Dopo tre giorni di inutili trattative e di sacrosante protese, anche salendo sul tetto della fabbrica, con un operaio colpito da infarto e finito in ospedale, i lavoratori dell´Esab Saldatura di Mesero, provincia di Milano, di fronte all'ennesima chiusura da parte dell'azienda, e dunque giustamente frustati e arrabbiati hanno "confinato" il loro ad nel suo ufficio. Quegli 85 operai rischiano la cassa integrazione e il licenziamento. Qundi, hanno fatto benissimo, a intraprendere tutte le forme di lotta che ritengono valide di fronte a una prospettiva pesantissima, quella di perdere tutti e 85 il loro posto di lavoro.
Infatti, il gruppo internazionale che controlla l'Esab, fabbrica che produce dal lontano 1935 polvere e fili per saldature e che ha commesse in Italia e all'estero, a riprova della loro capacità e concorrenzialità produttiva, prima ha messo in atto ben due procedure di mobilità, che hanno lasciato a casa una parte dei lavoratori, ora vuole accedere alla cassa integrazione con la finalità di chiudere il super-produttivo stabilimento di Mesero.
Una proposta giustamente definita «inaccettabile» dai lavoratori, i quali - in attesa della ripresa delle trattative, prevista per lunedì, non intendono arrendersi e difendono giustamente il loro posto di lavoro messo a rischio dalla miopia di una proprietà estera che vuole chiudere per delocalizzare all'Est e per speculare con la vendita dell´area.
Come Rifondazione comunista, come già abbiamo fatto con successo nel caso della lotta degli operai dell'Innse di Milano, siamo e saremo al fianco dei lavoratori dell'Esab. Io stesso mi recherò personalmente, nella giornata di domani, a incontrarli, sostenerli e studiare con loro tutte le possibili forme di lotta e protesta che riterranno di adottare.
domenica 6 settembre 2009
Ferrero: fabbrica Esab, giuste forme di lotta e di protesta. Dal sequestro del manager a occupazione fabbrica. Prc con voi
Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se
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