw termici.

Il piano energetico vigente, approvato nel giugno 2001, è vero che prevede la possibilità di realizzare tre impianti da 14 Mw sul territorio regionale, ma anche consiglia di realizzare questi impianti nelle vicinanze di centri abitati di almeno 25000 abitanti per poterne utilizzare l'energia termica. Non è il caso di Piani Sottani. Nel secondo capoverso il "nostro" svela l'arcano: la ricerca di profitto della società Clean Energy srl. Oltre 20 milioni di euro all'anno di incentivi pubblici(i soldi delle tasse che paghiamo), per la produzione di energia elettrica. Per 8 anni. Solo la presenza di questi incentivi rende remunerativo il ciclo produttivo. Domanda: finiti gli 8 anni che succede? Clean Energy srl farà come stanno facendo le società delle centrali a biomasse di Crotone, che stanno chiedendo di poter utilizzare il cdr? Il "nostro" perora male la causa di Clean Energy. Crotone non doveva nominarla, ha fatto autogol. Il piano industriale è a vita limitata. Dopo, o avremo un inceneritore a tutti gli effetti o una nuova cattedrale nel deserto, perchè quand'anche ci fosse il combustibile legnoso, senza gli incentivi che finiscono in 8 anni, l'attività è antieconomica. l'impianto continuerebbe ad essere remunerativo con l'incenerimento dei rifiuti, se i comuni sciaguratamente dovessero decidere di smaltire così i loro rifiuti, andando a pagare per replicare i danni all'ambiente e alla salute dei cittadini come alla vicenda Fenice, ci dice dalle cronache dei mesi scorsi.

Stiamo parlando di inquinamento della falda acqquifera da metalli pesanti. Non si può chidere alle popolazioni di accettare l'inquinamento del ciclo alimentare. Il combustibile non c'è. Non ci sono boschi da tagliare. Il materiale di risulta della pulizia del sottobosco è davvero poca cosa di fronte ad un impianto che richiede 94000 tonnellate l'anno di combustibile. Il trasposto eventuale da distanze considerevoli, di biomassa legnosa vergine, ridurrebbe drastiamente gli utili d'impresa e creerebbe altro inquinamento. Inoltre nell'area non ci sono nè le condizioni, nè le disponibilità di terreni da coltivare a bionasse.

Il "nostro" invece ci porta a prendere atto che l'Api ha sposato la convinzione che gli affari oggi si fanno sull'energia, sui rifiuti, sull'ambiente, con il benestare della quasi totalità dei politici".

Minacce a Frammartino: solidarietà di Bolognetti

Leggo delle minacce di cui è stato oggetto il segretario del Prc Ottavio Frammartino. Ad Ottavio va tutta la mia solidarietà, stima e vicinanza.

Alle istituzioni un invito a non sottovalutare questo episodio. Il tentativo di isolare chi si batte per il rispetto della legalità sembra essere una costante. Le autorità tengano nella dovuta considerazione la denuncia del segretario Prc.

Maurizio Bolognetti (Partito Radicale)

Matera, Prc: Solidarietà a Frammartino

Il Comitato Politico provinciale del Prc, i segretari dei circoli della provincia di Matera, gli eletti nei consigli comunali ed gli amministratori di Rifondazione, in un comunicato stampa, esprimono solidarietà al segretario provinciale Ottavio Frammartino per l'atto intimitadorio subito nei giorni scorsi. "Non solo il CPF e l'attivo degli eletti del PRc condividono all'unanimità l'azione politica del segretario di cui ha il pieno sostegno di tutta la federazione, ma chiedono al partito a tutti i livelli - si legge nella nota - di mettere al primo posto dell'agenda politica la questione della legalità e la difesa del territorio, e di assumere come problema nazionale le questioni posti dal segretario riguardo la vicenda Marinagri, al di là della vicenda prettamente giudiziaria". "Alle forze dell'ordine, al prefetto, alla procura i CPF di Matera chiedono di mettere in atto tutti gli strumenti a difesa dell'incolumità del segretario e della sua famiglia. Il CPF se non avrà riscontro a tale richiesta , in accordo con i circoli provvedera ad organizzare una rete di protezione".

Frammartino, Prc: Marinagri, non ho provocato io il rinvio dell'udienza

In relazione all'udienza svoltasi davanti al Gup di Catanzaro per la vicenda Marinagri, il sindaco di Policoro, rilascia dichiarazioni strabilianti. Egli mi accusa di aver provocato il rinvio dell'udienza di Catanzaro. E' come dire che il bue chiama cornuto l'asino!

L'udienza era già stata fissata per il 20 ottobre scorso. Fu fatta rinviare proprio da Lopatriello perchè il suo difensore non aveva ricevuto il relativo avviso. Se solo in non dottore avesse voluto far svolgere l'udienza avrebbe potuto dare disposizioni in tal senso al suo difensore. Per quel che mi riguarda, l'istanza per avere i documenti era stata da me proposta a luglio. Non avendo ricevuto risposta non ho insistito. Oggi a tutela della legalità il giudice ha disposto che venissero dati i documenti.

Non sono stato i dunque a provocare il rinvio.

Ma evidentemente Lopatriello parla senza interpellare i propri legali per sapere cosa è accaduto. Debbo aggiungere una considerazione finale. Lopatriello in quel processo è imputato di violazioni edilizie e concorso in truffa aggravata per svariati milioni di euro. Libero di rilasciare dichiarazioni, ma come imputato e a proprie spese. Egli non può parlare sullo stesso argomento sia come sindaco sia come imputato di reati contro l'ente che amministra.

Tanto è vero che la mia istanza è stata accettato in quanto il comune è parte offesa nel procedimento ai sensi dell'art.9 legge 267/00. Per quanto riguarda l'interesse dei lavoratori, il Lopatriello non può dare nessun insegnamento e forse dovrebbe ricordarsi del licenziamento delle operatrici dell'asilo e della mancata assunzione dei LSU pur in presenza di cospicui finanziamenti da parte della Regione Basilicata.

Io mi batto per la legalità e questa deve avere priorità in ogni momento. Se così non fosse arriveremmo a giustificare anche i reati di mafia che comunque dà lavoro alla grande e piccola delinquenza.

sabato 21 novembre 2009

Sinistre unite al no B. Day per cacciare Berlusconi

da E Polis, 21 novembre 2009, pag. 4

intervista di Serena Martucci a Oliviero Diliberto

Fuori dal Parlamento ma sempre in piazza. Al no B. Day del 5 dicembre, nei cortei accanto agli studenti e nei picchetti con i lavoratori. L'ultimo caso la fabbrica Alcoa occupata dai dipendenti. "L'azienda gioca sulla pelle degli operai" accusa senza mezzi termini Oliviero Diliberto- "e la Regione resta inerte perchè non conta nulla"."Tornare tra la gente" è dunque il nuovo motto della sinistra radicale che, anche in vista delle elezioni regionali, affila i coltelli. E mentre Pd e Idv continuano a pestarsi i piedi gli ex della falce e martello hanno chiara la loro strada: "Uniti di nuovo per spodestare il premier". Archiviato il fallimento dell'Arcobaleno, il segratario dei Comunisti Italiani non ha dubbi. " Ripartire il 5 e 6 dicembre con una federazione insieme a Rifondazione, Socialismo 2000 di Cesare Salvi e un'associazione vicina alla Cgil". Obiettivo? "Recuperare la fiducia dei lavoratori salariati e salvare la democrazia in Italia".

