lunedì 25 ottobre 2010

«Vendola? Bene i contenuti Ma a sinistra ci vuole unità»

Intervista a Paolo Ferrero

di Frida Nacinovic

Paolo Ferrero, che impressione ti ha fatto l'intervento di Vendola? Ti è piaciuto?

Ho molto condiviso la descrizione della crisi italiana letta come crisi organica, di civiltà oltre che economica e sociale. Così come ho condiviso gli obiettivi di trasformazione che Vendola ha proposto. In particolare ho apprezzato la sua sottolineatura sul valore del lavoro, sulla necessità di rimettere al centro la dignità del lavoro. Sugli obiettivi di fondo siamo d'accordo.

Cosa invece non ti ha convinto?

Detta in una battuta non mi ha convinto la strada che implicitamente più che esplicitamente Vendola propone per realizzare quegli obiettivi.


Ma se Vendola vincesse le primarie....

Ascoltandolo sembra che una sua vittoria alle primarie significherebbe l'improvvisa possibilità di avere una maggioranza parlamentare tutta protesa a costruire l'alternativa in Italia: no alla guerra, acqua pubblica, piattaforma della Fiom sul lavoro...

Ma i partiti ci sono: dal Pd all'Idv, all'Udc. E c'è anche Confindustria.

Come si fa a realizzare quanto evocato da Vendola governando insieme al Pd o addirittura all'Udc? C'è un salto logico fra gli obiettivi enunciati - tutti condivisibili - e le pratiche per realizzarli. Faccio un esempio: il Pd non ha aderito alla manifestazione della Fiom anche se qualche dirigente c'era, l'Udc ne ha detto peste e corna. Dunque bravo Vendola quando parla con accenti positivi di lavoro, di diritti, ma poi, come realizzare questa politica con questo centrosinistra?

L'impressione è che Vendola non sia interessato ad unire quanto c'è alla sinistra del Pd. Dice che bisogna «confrontarci con tutti i soggetti del centrosinistra, anche con l'Idv, che dobbiamo parlare ai compagni della Federazione della sinistra, dobbiamo parlare a Grillo e ai grillini». Insomma, tutti insieme in un unico contenitore.

Neppure io ho sentito nella relazione di Vendola il tema dell'unità a sinistra. Si rivolge direttamente al centrosinistra, in particolar modo al Pd. Credo al contrario che la sinistra vada unita così che le cose indicate anche da Vendola, oltre a dirle, si riescano a fare. Per realizzare quegli obiettivi occorre fare una battaglia politica forte, organizzare una forte sinistra, ricostruire nel paese un movimento della trasformazione a base di massa. Per questo è un passaggio ineludibile proseguire la mobilitazione sociale e unire la sinistra a partire dai contenuti espressi dalla manifestazione dei metalmeccanici della Fiom del 16, per l'acqua pubblica, il no alla guerra in Afghanistan.

E con il Pd come la mettiamo?

Occorre unire tutta la sinistra, costruire un movimento di lotta e a partire da questo incalzare il Pd a partire dai contenuti. Occorre rafforzare il campo della sinistra per poter fare una battaglia politica efficace. Anche per questo sono rimasto deluso da non aver sentito una parola contro il bipolarismo, come se il bipolarismo non fosse stato utilizzato in questi anni da Confindustria per continuare a comandare qualsiasi fosse lo schieramento che governava. Come se il bipolarismo non fosse corresponsabile della deriva populista e plebiscitaria che ammorba la politica italiana oggi.

Vendola vuole cambiare il centrosinistra vincendo le primarie del centrosinistra, Ferrero vuole unire la sinistra. Sono progetti politici molto diversi. Inconciliabili?

Ripeto, grande consonanza sugli obiettivi ma certo si tratta di due progetti politici diversi. Io continuo però a pensare che la nostra gente ritenga necessaria l'unità della sinistra, di quella sinistra autonoma dai poteri forti del paese che invece hanno più di una superficie di contatto con il centrosinistra. Per questo penso dobbiamo continuare ad avanzare la nostra proposta di unità a sinistra, a partire dalle liste per le amministrative. Per noi la necessità dell'unità non è un optional ma un punto decisivo per cambiare il paese.

Nel suo intervento Vendola ha guardato anche giustamente alle esperienze positive che arrivano dall'America latina. Di Europa si è parlato poco.

Ho condiviso molto la valorizzazione delle esperienze latinoamericane. Certo sarebbe stato bene ascoltare qualche parola sul profilo delle socialdemocrazie nel continente. In Europa la battaglia non è solo contro le destre, ma anche contro un pensiero unico che unisce spesso e volentieri centrodestra e centrosinistra al momento di decidere sulle politiche concrete.

su Liberazione (23/10/2010)

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