NESSUN POSTO DI LAVORO E NESSUNO STIPENDIO DEVONO ANDARE PERDUTI
Da ormai un mese le lavoratrici e i lavoratori della LASME 2 – azienda dell’indotto FIAT-SATA di Melfi sono in mobilitazione. Prima due settimane di presidio davanti ai cancelli, poi una notte di occupazione della sede lucana di Confindustria (quando i vertici padronali e il responsabile personale della LASME si erano rifiutati di incontrare, nonostante un appuntamento i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali), poi ancora tre giorni di occupazione del tetto della fabbrica ed infine in assemblea permanente all’interno dei cancelli. Con la solita arroganza e vigliaccheria che lo contraddistingue, il padronato italiano ha deciso di chiudere lo stabilimento lucano per trasferire la produzione a Chiavari.
Come avevamo denunciato da tempo, il padronato prova ad utilizzare la crisi come strumento di ricatto e come mezzo di ristrutturazione, a scapito del lavoro e dei lavoratori. Ancora una volta si tenta di scaricare i sacrifici di questa crisi sulla pelle di chi vive del proprio lavoro, dopo che per anni gli imprenditori – grazie ad una politica subalterna e connivente – hanno triplicato i propri profitti.
Ma dietro alle responsabilità della famiglia Pellegri (proprietaria di LASME) vi sono in realtà le responsabilità della FIAT, principale destinataria degli alzacristalli elettrici prodotti dall’azienda genovese. E’ per questo che riteniamo l’azienda torinese responsabile di quanto sta accadendo ed è per questo che pensiamo che non sia assolutamente rinviabile il coinvolgimento di quest’ ultima all’interno della vertenza. La Regione Basilicata che in questi anni ha elargito fior di quattrini tanto alla FIAT, che alle aziende dell’indotto, deve assumersi responsabilità ben precise per il futuro della LASME. Il Presidente De Filippo e la sua Giunta interrompano qualsiasi forma di finanziamento a meno che vengano date garanzie e certezze sul futuro occupazionale e salariale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori sia quelli dalla SATA, sia quelli dell’intero indotto.
Come avevamo denunciato da tempo, il padronato prova ad utilizzare la crisi come strumento di ricatto e come mezzo di ristrutturazione, a scapito del lavoro e dei lavoratori. Ancora una volta si tenta di scaricare i sacrifici di questa crisi sulla pelle di chi vive del proprio lavoro, dopo che per anni gli imprenditori – grazie ad una politica subalterna e connivente – hanno triplicato i propri profitti.
Ma dietro alle responsabilità della famiglia Pellegri (proprietaria di LASME) vi sono in realtà le responsabilità della FIAT, principale destinataria degli alzacristalli elettrici prodotti dall’azienda genovese. E’ per questo che riteniamo l’azienda torinese responsabile di quanto sta accadendo ed è per questo che pensiamo che non sia assolutamente rinviabile il coinvolgimento di quest’ ultima all’interno della vertenza. La Regione Basilicata che in questi anni ha elargito fior di quattrini tanto alla FIAT, che alle aziende dell’indotto, deve assumersi responsabilità ben precise per il futuro della LASME. Il Presidente De Filippo e la sua Giunta interrompano qualsiasi forma di finanziamento a meno che vengano date garanzie e certezze sul futuro occupazionale e salariale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori sia quelli dalla SATA, sia quelli dell’intero indotto.
Il PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA rimane al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per chiedere una soluzione immediata di questa crisi…….
NESSUN POSTO DI LAVORO E NESSUNO STIPENDIO DEVONO ANDARE PERDUTI
E’ ora di smetterla con l’arroganza di chi arriva in Basilicata, in tutto il Sud d’Italia pensando di sfruttare donne e uomini – ricevendo migliaia di euro – e poi delocalizzando in altri paradisi produttivi.
La LASME deve ritirare immediatamente – così come si era impegnata a fare il giorno 28 agosto durante l’incontro con il Prefetto di Potenza – la procedura di messa in liquidazione del sito lucano e di messa in mobilità delle sue 174 unità lavorative (lavoratrici e lavoratori).
La REGIONE BASILICATA deve interrompere immediatamente qualsiasi forma di finanziamento nei confronti dell’azienda torinese ed impegnare quest’ultima al rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso atti concreti.
La LASME deve ritirare immediatamente – così come si era impegnata a fare il giorno 28 agosto durante l’incontro con il Prefetto di Potenza – la procedura di messa in liquidazione del sito lucano e di messa in mobilità delle sue 174 unità lavorative (lavoratrici e lavoratori).
La REGIONE BASILICATA deve interrompere immediatamente qualsiasi forma di finanziamento nei confronti dell’azienda torinese ed impegnare quest’ultima al rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori attraverso atti concreti.
LA SI SMETTA DI AFFRONTARE LE LEGITTIME LOTTE DEI LAVORATORI COME QUESTIONI DI LEGALITA’ E DI ORDINE PUBBLICO…….
QUESTA LOTTA E’ LA LOTTA DI UN’INTERA REGIONE
E DI UN INTERO POPOLO!
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
Comitato Regionale di Basilicata – Federazione di Potenza
Direzione Nazionale
lavoro.prc@rifondazione.it - www.rifondazione.it
QUESTA LOTTA E’ LA LOTTA DI UN’INTERA REGIONE
E DI UN INTERO POPOLO!
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
Comitato Regionale di Basilicata – Federazione di Potenza
Direzione Nazionale
lavoro.prc@rifondazione.it - www.rifondazione.it
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