Lei è stato ex ministro della giustizia. Dovrebbe essere contento che finalmente ci sia una riforma...

Lo sarei se non fosse totalmente incostituzionale. La trovo una nefandezza, tanto che persino un uomo misurato come Casini l'ha definita una porcata.

E' vero che i processi da noi possono diventare infiniti...

Ma la questione non si risolve facendoli prescrivere. Piuttosto servono ingenti risorse e modifiche concrete soprattutto per le cause civili che ingolfano la macchina giudiziaria.

In che modo?

Affidando quel milione e mezzo di cause Inps a un conciliatore piuttosto che farle gravare sui giudici. Molti sono solo procedimenti "fotocopia".

Il ddl svuoterebbe di sicuro le aule giudiziarie...

Violando però il principio di uguagliaza dei cittadini davanti alla legge per salvare il premier. Se passa siamo pronti al referendum.

Cosa non le va giù?

Una cosa grida vendetta. Il Pdl ha vinto le elezioni promettendo sicurezza. Invece taglia i fondi, tanto che lo stesso Maroni si è detto pronto a votare con l'opposizione, e fa norme che rendono i processi più difficili. Un paradosso che fa vacillare la stessa maggioranza.

Beh, neppure l'opposizione sta messa meglio. Di Pietro e Bersani qualche giorno fa erano di nuovo ai ferri corti...

E' vero loro "strappano" spesso ma poi quando serve ci si schiera insieme.

Al "no B-Day" il Pd non ci sarà...

Peccato. Sono convinto però che ci saranno molti dei suoi elettori.

I soliti problemi delle coalizioni. Lei fu uno dei fondatori dell'Ulivo. Cosa non ha funzionato?

Nel 2008 quello non era più l'Ulivo che avevamo costruito. Paghiamo lo scotto per la delusione dell'ultimo esecutivo Prodi.

Ovvero?

Quella coalizione era una cosa bizzarra. E là dentro ognuno tirava l'acqua al suo mulino.

Poi il governo cadde e l'Arcobaleno prese una batosta alle urne...

Perchè non voleva dire nulla, non aveva identità. E poi c'era la spinta al voto utile e molti dei nostri scelsero il Pd.

Con Bersani segretario qualcosa è cambiato?

Certo. Lui per primo ha ammesso che il partito così non è autosufficiente. Da solo il Pd arriva al 25% e per sconfiggere Berlusconi serve un fronte più largo che consenta di raggiungere il 51%.

Ma così si torna "all'ammucchiata dei simboli" come temeva Franceschini...

Niente ammucchiate. Piuttosto un Comitato di liberazione nazionale dal premier con persone fedeli alla Costituzione.

Tutti uniti, dunque. Eppure solo la sinistra radicale ha ben sei partiti che la rappresentano. Non saranno troppi?

Sono d'accordo. Per questo puntiamo all'unità. Poi però servono contenuti e un profilo utile.

Cosa intende?

Penso al problema dei precari, quelli a cui è stato rubato il futuro. Prodi ne stabilizzò 400mila nel pubblico impiego.

Di nuovo il posto fisso?

Lo ha detto anche Tremonti. Comunque penso a più garanzie.

In verità in Europa, con i due deputati in più per l'Italia, un posto ci sarebbe anche per lei?

Sono il primo dei non eletti. Cosa dire? Se mi chiamano vado.

venerdì 20 novembre 2009

Cirigliano, Prc: urgente una sinistra unita e alternativa

“La Federazione Provinciale di Potenza del Partito della Rifondazione Comunista è impegnata, non da oggi, nella costruzione di un percorso unitario che veda raccogliersi, dentro ad un progetto condiviso, le convergenze di tutte e tutti coloro che fin qui, negli anni, hanno posto la questione sempre più urgente di una necessaria alternativa ai processi in atto”. Lo afferma, in un comunicato stampa, Francesco Cirigliano, segretario provinciale di Potenza del Prc. “Quei medesimi processi che abbiamo chiamato globalizzazione neoliberista e che sono alla base della stagione delle privatizzazioni dei servizi, dello smantellamento dei diritti e delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori, della sempre maggiore precarizzazione della vita di milioni di giovani e che hanno prodotto la crisi economica e finanziaria in cui si è venuto a trovare l'intero globo. Quegli stessi processi di globalizzazione che oggi, dopo averla provocata, provano a far ricadere I costi della crisi sulle spalle di chi ha già pagato abbondantemente”.
“L'attacco che si profila oggi nei confronti di lavoratori, disoccupati, pensionati, donne e ambiente è di una gravità tale che non è più rinviabile un processo di aggregazione della sinistra. Ed è in nome della facilitazione di tale aggregazione che abbiamo lanciato l'idea di una Federazione della Sinistra di Alternativa la quale anteponesse, alle denominazioni e agli identitarismi, contenuti volti a rappresentare I bisogni e I disagi vissuti da coloro che, in troppi e da troppo tempo, non trovano rappresentanza alcuna. Una Federazione della Sinistra di Alternativa che, per l'appunto, partendo dalla individuazione di un percorso di reale 'alternativa' ai processi in atto – in questa regione governati attraverso il trasversalismo tacito di centrodestra e centrosinistra – provi a mettere insieme tutte quelle realtà (politiche e associative, ma anche assolutamente non organizzate) che credono ancora in una reale alternativa alla crisi di civiltà che investe tutte e tutti”.

Sinistra democratica se ne va? Forse verso il Pd.

da Gli Altri(quotidiano diretto da Pietro Sansonetti), 20 novembre 2009, pag.4

di Nicola Del Duce

Cercare la giusta strada per la sinistra italiana non è mai stato facile. Men che meno, nella tormentata storia di questa parte politica, è stato costruire un soggetto politico nuovo e strutturato. Ed è proprio su questo punto che Sinistra Democratica è in difficoltà. Il movimento di ex Ds guidato da Fabio Mussi e Claudio Fava si trova di fronte ad un bivio. Se finora infatti Sd era stata tra le forze più determinate a costruire un soggetto politico nuovo della sinistra, ragion per cui aveva sin da subito aderito a Sinistra l'Arcobaleno prima e Sinistra e Libertà poi, adesso comincia a sorgere qualche dubbio. Ma andiamo con ordine.

