“L’appello lanciato dalla Consulta cittadina di Potenza sulla scuola non può essere lasciato cadere nel vuoto o nascondendosi dietro interpretazioni tecnico - burocratiche della normativa - capestro del ministro Gelmini che trova a Potenza nell’Ufficio Scolastico Regionale il suo ‘notaio’ esecutore della manovra di tagli”. E’ quanto sostiene la presidente del gruppo Prc in Consiglio regionale, Emilia Simonetti, ricordando che “da giorni, subito dopo l’ufficializzazione dei tagli decisi con ordinanza a firma del ministro Gelmini sia per il personale docente che Ata delle scuole lucane, ho messo in guardia la Giunta regionale, le Province e i Comuni da non sottovalutare e quindi ho sollecitato di definire una strategia politico-istituzionale comune di risposta”.
“Nel caso del capoluogo – aggiunge Simonetti – la situazione denunciata dalla Consulta sulla scuola è ancora più grave perché non sono in gioco una direzione didattica in più o in meno o un istituto comprensivo o una materna che da comunale diventa statale (o piuttosto viceversa) ma viene stravolto il modello educativo – formativo - didattico che, piaccia o non piaccia, l’Amministrazione comunale ha scelto in concertazione con tutte le componenti della scuola. Per questa ragione ridurre la questione ad una ‘disputa’ tra Comune e Ufficio Scolastico Regionale e peggio ancora ad un’interpretazione di norme di interpretazione sui cosiddetti ‘punti di erogazione dei servizi scolastici’ è riduttivo e fuorviante rispetto alle implicazioni fortemente penalizzanti per il sistema scolastico di Potenza”.
“Come ho già proposto – continua Simonetti – è necessario riprendere la mobilitazione unitaria istituzioni (Regione, Province, Comuni), sindacati, personale della scuola e genitori perché la conoscenza non può essere considerata un ‘bene di lusso’. Attrezzarsi con una strategia proiettata all’anno scolastico 2010-2011 è ancora più importante in considerazione che la manovra dei tagli della Gelmini non finisce certamente qui e che anzi produrrà altri effetti negativi sui livelli occupazionali e sul mantenimento di scuole primarie specie nei più piccoli comuni”.
Per Simonetti “c’è un’altra strada da seguire: i genitori e i docenti richiedano di visionare il Piano dell’offerta formativa offerto dai singoli istituti alle famiglie ed esigano dai dirigenti scolastici l’esplicitazione dei numeri: fondi investiti, numero di docenti impegnati, ore di insegnamento per alunno, numero di alunni per classe, ore di compresenza, docenti di appoggio a disposizione, eccetera. Individuino la differenza tra la reale offerta formativa del nuovo anno scolastico con quelli passati e pretendano di metterla in discussione! Vengano, inoltre, informati anche i genitori degli alunni che il prossimo anno frequenteranno la prima elementare: soprattutto a loro che occorre spiegare bene cosa ci rimetteranno i loro figli a essere nati esattamente sei anni fa. Infine bisogna predisporre misure concrete a favore dell’esercito dei docenti precari destinato a crescere con i tagli ufficializzati che, non va sottovalutato, sono più pesanti di quelli previsti dal piano regionale di dimensionamento scolastico”.
“Nel caso del capoluogo – aggiunge Simonetti – la situazione denunciata dalla Consulta sulla scuola è ancora più grave perché non sono in gioco una direzione didattica in più o in meno o un istituto comprensivo o una materna che da comunale diventa statale (o piuttosto viceversa) ma viene stravolto il modello educativo – formativo - didattico che, piaccia o non piaccia, l’Amministrazione comunale ha scelto in concertazione con tutte le componenti della scuola. Per questa ragione ridurre la questione ad una ‘disputa’ tra Comune e Ufficio Scolastico Regionale e peggio ancora ad un’interpretazione di norme di interpretazione sui cosiddetti ‘punti di erogazione dei servizi scolastici’ è riduttivo e fuorviante rispetto alle implicazioni fortemente penalizzanti per il sistema scolastico di Potenza”.
“Come ho già proposto – continua Simonetti – è necessario riprendere la mobilitazione unitaria istituzioni (Regione, Province, Comuni), sindacati, personale della scuola e genitori perché la conoscenza non può essere considerata un ‘bene di lusso’. Attrezzarsi con una strategia proiettata all’anno scolastico 2010-2011 è ancora più importante in considerazione che la manovra dei tagli della Gelmini non finisce certamente qui e che anzi produrrà altri effetti negativi sui livelli occupazionali e sul mantenimento di scuole primarie specie nei più piccoli comuni”.
Per Simonetti “c’è un’altra strada da seguire: i genitori e i docenti richiedano di visionare il Piano dell’offerta formativa offerto dai singoli istituti alle famiglie ed esigano dai dirigenti scolastici l’esplicitazione dei numeri: fondi investiti, numero di docenti impegnati, ore di insegnamento per alunno, numero di alunni per classe, ore di compresenza, docenti di appoggio a disposizione, eccetera. Individuino la differenza tra la reale offerta formativa del nuovo anno scolastico con quelli passati e pretendano di metterla in discussione! Vengano, inoltre, informati anche i genitori degli alunni che il prossimo anno frequenteranno la prima elementare: soprattutto a loro che occorre spiegare bene cosa ci rimetteranno i loro figli a essere nati esattamente sei anni fa. Infine bisogna predisporre misure concrete a favore dell’esercito dei docenti precari destinato a crescere con i tagli ufficializzati che, non va sottovalutato, sono più pesanti di quelli previsti dal piano regionale di dimensionamento scolastico”.
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