mercoledì 20 ottobre 2010

Rifondazione plaude i metalmeccanici "Ora comitati 16 ottobre nei territori"

di Stefano Galieni

Entusiasmo per la manifestazione del 16 ottobre, preoccupazioni e perplessità nella valutazione dello stato del partito, della Federazione, nella capacità di essere adeguati alla fase politica. Su questo doppio binario si sono susseguiti gli interventi del secondo giorno di dibattito al Comitato politico nazionale del Prc. Positive tanto le valutazioni sulla manifestazione quanto sulla presenza del Prc dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Ad interventi da cui emergeva pessimismo si sono succeduti contributi propositivi. Ad esempio De Cesaris, richiamandosi al congresso di Chianciano, ha posto al centro la necessità di praticare una proposta autonoma dal centro sinistra che veda il partito capace di affermare l'unità a sinistra a partire dalle lotte sociali e da una propria linea politica. Bellotti ha chiesto di provare a sviscerare il corteo del giorno precedente per cogliervi l'affermazione di una "egemonia operaia".
Emprin, evocando il movimento femminista, ha percepito nella capacità di mobilitazione del Prc, una ricerca di senso così come è stato per i referendum sull'acqua o per la sanità. Alunni ha portato la voce dei movimenti sociali che non votano, Caporusso ha evidenziato contraddizioni come quelle siciliane, dove il Pd governa con Lombardo e finiani. Amato ha incluso la mobilitazione nel quadro di un analisi europea della crisi e ha posto al centro la necessità di definire un "polo dei beni comuni e del lavoro", mentre per Mainardi, la ricchezza della manifestazione è stata nel mostrare come più che di un leader la sinistra sia alla ricerca di una pratica di conflitto sociale condivisa. A tal proposito ha proposto una "assise programmatica della sinistra di alternativa". Barbarossa ha presentato un testo, firmato da donne anche non iscritte al partito che intendono partecipare al congresso della federazione con un proprio ambito di interconnessione, ad esempio, con le giovani lavoratrici di Pomigliano.
Ruvido e incisivo, Burgio ha posto il problema dell'utilità e del senso del partito considerando l'invisibilità mediatica anche come risultante di una scarsa chiarezza di strategia e ha criticato come da una parte si affermi la necessità dell'unità a sinistra e nel contempo si sia ostili a Sel tanto da non risultare credibili. Per Mantovani, alcuni elementi di contraddizione presenti nel corteo Fiom stanno a dimostrare come la classe operaia sia sulla difensiva, e come, in un contesto di globalizzazione, il rapporto con il Pd debba necessariamente passare per una estraneità al governo, essendo questo non un tema astratto ma una forma concreta di gestione del potere. Per Tecce è stato importante sentire il 16, lo spazio dato al reddito di cittadinanza, per Oggionni va valorizzata la presenza costante delle organizzazioni giovanili tanto del Prc quanto del Pdci, che mirano a dare una forma stabile per intrecciare un percorso unitario con la società valorizzando il rapporto con la Cgil.
Acerbo, contrario alle false illusioni che rischia di generare la splendida manifestazione, ha chiesto di non riaprire sotto traccia il tema del governo e, polemizzando con Burgio, si è domandato se le difficoltà verso percorsi unitari dipendano non da nostri settarismi ma dal fatto che la piazza di sabato, così come la Federazione siano stati una risposta reale contro il bipolarismo più che la ricerca di un leader. Altri interventi (Fraleone, Bonadonna ecc...) hanno evidenziato criticità a cui ha provato a dare risposte Paolo Ferrero. "La manifestazione del 16 è stata un punto di passaggio come, con significati diversi, lo sono state altre in passato - ha affermato il segretario - I giornali tentano di dare a questa una torsione populista e politicista mentre invece è stata esempio di come si possa agire con le proprie forze". Secondo il segretario del Prc non vanno ripetuti gli errori fatti dopo "Genova", va invece favorita la nascita di comitati territoriali capaci di convogliare le energie di lavoratori, studenti, precari ecc.. per non lasciare che le mobilitazioni restino episodiche. C'è insomma la possibilità di ricostruire massa critica.
In merito ai problemi della Federazione, pur non sottovalutando i limiti di un regolamento congressuale dovuto anche alla scarsa disponibilità dei partecipanti a cedere sovranità, bisogna andare avanti, svolgendo il congresso sapendo che il percorso resta aperto. La linea politica, stante la situazione, resta quella promossa a Chianciano avvalorata da due elementi, battere Berlusconi e il bipolarismo. Non ci sono gli spazi per una sinistra di alternativa di governo ed è assurdo, date anche le condizioni internazionali, sperare in un repentino mutamento di equilibri. Difficile quindi seguire il percorso di Vendola. No quindi a stupidi settarismi ma offensiva sui contenuti, unità sulla critica comune. I rilievi sul gruppo dirigente, nascono per Ferrero dalla difficoltà a tenere fermi gli indirizzi che ci si danno, ad una sindrome per cui ci si percepisce solo se altri lo fanno, in una condizione di subalternità. Lo stimolo è quello di contribuire, anche grazie a manifestazioni come quella di sabato a costruire comunità e proposte su contenuti. Il segretario non sottovaluta la condizione di censura subita da Prc Federazione, un oscuramento mediatico a cui si può rispondere solo aumentando le capacità comunicative e nel contempo divenendo riconoscibili e identificabili per pochi ma immediati elementi caratterizzanti che definiscano il Prc come politicamente alternativo al Pd e la federazione come un soggetto capace di proporsi con una propria forte specificità. In finale sono stati approvati alcuni documenti fra cui quello proposto dalla segreteria specifico sulla mobilitazione della Fiom.

su Liberazione (19/10/2010)

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