La giornata di ieri si apre con un articolo del Corriere del Mezzogiorno che dà gli ex diessini di SeL già fuori dal progetto con tanto di associazione già pronta."Una bufala colossale" dicono dall'entourage di Fabio Mussi, descrivendo l'ex leader come "furibondo" per quell'articolo. E sia dunque. Ma dire che il dibattito sul "Che fare?" in Sd non ci sia, quello proprio non è possibile. E infatti, nelle ultime settimane si è aperta una fase di riflessione tra i componenti dell'ex correntone. Si tratta di uno di quei momenti in cui sorgono domande fondamentali come "chi siamo?" e soprattutto "dove vogliamo andare?". Si, perchè con la vittoria di Pier Luigi Bersani alle primarie e con la presunta socialdemocratizzazione del Pd, su cui infatti sono piombate subito richieste di garanzia sul "rispetto del progetto originario" dell'ala moderata di ex ppi, la musica dentro Sinistra e Libertà è cambiata. I Verdi prima e i socialisti poi hanno abbandonato il progetto, lasciando all'area vendoliana e alla componente di Sinistra Democratica la responsabilità di decidere se proseguire o meno sulla strada della costruizione del soggetto unico della sinistra.

Sul tappeto dei dirigenti di Sinista Democratica ci sono dunque due alternative: la prima è quella di dare subito vita al nuovo soggetto della sinistra, opzione ormai considerata dai più come sempre meno praticabile; la seconda, restare Sinistra Democratica per tenersi le mani libere e poter pensare anche ad altre strade, magari subito dopo le regionali. Ed è proprio quest'ultima scelta che potrebbe prevalere tra gli ex Ds di Mussi e Fava. Si parla di un dibattito serio e delicato, a tratti drammatici, dicono, ma aperto con nessuna delle due ipotesi del tutto esclusa dal novero delle possibilità. Certo non si tratta di tempi brevi ma di processi politici che, come è noto, sono spesso molto lunghi. Ma non lunghissimi visto che le regionali sono comunque alle porte.

Il ragionamento parte innanzi tuto dalla presa d'atto che il processo di ricostruzione e riorganizzazione della sinistra sia in questo momento molto più complesso e difficile di quanto si pensasse qualche tempo fa. Arturo Scotto, responsabile Mezzogiorno di Sinistra Democratica già deputato Ds ai tempi dell'Unione, parla chiaro: "Non possiamo non guardare in faccia alla realtà. Prima c'è stata la sconfitta di Sinistra l'Arcobaleno, adesso, con la fuoriuscita di Verdi e Socialisti, naufraga anche Sinistra e Libertà. Si dovrebbero fare inoltre i conti su quanto avviene nel centro sinistra adesso: dal nuovo Pd di Bersani che abbandona la vocazione maggioritaria alla nuova Idv di Di Pietro e de Magistris, e dal nuovo asse che quest'ultima sta costruendo con il Prc di Ferrero". Insomma di carne al fuoco ce ne é ed oggi(ieri) si deciderà, sia nella direzione di Sd, sia nel coordinamento di SeL, di partecipare con convinzione alla manifestazione anti Berlusconi del 5 dicembre.

Ancora più chiaro sul futuro di Sinistra e Libertà è l'ex senatore Nuccio Iovene, "inutile che continuiamo a dire che facciamo il partito unico della sinistra, perchè questa opzione ha già subìto due sconfitte significative, Siamo di fronte a qualcosa di più di una semplice battuta d'arresto. Quello che possiamo fare è cercare di arrivare alle elezioni regionali coinvolgendo più forze possibili e verificando regione per regione, visto che vigono sistemi elettorali differenti e anche alleanze politiche diverse, per poi fare una verifica politica dopo il voto". Sarebbe importante dicono alcuni che il 19 e 20 si decidessero tre cose: proseguire sulla strada dell'unificazione della sinistra, autonomia dal Pd ma con determinazione a volere costruire la coalizione e presentazione delle liste alle regionali.

Insomma l'ipotesi di voler costruire al più presto il nuovo soggetto unico della sinistra sembra perdere quotazioni tra gli ex diessini di Sinistra Democratica mentre sul resto vige ancora molta incertezza a parte il fatto di voler partecipare alla manifestazione promossa da Di Pietro il 5 dicembre prossimo. Siamo forse di fronte alla definitiva dimostrazione che oggi più di ieri non può esistere fuori dal Pd una sinistra con l'ambizione di governo ma che da questo può anche prescindere?

Soltanto i dirigenti della ormai fu Sinistra e Libertà potranno rispondere nei prossimi mesi a questa domanda. Temiamo di conoscere già la risposta.

giovedì 19 novembre 2009

Crisi economica, Prc Matera: il mondo del lavoro scenda in piazza

“La crisi esorcizzata con forza da Berlusconi la stanno pagando le migliaia di operai ed operaie che in questi mesi stanno vivendo un momento difficile. Le segnalazioni dall'industria manifatturiera rivelano soprattutto la condizione di precarietà in cui versano decine di migliaia di famiglie”.
E’ quanto afferma in una nota il segretario provinciale del Prc di Matera, Ottavio Frammartino che aggiunge: “Alla faccia dell'ottimismo dei nostri governanti, l'unica certezza è l'incertezza di tutto, una crisi lunga dove i più fortunati sono costretti a vivere con 700 euro al mese, insufficienti per tirare avanti . In questo contesto nasce la clamorosa protesta degli operai di Termini Imerese sfociata nell’occupazione del Comune, che segue la protesta della Lasme di Melfi, tutte azioni che segnalano una sfiducia nelle istituzioni. In questo quadro tocca alla Sinistra non solo attestare solidarietà , ma anche farsi interprete del disaggio con azioni forti contro il Governo. Il 5 dicembre al no Day Berlusconi, noi dobbiamo portare in piazza – conclude - la crisi e i suoi effetti sulla vita quotidiana di migliaia di famiglie oscurata dalla Tv di stato e dai mass media , facendo capire che questa mobilitazione nasce soprattutto contro le disastrose politiche economiche di questo governo. Tanto più alta sarà la partecipazione, tanto più daremo voce a chi sulla propria pelle sta pagando la crisi, e per questo che chiediamo a tutta il mondo della sinistra , quella che si riconosce non solo nei partiti ma anche quella più ampia delle Associazioni, al mondo del lavoro una partecipazione massiccia per la manifestazione 5 dicembre”.

Federazione della Sinistra: Acqua, contro lo scandaloso decreto Ronchi si faccia il referendum

Dichiarazione del coordinamento della Federazione della Sinistra (Prc - Pdci - Socialismo 2000 - Lavoro e Solidarietà).

