sabato 21 novembre 2009

Sinistre unite al no B. Day per cacciare Berlusconi

da E Polis, 21 novembre 2009, pag. 4

intervista di Serena Martucci a Oliviero Diliberto

Fuori dal Parlamento ma sempre in piazza. Al no B. Day del 5 dicembre, nei cortei accanto agli studenti e nei picchetti con i lavoratori. L'ultimo caso la fabbrica Alcoa occupata dai dipendenti. "L'azienda gioca sulla pelle degli operai" accusa senza mezzi termini Oliviero Diliberto- "e la Regione resta inerte perchè non conta nulla"."Tornare tra la gente" è dunque il nuovo motto della sinistra radicale che, anche in vista delle elezioni regionali, affila i coltelli. E mentre Pd e Idv continuano a pestarsi i piedi gli ex della falce e martello hanno chiara la loro strada: "Uniti di nuovo per spodestare il premier". Archiviato il fallimento dell'Arcobaleno, il segratario dei Comunisti Italiani non ha dubbi. " Ripartire il 5 e 6 dicembre con una federazione insieme a Rifondazione, Socialismo 2000 di Cesare Salvi e un'associazione vicina alla Cgil". Obiettivo? "Recuperare la fiducia dei lavoratori salariati e salvare la democrazia in Italia".

Lei è stato ex ministro della giustizia. Dovrebbe essere contento che finalmente ci sia una riforma...

Lo sarei se non fosse totalmente incostituzionale. La trovo una nefandezza, tanto che persino un uomo misurato come Casini l'ha definita una porcata.

E' vero che i processi da noi possono diventare infiniti...

Ma la questione non si risolve facendoli prescrivere. Piuttosto servono ingenti risorse e modifiche concrete soprattutto per le cause civili che ingolfano la macchina giudiziaria.

In che modo?

Affidando quel milione e mezzo di cause Inps a un conciliatore piuttosto che farle gravare sui giudici. Molti sono solo procedimenti "fotocopia".

Il ddl svuoterebbe di sicuro le aule giudiziarie...

Violando però il principio di uguagliaza dei cittadini davanti alla legge per salvare il premier. Se passa siamo pronti al referendum.

Cosa non le va giù?

Una cosa grida vendetta. Il Pdl ha vinto le elezioni promettendo sicurezza. Invece taglia i fondi, tanto che lo stesso Maroni si è detto pronto a votare con l'opposizione, e fa norme che rendono i processi più difficili. Un paradosso che fa vacillare la stessa maggioranza.

Beh, neppure l'opposizione sta messa meglio. Di Pietro e Bersani qualche giorno fa erano di nuovo ai ferri corti...

E' vero loro "strappano" spesso ma poi quando serve ci si schiera insieme.

Al "no B-Day" il Pd non ci sarà...

Peccato. Sono convinto però che ci saranno molti dei suoi elettori.

I soliti problemi delle coalizioni. Lei fu uno dei fondatori dell'Ulivo. Cosa non ha funzionato?

Nel 2008 quello non era più l'Ulivo che avevamo costruito. Paghiamo lo scotto per la delusione dell'ultimo esecutivo Prodi.

Ovvero?

Quella coalizione era una cosa bizzarra. E là dentro ognuno tirava l'acqua al suo mulino.

Poi il governo cadde e l'Arcobaleno prese una batosta alle urne...

Perchè non voleva dire nulla, non aveva identità. E poi c'era la spinta al voto utile e molti dei nostri scelsero il Pd.

Con Bersani segretario qualcosa è cambiato?

Certo. Lui per primo ha ammesso che il partito così non è autosufficiente. Da solo il Pd arriva al 25% e per sconfiggere Berlusconi serve un fronte più largo che consenta di raggiungere il 51%.

Ma così si torna "all'ammucchiata dei simboli" come temeva Franceschini...

Niente ammucchiate. Piuttosto un Comitato di liberazione nazionale dal premier con persone fedeli alla Costituzione.

Tutti uniti, dunque. Eppure solo la sinistra radicale ha ben sei partiti che la rappresentano. Non saranno troppi?

Sono d'accordo. Per questo puntiamo all'unità. Poi però servono contenuti e un profilo utile.

Cosa intende?

Penso al problema dei precari, quelli a cui è stato rubato il futuro. Prodi ne stabilizzò 400mila nel pubblico impiego.

Di nuovo il posto fisso?

Lo ha detto anche Tremonti. Comunque penso a più garanzie.

In verità in Europa, con i due deputati in più per l'Italia, un posto ci sarebbe anche per lei?

Sono il primo dei non eletti. Cosa dire? Se mi chiamano vado.

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