venerdì 13 novembre 2009

Fantozzi, Di Sabato, Cirigliano, Prc: Lasme 2, solidarietà alla protesta dei lavoratori contro i licenziamenti

Dichiarazione di Roberta Fantozzi, esponente della Segreteria Nazionale Prc. di Italo Di Sabato, Segretario regionale Prc Basilicata, e di Francesco Cirigliano, Segretario provinciale PRC Potenza
Abbiamo denunciato il silenzio che si sta consumando intorno alla vertenza Lasme2 di San Nicola di Melfi... Avevamo denunciato lo stallo in cui si trovava la vertenza dopo la bocciatura, da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, dell'ultima proposta dell'azienda che proponeva la ripresa del lavoro per 55 lavoratori – i quali sarebbero diventati una sorta di jolly da utilizzare lì dove sarebbero serviti con la mansione che sarebbe servita – e il licenziamento per i rimanenti 120. Una proposta indecente che però sembrava stesse, in queste ore, fungendo da sirena per alcuni sindacati che, si vociferava, oggi pomeriggio si sarebbero apprestati a firmare. Ed ecco che allora le lavoratrici e i lavoratori riprendono quella visibilità che in queste settimane gli era stata negata e lo fanno ancora una volta attraverso un gesto estremo – perchè le lavoratrici e i lavoratori fanno notizia solo quando compiono gesti estremi – ed in 4 decidono di salire su una piattaforma (all'interno del magazzino 'Bertello' dal nome del costruttore) a 15 metri di altezza. Il Partito della Rifondazione Comunista esprime ancora una volta piena solidarietà e pieno sostegno ad una lotta cominciata all'inizio di agosto e che non ha conosciuto tentennamenti. Ma la solidarietà e il sostegno non bastano. Serve ora riconvocare immediatamente le parti, partendo dal ruolo che oggi è chiamata a svolgere la Regione Basilicata: al tavolo della vertenza deve essere convocato l'amministratore delegato di Fiat auto, che è la commissionaria degli alzacristalli e dei pannelli porta che in quell'azienda si producono. Non è più tollerabile l'assenza di chi in questi anni ha incassato fior fiori di miliardi senza sentire oggi l'obbligo di fare chiarezza sul futuro occupazionale tanto della Sata quanto dell'indotto. È arrivato il momento di porre un argine alle delocalizzazioni in atto nel Mezzogiorno e nel paese, perchè esse rappresentano quel tentativo messo in atto dal padronato italiano – col sostegno del governo – a riversare i costi della crisi sulle spalle di chi l'ha già abbondantemente pagata. Non è più tollerabile che la crisi diventi lo strumento di ricatto per attuare speculazioni e ristrutturazioni.

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