La privatizzazione forzata dell'acqua bene comune passata oggi, attraverso il decreto Ronchi, anche alla Camera dei Deputati a colpi di voti di fiducia dopo il voto del Senato di ieri impone a tutte le forze di opposizione, ai sindacati, alla società civile e ai movimenti sociali una risposta incisiva ed efficace. Proponiamo dunque ai partiti, ai sindacati, alla società civile e soprattutto ai movimenti che si battono per l'acqua bene comune di chiamare l'intera popolazione italiana a esprimersi attraverso lo strumento del referendum.

A chi, come la maggioranza delle destre oggi al governo del Paese, usa la fiducia per imporre al Parlamento italiano la privatizzazione dell'acqua rispondiamo con uno strumento di democrazia dal basso, il referendum.

Nei prosismi giorni chiederemo un incontro a tutte le forze interessate a questa cruciale battaglia per concordare una campagna unitaria per salvaguardare il sacrosanto principio che l'acqua è e deve restare un bene comune.
L'imposizione da parte della maggioranza di governo di questo nefasto provvedimento è il segno dell'emergenza democratica che vive il nostro Paese e lo stesso Parlamento, dove giace da anni una proposta di legge d'iniziativa popolare presentata da più di 400 mila cittadini per la gestione pubblica dell'acqua, proposta cui il centrodestra ha risposto oggi con l'accelerazione della sua privatizzazione.


mercoledì 18 novembre 2009

L'acqua? Passa ai privati. Il Governo blinda il decreto

da Liberazione, 18 novembre 2009, pag. 6

di Castalda Musacchio

Una prova di forza per la maggioranza. Una vera e propria "umiliazione del Parlamento" per le opposizioni. Il Governo non è chiaro se abbia deciso di "scivolare" proprio sull'acqua, ma è proprio su questa materia che ha imposto, per la ventottesima volta, la questione di fiducia. Via dunque alla privatizzazione. Senza contare i malumori della stessa maggioranza, della Lega "in primis", su un decreto (Dl Ronchi) che contiene in sè la liberalizzazione di tutti i servizi pubblici locali: oltre l'acqua, i rifiuti e il trasporto urbano. Nè, tantomeno, valutare le conseguenze nefaste per i cittadini che si troveranno a pagare bollette salatissime per servizi, come l'acqua appunto, che sono considerate risorse essenziali per la comunità. Eppure il dado è tratto. Resta da vedere solo se oggi il Dl passerà al vaglio delle urne.

L'intera operazione per la vendita dei servizi partirà dal 2011, per il momento c'è da notare il silenzio del Carroccio e le urla fuori e dentro il Palazzo delle opposizioni e del movimento. La richiesta nelle aule è chiara. "Chiediamo di starlciare l'intero articolo 15, che riguarda tutti i servizi locali- denuncia Marco Causi del Pd. Ma il vero nodo riguarda proprio il servizio idrico. "La nostra- annuncia- sarà una opposizione dura e intransigente". "E' inaccettabile- aggiunge Sereni(altra esponente dei Democratici)- che il governo affronti un tema complesso e articolato in modo così frettoloso e pasticciato". L'Italia dei Valori? E' pronta alle barricate. Sono già state annunciate dal leader dell'Idv tre referendum, uno dei quali appoggiato ora dai Verdi, pronto a bocciare la voluta e forzata privatizzazione dell'acqua annunciata dalla maggioranza. Rifondazione rilancia. "Il no alla privatizzazione dell'acqua- spiega Ferrero- diventerà uno dei temi fondamentali della manifestazione del prossimo 5 dicembre per il No Berlusconi Day".

Del resto l'annunciata decisione dell'Esecutivo ha prima di tutto fatto sobbalzare dalle sedie i vari governatori delle regioni del Nord che ora chiedono al Governo di ripensarci. Nonchè, naturalmente, le associazioni dei consumatori che hanno già allertato dal rischio rincaro bollette nei prossimi anni, a scapito di tutta la comunità. Ma è soprattutto il Movimento a scendere in campo contro la "mercificazione di un bene essenziale" per l'umanità che diventerebbe al contrario- denuncia il Forum italiano dei movimenti per l'acqua- "una vera e propria manna caduta dal cielo per le lobbies criminali che si muovono in territori già collusi". come è per la Sicilia, ad esempio, dove già i privati controllano gran parte del mercato e dove, guarda caso, non solo l'acqua costa di più ma per l'assenza di una rete idrica funzionante non si trova neppure.

Gli ambientalisti sono pronti a dare battaglia a lungo termine. Trattare il tema dell'acqua così come si sta facendo in questi giorni in Parlamento è "irresponsabile" denuncia il Wwf. Le nuove disposizioni prevedono del resto che per le ex municipalizzate già quotate l'azionista pubblico scenda prima al 40% entro il 2013 e poi al 30% entro il 2015. E non è più nemmeno obbligatoria un'offerta pubblica sul mercato: la quota si può anche cedere a trattativa privata. Per questo- denuncia ancora l'associazione ambientalista- urge un confronto nazionale, attraverso gli Stati generali dell'Acqua, tra istituzioni e attori non istituzionali per trovare soluzioni condivise per il governo, la tutela e la gestione di un bene comune e primario. Ma il Governo a quanto pare non ci sta. E solo per mettere a tacere le altre fibrillazioni interne alla propria maggioranza continua a tenere la barra dritta sulla strada della fiducia. La conferma? Proviene dalla parole di Schifani. "Se la maggioranza non è compatta- annuncia a conclusione di un intervento all'inaugurazione dell'anno accademico del collegio "Lamaro- Pozzani"- non c'è altra soluzione che il voto anticipato" Oggi? La parola passa alle urne.

Giornata studentesca mondiale. Uds e Link Universitari: in Italia 150000 in piazza

"La Conoscenza non si vende, si apprende" (Napoli),"Il futuro è nostro Riprendiamocelo" (Roma), "Solo la conoscenza cambierà il mondo" (Cosenza). Sono questi gli striscioni che aprono i cortei studenteschi - promossi da Unione degli Studenti e Link-Coordinamento Universitario - che oggi stanno sfilando in oltre 50 città italiane.

"Scuole, università, accademie sono oggi unite per chiedere maggiori fondi sul diritto allo studio - dichiara Stefano Vitale, dell'Unione degli Studenti - vogliamo permettere a tutti gli studenti di poter studiare indipendentemente dalle condizioni economiche, chiediamo edifici sicuri e non fatiscennti, chiediamo una didattica innovativa, chiediamo maggiore democrazia e partecipazione nei luoghi di studio, al di fuori da ingerenze dei privati".

I Rettorati di Bari e Torino sono stati occupati dagli studenti, nelle università la protesta si concentra contro il ddl gelmini che mira a privatizzare gli atenei.

