"Di fronte ad una grave violazione del diritto del lavoro e della democrazia gli interventi, tempestivi e autorevoli del capo dello Stato Giorgio Napolitano e di Mons. Giancarlo Maria Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, sono significativi in un momento in cui la Fiat si propone di rispondere alla crisi attraverso l'inadempienza delle leggi, dei contratti e degli stessi principi costituzionali". Lo afferma, in un comunicato stampa, il segretario regionale del Prc, Italo Di Sabato.
"La reazione della Fiat alla sentenza del giudice del lavoro di Melfi di reintegro dei tre lavoratori licenziati è scandalosa. Riportano il nostro Paese indietro di decenni. Non solo il comportamento di Marchionne è lesivo dei diritti dei lavoratori e chiaramente antisindacale, ma offende anche la magistratura italiana. Non si è mai visto nulla del genere. L'azione della Fiat mi sembra ispirata da paura e velleitarismo, ma soprattutto mi pare che non si sia abbastanza sottolineato la gravità del comportamento della Fiat a Melfi: il rifiuto di rispettare una sentenza della magistratura è un atto gravissimo. Marchionne ha scelto un modello di competizione basso, senza qualità del prodotto, che esclude il valore del lavoro e della conoscenza. Il modello di Marchionne è solo quello del taglio dei costi e quindi inizia a smantellare diritti, regole, contratti, dichiarando guerra alla Fiom e ai sindacati non concertativi scegliendosi interlocutori accondiscendenti. Se la strategia è quella di tagliare costi e basta, ci sarà sempre qualcuno che costa meno, con l’obiettivo di creare zona franca” dove i lavoratori sono soltanto numeri mettendo a tacere le lotte attraverso licenziamenti e peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Tutto quello che sta accadendo rafforza la necessità di costruire una forte opposizione politica e sociale alle politiche del governo e confindustria. La manifestazione nazionale a Roma indetta dalla Fiom per il 16 ottobre per la difesa del lavoro contro la precarietà, per i diritti, per l’estensione di una vera democrazia dentro e fuori i luoghi di lavoro deve diventare un grande appuntamento affinché insieme alle lavoratrici e lavoratori si possa costruire una reale alternativa".
"La reazione della Fiat alla sentenza del giudice del lavoro di Melfi di reintegro dei tre lavoratori licenziati è scandalosa. Riportano il nostro Paese indietro di decenni. Non solo il comportamento di Marchionne è lesivo dei diritti dei lavoratori e chiaramente antisindacale, ma offende anche la magistratura italiana. Non si è mai visto nulla del genere. L'azione della Fiat mi sembra ispirata da paura e velleitarismo, ma soprattutto mi pare che non si sia abbastanza sottolineato la gravità del comportamento della Fiat a Melfi: il rifiuto di rispettare una sentenza della magistratura è un atto gravissimo. Marchionne ha scelto un modello di competizione basso, senza qualità del prodotto, che esclude il valore del lavoro e della conoscenza. Il modello di Marchionne è solo quello del taglio dei costi e quindi inizia a smantellare diritti, regole, contratti, dichiarando guerra alla Fiom e ai sindacati non concertativi scegliendosi interlocutori accondiscendenti. Se la strategia è quella di tagliare costi e basta, ci sarà sempre qualcuno che costa meno, con l’obiettivo di creare zona franca” dove i lavoratori sono soltanto numeri mettendo a tacere le lotte attraverso licenziamenti e peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Tutto quello che sta accadendo rafforza la necessità di costruire una forte opposizione politica e sociale alle politiche del governo e confindustria. La manifestazione nazionale a Roma indetta dalla Fiom per il 16 ottobre per la difesa del lavoro contro la precarietà, per i diritti, per l’estensione di una vera democrazia dentro e fuori i luoghi di lavoro deve diventare un grande appuntamento affinché insieme alle lavoratrici e lavoratori si possa costruire una reale alternativa".
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