giovedì 29 aprile 2010

Grecia, il governo costretto a seguire la ricetta del Fondo monetario

Oggi riunione d’emergenza del governo greco che ha deciso i tagli della tredicesima e della quattordicesima dei dipendenti pubblici. Ha inoltre congelato i salari dei dipendenti privati, per cui sarà annullato qualsiasi meccanismo di incentivazione. Tagliati anche tredicesima e quattordicesima dei pensionati. Stabilito dall’esecutivo anche l’aumento di due punti dell’Iva. Queste le misure di austerità che avranno effetto sia nel settore pubblico che in quello privato. L'unico modo per poter avere i soldi destinati dall'Unione Europea e dal Fmi. Insomma le loro condizioni. Fonti interne dicono che il governo ha accettato di aumentare le tasse e tagliare la spesa pubblica, mentre sarà più facile per le aziende private assumere e licenziare. Nel settore privato, le aziende con più di 200 lavoratori potranno licenziare in tronco fino al 4% della forza lavoro (rispetto al 2% fino ad oggi). Ci sarà inoltre un ritiro graduale delle tredicesime e quattordicesime, nei prossimi 5 anni. I lavoratori avranno la possibilità di concordare i salari dei prossimi 12 mesi in modo che non si trovino improvvisamente con un taglio netto delle entrate. Saranno fatti passi per porre fine ai contratti collettivi per certe professioni. Nel settore pubblico i lavoratori perderanno tredicesima e quattordicesima e gli incentivi, che sono già stati tagliati del 30 % e saranno ridotti di un altro 5%. Questo rappresenterà un risparmio di 1,7 miliardi di euro che corrispondono allo 0,6% del pil della Grecia. Se il governo si rifiuterà di prendere queste misure dovrà aumentare le tasse indirette, inclusa l'Iva. Inoltre ci sarà un congelamento delle assunzioni nel settore pubblico per diversi anni e i contratti in scadenza non saranno rinnovati. In ultimo il governo dovrà vendere o chiudere le organizzazioni pubbliche che perdono soldi.

Una crisi di insolvenza della Grecia avrebbe un impatto "incalcolabile" sui mercati finanziari e sugli altri stati, sostiene il presidente della Bundesbank, Axel Weber sulla Bild. "Nella situazione attuale - dice Weber - l'impatto sul mercati finanziari e sugli altri stati sarebbe incalcolabile. La migliore soluzione e' quella di un aiuto finanziario legato a rigide condizioni". Su questo si è creato l'asse Barack Obama e Angela Merkel. I due capi di Stato si sono detti d'accordo sulla necessità di assicurare alla Grecia un "aiuto tempestivo". La Casa Bianca ha riferito che il presidente americano ha avuto ieri un colloquio telefonico con il cancelliere tedesco. I due leader, e' spiegato in un comunicato, "hanno discusso l'importanza di un'azione risoluta e di un aiuto tempestivo dell'Fmi e dell'Europa". Intanto il piano di salvataggio per la Grecia pare destinato a lievitare a 100-120 miliardi di euro in tre anni, di cui 45 gia' da quest'anno. Ieri i vertici del governo tedesco si sono incontrati con il presidente della Bce Jean Claude Trichet e con il numero uno del Fmi Dominique Strauss-Kahn. Lunedi' il Parlamento tedesco dovrebbe approvare una legge che prevede 8,4 miliardi di aiuti per la Grecia per il 2010 e nel weekend si concluderà il negoziato ad Atene tra Bce, Fmi, commissione Ue e governo greco.

Ma dopo Portogallo e Grecia, Standard & Poor’s ha tagliato anche il rating della Spagna portandolo ad «AA» dal precedente «AA+». Le prospettive sul rating spagnolo sono «negative», cioè non è escluso un ulteriore «downgrade». La decisione dell’agenzia di rating si basa sulle previsioni macroeconomiche nel medio e lungo termine. «Crediamo che la stagnazione in cui si trova l’economia spagnola – si legge nel documento pubblicato da Standard S Poor’s – durerà più di quanto avevamo previsto in precedenza». Le stime di crescita del Pil spagnolo passano dall’1% annuo tra il 2010 al 2016 allo 0,7%. Meno crescita meno entrate e quindi più problemi per Madrid a rimborsare il proprio debito. E mentre arrivano i tanto sospirati aiuti per l’agonizzante economia greca, le borse europee continuano ad annaspare. Il calo peggiore, mercoledì 28 febbraio, lo ha fatto ovviamente registrare la Spagna (-2,99%) seguita da Milano (-2,43%) e Parigi (-1.5). In controtendenza, invece, Atene, rinfrancata dallo sblocco della situazione relativa agli aiuti la borsa greca ha fatto registrare un +0.94%. Che la crisi greca sia “contagiosa” al contrario di quanto affermato dal portavoce della Commissione Ue Olli Rehn lo dimostra anche il cambio euro dollaro. A fine giornata un euro vale 1.32 dollari, il minimo dell’ultimo anno. La colpa è proprio dei continui tagli di rating che fanno scricchiolare la stabilità dell’Eurozona: non a caso la moneta europea perde terreno anche rispetto a yen e sterlina. Intanto arrivano gli aiuti europei e del Fondo Monetario internazionale alla Grecia: oltre 100 milioni in 3 anni. La Grecia dovrà metterci del suo e imporsi una robusta cura dimagrante. Giovedì sapremo se i mercati credono o meno nella “resurrezione” dei greci. Intanto il Fmi fa sapere che non bisogna credere "troppo" alle agenzie di rating.

aggiornato ore 17.19 del 29 aprile 2010

Nessun commento:

Posta un commento