"La protesta di oggi che vede mobilitarsi 150.000 studenti è il segno che gli studenti italiani non si sono addormentati, non si sono scordati i pesanti tagli del governo ma, anzi, sono una forza attiva nel paese che chiede e continuerà a chiedere con forza di essere ascoltata"


I primi dati:

- 20 paesi europei coinvolti dalle proteste
- 1 assemblea studentesca internazionale in corso a bruxelles con 150 studenti da tuta Europa e delegazioni dagli altri continenti
- 50 cortei in Italia
- 200.000 studenti da tutte le regioni hanno partecipato in questi giorni al Referendum studentesco nazionale promosso dall'unione degli Studenti

- 150.000 studenti in piazza oggi
Roma: 10.000 studenti con partecipazione di studenti di scuole, università, accedemia di belle arti. Gli studenti sono partiti da Piazza Vittorio e si dirigono alla Sapienza. partecipa anche una delegazione di studenti iraniani, gli studenti delle accademie hanno inscenato una protesta con delle banane in mano per "chiedere l'annessione all'Africa dal momento che il nostro paese non investe nei saperi, anzi tagli fondi e risorse"

Torino: 15.000 studenti hanno sfilato il corteo ed è stato in questi momenti occupato il rettorato;

Genova: 5.000 studenti hanno sfilato da Piazza Caricamento a Piazza De Ferrari, con un'assemblea pubblica finale;

Napoli: 10.000 studenti in corteo partiti alle 10.30 da p.za Garibaldi;

Bari: 7.000 studenti in corteo nella città dove già ieri è stato occupato il rettorato;

Lecce: corteo con 2.000 studenti;

Firenze: corteo da Piazza San Marco con 3.000 studenti;

Cosenza: corteo con 3.000 studenti;

Salerno: 8.000 studenti in corteo;

Corteo anche a Palermo nell’ambito della mobilitazione nazionale dell’Unione degli studenti e del Coordinamento universitario Link, con lo slogan “Riprendiamoci il futuro”. I manifestanti si sono radunati in piazza Politeama, e da qui hanno sfilato per le vie del centro fino a piazza Indipendenza, dove ha sede la presidenza della Regione. Il traffico ha subito pensanti conseguenze, con una paralisi che si e’ estesa dal porto fino corso Calatafimi, malgrado la massiccia presenza di vigili urbani. Un coerteo studentesco si e’ svolto anche a Catania, con partenza da piazza Roma.


UNIONE DEGLI STUDENTI
LINK- COORDINAMENTO UNIVERSITARIO

Riforma dell'Università

RIFORMA DELL’UNIVERSITà?(!)

In cosa consiste la nuova riforma dell' università da poco approvata in Consiglio dei

Ministri …

Gli atenei vengono messi in mano ai privati: il CdA,

dovrà essere composto per (almeno) il 40% da persone “esterne” alle università, ovvero privati, che potranno quindi amministrare i fondi pubblici ai propri fini.

Una privatizzazione de facto dell'università italiana.

Il diritto allo studio viene completamente negato: le borse di studio non saranno più erogate dallo stato sociale ma da una S.p.a. sulla base di criteri meritocratici, svincolati dal reddito e dalla condizione sociale dello studente. A valutare il merito degli studenti sarà il Ministro Tremonti, amministratore del Fondo speciale che erogherà i «prestiti d'onore» per mezzo dei quali gli studenti faranno fronte a tasse universitarie sempre più salate, salvo dover poi restituire il tutto, interessi compresi.

Aumenta la selezione di classe all'interno degli atenei.

I precari dell'università che non ottengono un contratto a tempo indeterminato entro sei anni perdono la possibilità di intrattenere altri rapporti lavorativi con l'ateneo stesso.

Il precariato non viene eliminato.

I lavoratori precari saranno messi alla porta dopo sei anni di lavoro nell'università.

Una commissione nazionale attribuirà una fantomatica abilitazione alla docenza ma la decisione finale spetterà a commissioni locali. Viene inoltre mantenuta la possibilità di ricevere una chiamata diretta dalle singole facoltà di ogni ateneo ed essere assunti.

Il potere dei baroni resta inalterato.

DALLA CRISI ECONOMICA SI PUO’ USCIRE DA DESTRA, COME STA FACENDO IL GOVERNO BERLUSCONI, ATTRAVERSO LA CHIUSURA DEGLI SPAZI DELLA DEMOCRAZIA REALE, LA SOPPRESSIONE DEI DIRITTI DEGLI STUDENTI E DEI LAVORATORI, LA PRIVATIZZAZIONE DEI PROFITTI E LA SOCIALIZZAZIONE DELLE PERDITE, OPPURE DA SINISTRA, ATTRAVERSO UN FORTE SOSTEGNO PUBBLICO ALLA DOMANDA PER FAVORIRE I CONSUMI DEI CETI POPOLARI E RIATTIVARE IL PROCESSO PRODUTTIVO ATTUALMENTE PARALIZZATO DALLA SECCA RECESSIVA, SOSTENENDO LA RICERCA, L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA ED ENERGETICA, IL SETTORE PUBBLICO DELLA CONOSCENZA, SCUOLA ED UNIVERSITA' IN PRIMIS.

CONTRO I TAGLI

PER LA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI DI LUNGO CORSO

CONTRO IL NUMERO CHIUSO

PER UN REALE DIRITTO ALLO STUDIO

PER UN'UNIVERSITA' PUBBLICA, DI MASSA E DI QUALITA'

Ferrero, Prc: Acqua, Governo blinda decreto. Saremo in piazza contro la privatizzazione

Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se.

l governo Berlusconi, sordo come era facile prevedere alle migliaia di proteste dei cittadini e della società civile arrivate in queste settimane contro il ddl Ronchi, che di fatto privatizza le acque pubbliche italiane, ha posto la questione di fiducia al Senato, blindando il decreto. Come Rifondazione comunista abbiamo aderito con convinzione all'appello lanciato dal Forum italliano dei movimenti per l'acqua che ha chiesto al Parlamento italiano di ritirare il decreto legge 135, decreto con il quale si privatizza l'acqua in tutt'Italia. La difesa dell'acqua come bene comune è stata una delle battaglie caratterizzanti la storia di Rifondazione comunista. La scelta del Senato di privatizzare l'acqua oltre ad essere sbagliata e pericolosa in quanto fa diventare un bene essenziale e comune a tutti i cittadini un privilegio e profitto per pochi, è anche in controtendenza verso scelte che altri Paesi che precedentemente avevano optato per la strada della privatizzazione dell'acqua, che oggi sono tornati sui propri passi e che stanno ripubblicizzando i servizi idrici- Rifondazione comunista è stata e sarà presente in tutte le mobilitazioni in difesa dell'acqua pubblica e chiederà a tutti i propri eletti negli enti locali di impegnarsi a sostenere la difesa dell'acqua come bene comune e bene pubblico. Il Prc, infine, s'impegna a far diventare il tema dell'acqua pubblica uno dei temi forti della manifestazione del prossimo 5 dicembre, il No Berlusconi Day.

