martedì 2 febbraio 2010

Parco cantine, Nardiello: svolta gestione risorse rurali

“L’approvazione ieri in Consiglio regionale della legge di istituzione del Parco urbano delle cantine di interesse regionale che, oltre alla mia firma porta quelle di Emilia Simonetti (Prc) e Franco Mollica (Fdc), segna una svolta per la promozione e la valorizzazione del nostro patrimonio rurale che non si limita al vino e che avvia una nuova fase nel settore del turismo enogastronomico”.
E’ il commento del capogruppo del Pdci in Consiglio regionale, Giacomo Nardiello, sottolineando che “va riconosciuta la caparbietà del precedente capogruppo Pdci alla Provincia di Potenza, Raffaele Soave, che per primo ha costruito la proposta poi approdata in Consiglio provinciale e successivamente in quello regionale e l’ha sostenuta, senza risparmio di energie, con decine e decine di azioni istituzionali, politiche e sul territorio”.

“L’ obiettivo centrale da perseguire adesso – sottolinea Nardiello – è quello di un completamento ed aggiornamento della legge regionale n. 7 del 2000 di ‘Disciplina della strada del vino, dell’olio e dei prodotti tipici agro-alimentari’, dando continuità alle numerose iniziative che si svolgono ogni anno in numerosi Comuni lucani, con sagre e manifestazioni, vedi Rapolla, Barile, Roccanova, Pietragalla e Sant’Angelo Le Fratte. Il passo successivo – afferma Nardiello - deve essere quello dell’inserimento in un progetto di itinerario eno-gastronomico che ha come punti di forza gli altri prodotti tipici e di qualità e le risorse naturalistiche, ambientali e turistiche verso l’istituzione dei Distretti Rurali di qualità. La Strada del Vino che la Regione ha già individuato per l’Aglianico del Vulture, attraverso una legge regionale è un altro progetto strettamente collegato da perseguire attraverso una sinergia istituzionale Comune – Provincia – Regione”.

“Con il Parco delle Cantine urbane – continua Nardiello – inoltre, si intende promuovere e valorizzare un sistema integrato di offerta turistica che si snoda per un intero percorso lungo il quale si collocano luoghi del vino visitabili (vigneti, aziende, cantine) e attività imprenditoriali collegate (ristoranti, alberghi, agriturismi, enoteche). Tutto ciò per realizzare programmi di itinerari enoturistici ed enogastronomici. Come è noto il nostro Paese è conosciuto nel mondo come luogo di vacanza, come un Paese di cultura e d'arte ed anche per la qualità dei suoi vini. Anche sull'onda del crescente favore per il turismo ‘alternativo’ – specifica Nardiello - quello del vino è destinato ad intercettare sempre più importanti quote di mercato; infatti, secondo una ricerca sempre del Censis, entro 3/5 anni, l'enoturismo dovrebbe passare dagli attuali 3 a 5 milioni di arrivi, da 8 a 15 milioni di presenze, da 3.000 a 5.000 miliardi di business”.

“I segreti del successo – spiega Nardiello – sono riconducibili al fatto che il vino, che è sempre meno alimento base e sempre più occasione per migliorare stile e qualità della vita, è ormai un valido motivo per alimentare la fantasia alla scoperta di territori, esplorazioni di cantine, ricerca di prodotti, assaggio di cucine, convivialità inattese. Questo scenario, scaturito da ricerche sociali, conferma che l'enoturismo è insomma il volano più efficiente, in presenza però di strategie di territorio e con standard di qualità elevati, per muovere flussi, grazie al mix dei suoi principali elementi, cultura, paesaggio, vino, cucina, arte, prodotti agroalimentari, artigianato artistico”.

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