"L’atteggiamento di irresponsabilità assunto dal rappresentante della Lasme che ha rifiutato, al vertice di Confindustria, di sedersi al Tavolo con i rappresentanti dei lavoratori dello stabilimento di Melfi rischia di accrescere la tensione già acuita da tanti giorni di duro presidio e condotta sinora nella più civile e democratica protesta". E’ quanto afferma la presidente del gruppo Prc in Consiglio regionale, Emilia Simonetti, evidenziando che "solo la grande responsabilità dei dirigenti sindacali e degli operai ha evitato il peggio".
"A questo punto – sostiene Simonetti - i dirigenti di Confindustria Basilicata che hanno promosso l’incontro devono svolgere fino in fondo il ruolo di mediazione e convincere la dirigenza della Lasme ad accettare il confronto, come accade in tutte le vertenze di lavoro. Non vorremmo che la tensione crescesse perché le responsabilità sarebbero facilmente identificabili. Quanto alla Giunta regionale – aggiunge Simonetti – a questo punto non resta che sostenere la richiesta di Fiom, Fim, Uilm e lavoratori per un Tavolo nazionale con la presenza della Fiat. In particolare, la denuncia che proviene dalla Fiom su manovre speculative dei proprietari della Lasme di fare affari in Liguria richiede precisazioni ed informazioni adeguate. Non va dimenticato che la Lasme, come altre aziende dell’indotto Fiat, ha goduto dei finanziamenti e delle agevolazioni fiscali previsti dal Contratto di Programma che ha concesso per le 18 imprese industriali nell’area di San Nicola di Melfi, che rappresentavano i fornitori di primo livello della Sata, circa 500 miliardi, dei quali 20 miliardi andarono alla Lames per la Lasme di Melfi per 140 occupati e la produzione di alza cristalli".
Per Emilia Simonetti "non si può aspettare l’arrivo dell’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, il 12 settembre per la prima pietra del Centro Tecnologico a San Nicola di Melfi, ma per far rientrare la tensione è necessario ottenere la convocazione di un incontro prima".
"A questo punto – sostiene Simonetti - i dirigenti di Confindustria Basilicata che hanno promosso l’incontro devono svolgere fino in fondo il ruolo di mediazione e convincere la dirigenza della Lasme ad accettare il confronto, come accade in tutte le vertenze di lavoro. Non vorremmo che la tensione crescesse perché le responsabilità sarebbero facilmente identificabili. Quanto alla Giunta regionale – aggiunge Simonetti – a questo punto non resta che sostenere la richiesta di Fiom, Fim, Uilm e lavoratori per un Tavolo nazionale con la presenza della Fiat. In particolare, la denuncia che proviene dalla Fiom su manovre speculative dei proprietari della Lasme di fare affari in Liguria richiede precisazioni ed informazioni adeguate. Non va dimenticato che la Lasme, come altre aziende dell’indotto Fiat, ha goduto dei finanziamenti e delle agevolazioni fiscali previsti dal Contratto di Programma che ha concesso per le 18 imprese industriali nell’area di San Nicola di Melfi, che rappresentavano i fornitori di primo livello della Sata, circa 500 miliardi, dei quali 20 miliardi andarono alla Lames per la Lasme di Melfi per 140 occupati e la produzione di alza cristalli".
Per Emilia Simonetti "non si può aspettare l’arrivo dell’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, il 12 settembre per la prima pietra del Centro Tecnologico a San Nicola di Melfi, ma per far rientrare la tensione è necessario ottenere la convocazione di un incontro prima".
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