martedì 17 novembre 2009

Dal grande Sud a Roma: ecco la lunga marcia di "Via Campesina"

da Liberazione 17 novembre 2009 pag.3

di Fabio Sebastiani

In viaggio da quattro giorni, quasi mille chilometri percorsi, almeno 200 i trattori che sono stati costreti a lasciare nella zona dell'Eur. I comitati spontanei della Sicilia e delle altre regioni del Sud, la Rete dei Municipi Contadini, Altragricoltura non hanno portato a Roma solo la loro rabbia, ma anche un grido d'allarme che non lascia spazio a rinvii: tra pochi mesi quasi il 40% delle aziende agricole in Italia potrebbero chiudere i battenti. La parole precisa è fallimento, ma nel mondo contadino è vietato pronunciarla, e non per superstizione. E' un'onta difficile da sopportare. Anni di liberismo sfrenato hanno prodotto il disastro economico di tante piccole e medie aziende agricole.

Ieri hanno sfilato prima da San Giovanni a Piazza Vittorio e poi sono andati alla grande assemblea alla Città dell'Altraeconomia, non senza aver fatto capolino davanti alla sede del vertice Fao. A stragrande festa alla coooperativa "Nuova Agricoltura".

"Non è possibile vendere il grano a 13 centesimi con il pane che costa quasi tre euro il chilo, un quintale d'uva a 10 euro, con un litro di vino che ne costa almeno 5, e le olive a 0,20 al chilo con un litro di olio extravergine di oliva a 5 euro" hanno scritto sui loro cartelli. Una forbice, quella tra prezzo sul campo e vendita al dettaglio, che si è andata allargando sempre di più negli ultimi anni. E che ora rischia di mandare all'asta migliaia di aziende. "Un litro di latte di capra viene pagato 0,60 mentre il pecorino romano venduto a New York costa 54 dollari al chilo" racconta un pastore. Anni di liberismo in cui le grandi catene di distribuzione e le multinazionali dell'industria alimentare hanno fatto incetta di profitti sotto l'attenta regia dell'Unione europea che ha decretato il continente "luogo del consumo" e non della "produzione". Risultato, pur di riempire i chilometrici banconi dei supermercati a prezzi sempre più bassi, i "mediatori" sono andati a saccheggiare i paesi del terzo mondo. E' una storia nota.

Quello che non si sa è che se alcuni governi come quello italiano, non solo non hanno fatto nulla per contrastare questa guerra ad armi impari, ma l'hanno favorita con politiche di settore improntate alla deregulation. Il resto del lavoro sporco lo hanno fatto le banche, ovviamente.
Questo raccontano gli agricoltori che sono ad un passo dal baratro e che ieri in quasi duemila hanno manifestato a Roma. "L'importante è essere arrivati a Roma dopo aver infiammato il Sud con mesi di assemblee e riunioni" racconta un agricoltore della provincia di Agrigento. " Adesso ci guarderanno tutti con un altro occhio. Nessuno avrebbe scommesso che ce l'avremmo fatta. Anzi, hanno fatto di tutto per ostacolarci". "Noi agricoltori stiamo diventando dei pezzenti- racconta un altro- perchè a quei prezzi e con un reddito gravato da debiti di tutti i generi non riusciamo a comprare neanche il pane che noi produciamo".

Ma il flagello delle campagne ha anche un altro nome che si chiama "prezzo del petrolio", oppure "costo del diserbanti". Senza contare che quando la privatizzazione dell'acqua sarà un dato di fatto, allora l'agricoltura potrebbe scomparire del tutto. I presidentio delle regioni del Sud, spaventati dal clima di rivolta che c'è nelle campagne, hanno decretato lo stato di crisi: Sicilia, Sardegna, Puglia e Basilicata lo hanno già fatto. Per quanto riguarda la Calabria è questione di ore.
Ma ci sono molte province che sono scese al fianco dei piccoli imprenditori agricoli.

Al Governo chiedono interventi straordinari in regime di "crisi socioeconomica", una unità di crisi, la riapertura dei termini delle ristrutturazioni e delle modalità di soluzione per i contenziosi e i pregressi Inps. Ma nella piattaforma richieste anche più urgenti: tra tutte la moratoria delle esecuzioni in danno delle aziende agricole e il rinvio dei pagamenti.

Paolo Ferrero, segretario del Prc, è andato ad incontrare gli agricoltori: "Partecipiamo alla mobilitazione e alle proteste della Rete dei Municipi che chiede di salvare le aziende agrozootecniche senza se e senza ma e tutta una serie di richieste specifiche, presenti nella loro piattaforma, piattaforma cui Rifondazione Comunista aderisce".

Lasme, la proposta di Cgil e Fiom al Ministero

La delegazione Fiom, Cgil e delegati sindacali hanno presentato al ministero dello Sviluppo economico una proposta relativa al proseguimento delle attività nello stabilimento ex Lasme. Il sindacato “facendo seguito alla proposta del Ministero del 12 Ottobre 2009 e sulla base delle valutazioni fatte nelle assemblee dei lavoratori, ai fini della ricerca di una soluzione socialmente sostenibile”, chiede il mantenimento al Sito di Melfi delle produzioni indicate nella proposta del Mise e che la “Nuova Società” garantisca l’utilizzo a rotazione di tutti i lavoratori, con criteri oggettivi, che saranno collocati in CIGS. La proposta prevede anche la disponibilità ad un accordo sindacale di CIGS per 24 mesi e di gestione degli strumenti di ricollocazione al lavoro, ivi compresa la reindustrializzazione. Eventuali esigenze tecnico-organizzative relative alla nuova attività, inoltre, dovranno essere esplicitate e definite numericamente fra le parti. E’ chiesta, infine, l’anticipazione del trattamento di Cigs fino alla erogazione diretta da parte Inps.

lunedì 16 novembre 2009

Ferrero, Prc: No Berlusconi Day, provocazione Stracquadanio é fascista - Supporters di Silvio porteranno anche manganelli e olio di ricino?

Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se.

La provocazione dell’onorevole Giorgio Stracquadanio, deputato del Pdl e consigliere politico del ministro Gelmini, che ha dato il via ai preparativi per il "Sì Berlusconi Day” - negli stessi orari e luoghi - del corteo del No Berlusconi Day che, partito dalla Rete, vede l’adesione di noi del Prc, di tutta la Federazione della Sinistra d’Alternativa e dell’Italia dei Valori, oltre che di tantissime sigle e movimenti della società civile, è la provocazione tipica di chi ha in totale spregio le regole della democrazia e della convivenza civile.

L’idea che la maggioranza di governo convochi una ‘contro-manifestazione’ per impedire la democratica e legittima espressione di chi al governo Berlusconi si oppone, come facciamo noi e come vogliono fare e faranno, assieme a noi, gli organizzatori del ‘No Berlusconi Day’, è un’idea che sta alla base del fascismo e del nazionalismo di massa e cioè di quello che viene definito il sovversivismo delle classi dirigenti.

Restiamo in fervida attesa di apprendere se i supporter e i pasdaran del peggior governo della repubblica porteranno con loro, in piazza, il 5 dicembre, anche manganelli e olio di ricino.


Rocchi, Prc: Appello a Sinistra e Libertà, venite nella federazione, alleiamoci alle regionali

Dichiarazione di Augusto Rocchi, esponente segreteria nazionale del Prc-Se, coordinatore area 'Rifondazione per la Sinistra nel Prc'.

Di fronte alle difficoltà politiche sempre più palesi che connotano l'esperimento politico di Sinistra e Libertà, proponiamo ai compagni e alle compagne di SeL di partecipare all'assemblea nazionale che darà il via al cammino della Federazione della Sinistra d'Alternativa, assemblea che si terrà nel prossimo mese di dicembre a Roma, con pari grado e pari dignità, e dunque con un contributo originale e autonomo al fine di riavviare sul serio il percorso per la costruzione di una sinistra libertaria e plurale, percorso dentro il quale i compagni e le compagne di SeL debbono e possono partecipare con la propria identità, la propria storia e le proprie ragioni. Poniamo solo due punti qualificanti e discriminanti, in vista della nascita della Federazione della Sinistra d'alternativa, ai compagni e alle compagne di SeL: la Federazione, infatti, da un lato pensa, crede e lotta per un'idea alternativa di società, e dall'altro vuole costruire un polo politico e progettuale autonomo rispetto a quello del Pd. Chiediamo, ai compagni e alle compagne di SeL, di costruire insieme tutti i punti programmatici, politici e statutari della Federazione e anche di metterci da subito insieme per dare vita a una alleanza elettorale che, in vista delle prossime elezioni regionali, si ponga l'obiettivo di battere le destre, alleanza che dovrebbe tradursi in un cartello unitario e plurale della sinistra.

PRC-SE DE NARDIS (PRC): Rifondazione sostiene lo sciopero generale studentesco del 17 novembre

Il 17 novembre, giornata internazionale di mobilitazione studentesca, in Italia si terrà lo sciopero generale studentesco. Blocco delle lezioni e cortei, assemblee e azioni di protesta in tutte le città d'Italia contro la Gelmini e le sue politiche devastanti che puntano alla destrutturazione del sistema pubblico della formazione e della ricerca in Italia. Rifondazione Comunista sostiene questa giornata di mobilitazione e parteciperà a tutte le iniziative di protesta e mobilitazione che si organizzeranno in ogni città italiana per rivendicare il suo NO al Governo Berlusconi e il suo sostegno alla Scuola e all’Università della Costituzione di cui la Ministra Gelmini e la sua cricca hanno fatto carta straccia. Fabio de Nardis Responsabile Nazionale Università e Ricerca PRC-Se

Salandra, Ola su nuova centrale termoelettrica

La Ola (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - rende noto che la società Basento Ambiente Energia con sede a Milano, già appartente al Gruppo multinazionale Calpine-Forest Wheeler S.p.a., ha già depositato il progetto per la realizzazione di un centrale termoelettrica da 400 MW presso la Segreteria del Comune di Salandra (MT). Gli elaborati rimarranno depositati per la durata non inferiore a 20 giorni consecutivi, al fine di dare la possibilità a chiunque di prenderne visione ed avanzare osservazioni in merito all'opera e per eventuali osservazioni in merito alle operazioni di esproprio dell'area da assoggettare a vincolo di "pubblica utilità". Le osservazioni potranno essere inviate a mezzo Raccomandata con Avviso di Ricevimento al Ministero dello Sviluppo Economico - Direzione Generale per l'Energia Nucleare, le Energie Rinnovabili e l'Efficienza Energetica, Divisione II, Via Molise 2 -
00187 Roma, entro la scadenza del termine di 20 giorni dall'affissione all'albo pretorio del Comune di Salandra.

La Ola, nel preannunciare la presentazione delle proprie osservazioni, invita i cittadini di Salandra, quelli della Val Basento, nonché i partiti politici e le associazioni a fare altrettanto, in considerazione degli enormi nuovi rischi per l'ambiente e la salute dei lavoratori e dei residenti che si preannunciano in Val Basento.
"Rischi aggravati dall'inquinamento causato in passato dall'industria chimica e da quella energetica in Val Basento - sottolinea l'Organizzazione - che attende, ancora, la necessaria bonifica. La centrale termoelelettrica di Salandra sorge, inoltre, in un'area contigua ad altri stabilimenti esistenti considerati ad alto rischio ed è limitrofa alla prevista centrale di compressione per lo stoccaggio del gas della società russa Geogasstock, recentemente, autorizzata dal Ministero dell'Ambiente".

domenica 15 novembre 2009

Provincia Matera: riunione del Centrosinistra

Ieri, nella sala giunta della Provincia il Presidente Franco Stella ha convocato i segretari ed i capi gruppo di tutte le forze politiche che compongono la maggioranza e che hanno concorso alla vittoria del centro-sinistra alla provincia di Matera: Partito Democratico (Ferrara e Garbellano), Popolari Uniti (Nigro e Pierro), Lista Stella (Tosto e Di Sanza) Italia dei Valori (Montemurro per delega di Faraone e Paterino), Socialisti (Tantone per delega di Raucci e Bonanova) Sinistra per la Basilicata (Rivelli e Santochirico) Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani (Frammartino) e Verdi (Digilio). Un momento importante non solo di positivo approfondimento programmatico ma anche di rafforzamento e rilancio della coalizione, nel corso del quale i presenti hanno deciso di costituire un tavolo permanente di confronto politico-programmatico. E’ quanto si legge in un comunicato stampa diffuso oggi.

“Al centro della discussione temi di rilevanza strategica come la programmazione infrastrutturale, l’ufficio Europa, i Piot, il rispetto del patto di stabilità, i rapporti con la Regione Basilicata, la valorizzazione delle Agenzie, e da ultimo la candidatura della Provincia di Matera alla Presidenza dell’UPI regionale, proposta con forza ed unanimemente da tutti i presenti. All’esito dell’incontro tutti hanno espresso soddisfazione per il lavoro avviato dal Presidente Stella e dalla Giunta provinciale nei primi cinque mesi di governo e prefigurato una sempre maggiore incisività delle attività e delle scelte a beneficio del territorio. In un tempo di crisi come quello che stiamo vivendo il governo della cosa pubblica può e deve costituire uno dei primi fattori di rilancio dell’economia locale e quindi dare sempre maggiori e concreti segnali di efficienza e di rigore. Le forze politiche di maggioranza si fanno garanti di tale impegno”.

venerdì 13 novembre 2009

Fantozzi, Di Sabato, Cirigliano, Prc: Lasme 2, solidarietà alla protesta dei lavoratori contro i licenziamenti

Dichiarazione di Roberta Fantozzi, esponente della Segreteria Nazionale Prc. di Italo Di Sabato, Segretario regionale Prc Basilicata, e di Francesco Cirigliano, Segretario provinciale PRC Potenza
Abbiamo denunciato il silenzio che si sta consumando intorno alla vertenza Lasme2 di San Nicola di Melfi... Avevamo denunciato lo stallo in cui si trovava la vertenza dopo la bocciatura, da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, dell'ultima proposta dell'azienda che proponeva la ripresa del lavoro per 55 lavoratori – i quali sarebbero diventati una sorta di jolly da utilizzare lì dove sarebbero serviti con la mansione che sarebbe servita – e il licenziamento per i rimanenti 120. Una proposta indecente che però sembrava stesse, in queste ore, fungendo da sirena per alcuni sindacati che, si vociferava, oggi pomeriggio si sarebbero apprestati a firmare. Ed ecco che allora le lavoratrici e i lavoratori riprendono quella visibilità che in queste settimane gli era stata negata e lo fanno ancora una volta attraverso un gesto estremo – perchè le lavoratrici e i lavoratori fanno notizia solo quando compiono gesti estremi – ed in 4 decidono di salire su una piattaforma (all'interno del magazzino 'Bertello' dal nome del costruttore) a 15 metri di altezza. Il Partito della Rifondazione Comunista esprime ancora una volta piena solidarietà e pieno sostegno ad una lotta cominciata all'inizio di agosto e che non ha conosciuto tentennamenti. Ma la solidarietà e il sostegno non bastano. Serve ora riconvocare immediatamente le parti, partendo dal ruolo che oggi è chiamata a svolgere la Regione Basilicata: al tavolo della vertenza deve essere convocato l'amministratore delegato di Fiat auto, che è la commissionaria degli alzacristalli e dei pannelli porta che in quell'azienda si producono. Non è più tollerabile l'assenza di chi in questi anni ha incassato fior fiori di miliardi senza sentire oggi l'obbligo di fare chiarezza sul futuro occupazionale tanto della Sata quanto dell'indotto. È arrivato il momento di porre un argine alle delocalizzazioni in atto nel Mezzogiorno e nel paese, perchè esse rappresentano quel tentativo messo in atto dal padronato italiano – col sostegno del governo – a riversare i costi della crisi sulle spalle di chi l'ha già abbondantemente pagata. Non è più tollerabile che la crisi diventi lo strumento di ricatto per attuare speculazioni e ristrutturazioni.

Ferrero, Prc: Governo contro lavoratori dipendenti e pensionati

Dichiarazione del segretario nazionale del Prc-Se Paolo Ferrero.




La scelta del governo è scandalosa: i lavoratori dipendenti e i pensionati non avranno alcun beneficio dal taglio dell’irpef. Mentre il governo ha fatto lo scudo fiscale per gli evasori nulla dà a coloro che stanno pagando la crisi più di tutti: una operazione iniqua socialmente e che aggrava la crisi economica perché non interviene a sostenere i redditi più bassi.

Rifondazione Comunista chiede che il governo faccia un taglio dell’IRPEF per lavoratori dipendenti e pensionati di almeno 10 miliardi e chiediamo ai sindacati: ma cosa aspettate a dichiarare uno sciopero generale di fronte ad un governo che tratta a pesci in faccia i lavoratori dipendenti, gli unici che pagano le tasse fino all’ultimo euro?

mercoledì 11 novembre 2009

Giovani Comunisti Salandra: presentazione documento per IV Conferenza nazionale GC

Venerdì 13 novembre, alle ore 17.30, presso la sede del circolo PRC di Salandra, in via Luigi di Savoia nr.2, verrà illustrato il documento per la IV Conferenza nazionale dei Giovani Comunisti, facente riferimento all'area Falce Martello. Tutti i compagni sono invitati a partecipare.

Incontro-dibattito: Verso la manifestazione della CGIL del 14 novembre

Giovedì 12 novembre 2009, alle ore 17.30, presso la Sala consiliare di Pomarico, si svolgerà un incontro-dibattito promosso dall'area Falce Martello sul tema del lavoro: dalla Fiat alla Valbasento, resistere e lottare per la difesa di ogni posto di lavoro.

martedì 10 novembre 2009

Nota stampa Prc: Università, Appello contro riforma Gelmini

Nota stampa dell'ufficio stampa del Prc-Se.

«Noi, docenti universitari di ruolo attivi in diversi atenei e facoltà, seguiamo con crescente apprensione le vicende dell'Università italiana e le scelte assunte in proposito dal governo in carica»: inizia così il testo di un appello promosso da un gruppo di intellettuali che ha già raccolto in tre giorni oltre cento firme.

Tra queste, quelle di costituzionalisti come Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Gaetano Azzariti e Massimo Villone, di economisti come Giorgio Lunghini, Riccardo Bellofiore e Riccardo Realfonzo, di storici come Adriano Prosperi, Giovanna Procacci, Angelo d’Orsi, Alessandro Portelli e Gianpasquale Santomassimo, di genetisti come Guido Barbujani, di sociologi come Alessandro Dal Lago e Salvatore Palidda, di filosofi come Alberto Burgio ed Elena Pulcini, di politologi come Alfio Mastropaolo e Michele Prospero, di fisici come Franco Piperno e di antropologi come Annamaria Rivera.

L’appello critica aspramente il ddl di riforma dell'Università approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 ottobre, un progetto che «accentra il potere in capo ai rettori e a Consigli di amministrazione non elettivi, fortemente esposti agli interessi privati» e che «attacca decine di migliaia di studiosi e ricercatori precari». Il ddl – si legge nell’appello - «è privo di qualsiasi ambizione culturale e di ogni volontà di risanare effettivamente i problemi dell’Università pubblica ed è ispirato esclusivame te a una logica autoritaria e privatistica, tesa a una marcata verticalizzazione del processo di formazione delle decisioni a discapito dell’autonomia degli atenei. […] Chiediamo al governo di fermarsi. L’Università pubblica non può essere governata in modo autoritario né gestita con criteri ragionieristici. Il lavoro di quanti ne garantiscono l’attività deve essere riconosciuto e tutelato.
La conoscenza è una risorsa del Paese e un diritto fondamentale che la Costituzione riconosce a ciascun cittadino della Repubblica».