lunedì 30 agosto 2010

Ferrero: alleati dei democratici senza entrare nel governo

«Evitiamo gli errori del passato, evitiamo il ritorno all'Unione e il Pd a vocazione maggioritaria. Troviamo un'altra strada». Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista ha accolto positivamente l'appello di Bersani per un'alleanza democratica. Non lo convince però, la prospettiva dell' Ulivo.
Perché?
«C'è un’emergenza nel Paese e per questo va benissimo, data l'attuale legge elettorale, un'alleanza per chiudere con Berlusconi. La Federazione della sinistra, però, non è interessata a entrare nell'Ulivo».
Alleati ma distinti?
«Sì ma non equidistanti. Per intenderci: per noi fa differenza se al governo ci sta Berlusconi o Bersani. E noi preferiamo Bersani. Però al governo non ci andiamo. Perché i governi riformisti alla Prodi hanno fallito».
Restano le differenze, quindi.
«Sì, ma non sono tali da impedirci di stare insieme per sconfiggere Berlusconi o di trovare la convergenza su alcuni punti programmatici. Il nostro progetto, però, non è il governo. Abbiamo un altro obiettivo».
Quale?
«Ci poniamo il problema di unire la sinistra anticapitalista fuori dall'Ulivo. Un soggetto come la Linke in Germania. Per è necessaria una nuova legge elettorale».
Proporzionale?
«Sì, proporzionale con uno sbarramento. Sarebbe un modo per riequilibrare la dialettica politica. A quel punto potrebbero formarsi un polo di estrema destra, uno leghista, uno di destra moderata o di centro, un centro cattolico, un centrosinistra e una sinistra vera».

su la Repubblica del 29 agosto 2010

Fiat, Di Sabato (Prc): tutti a Roma in piazza il 16 ottobre

"Di fronte ad una grave violazione del diritto del lavoro e della democrazia gli interventi, tempestivi e autorevoli del capo dello Stato Giorgio Napolitano e di Mons. Giancarlo Maria Bregantini, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, sono significativi in un momento in cui la Fiat si propone di rispondere alla crisi attraverso l'inadempienza delle leggi, dei contratti e degli stessi principi costituzionali". Lo afferma, in un comunicato stampa, il segretario regionale del Prc, Italo Di Sabato.
"La reazione della Fiat alla sentenza del giudice del lavoro di Melfi di reintegro dei tre lavoratori licenziati è scandalosa. Riportano il nostro Paese indietro di decenni. Non solo il comportamento di Marchionne è lesivo dei diritti dei lavoratori e chiaramente antisindacale, ma offende anche la magistratura italiana. Non si è mai visto nulla del genere. L'azione della Fiat mi sembra ispirata da paura e velleitarismo, ma soprattutto mi pare che non si sia abbastanza sottolineato la gravità del comportamento della Fiat a Melfi: il rifiuto di rispettare una sentenza della magistratura è un atto gravissimo. Marchionne ha scelto un modello di competizione basso, senza qualità del prodotto, che esclude il valore del lavoro e della conoscenza. Il modello di Marchionne è solo quello del taglio dei costi e quindi inizia a smantellare diritti, regole, contratti, dichiarando guerra alla Fiom e ai sindacati non concertativi scegliendosi interlocutori accondiscendenti. Se la strategia è quella di tagliare costi e basta, ci sarà sempre qualcuno che costa meno, con l’obiettivo di creare zona franca” dove i lavoratori sono soltanto numeri mettendo a tacere le lotte attraverso licenziamenti e peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Tutto quello che sta accadendo rafforza la necessità di costruire una forte opposizione politica e sociale alle politiche del governo e confindustria. La manifestazione nazionale a Roma indetta dalla Fiom per il 16 ottobre per la difesa del lavoro contro la precarietà, per i diritti, per l’estensione di una vera democrazia dentro e fuori i luoghi di lavoro deve diventare un grande appuntamento affinché insieme alle lavoratrici e lavoratori si possa costruire una reale alternativa".

Scuola, Nardiello (Pdci): mobilitazione per i precari

“La scuola lucana che ha già perso nello scorso anno scolastico alcune centinaia di posti tra docenti e personale Ata non può permettersi di perderne altre centinaia con il nuovo anno scolastico. Ci aspettiamo pertanto un’iniziativa immediata e adeguata dell’Assessore alla F.P.-Lavoro-Cultura Mastrosimone”. E’ quanto sostiene Giacomo Nardiello, componente della segreteria regionale e della direzione nazionale del Pdci-FdS.
“Deve innanzitutto cambiare il rapporto tra Regione e il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale che in passato – sottolinea Nardiello – ha assunto atteggiamenti persino più oltranzisti della Gelmini, manifestando uno scarsissimo senso di rispetto dell’autonomia e delle prerogative della Regione sino a farsi protagonista di un autentico braccio di ferro e a ostacolare i programmi della Regione a favore dei precari. Per questo si tratta di raccogliere il “grido d’allarme” lanciato dall’assemblea dei precari della scuola promossa dalla Flc e dalla Cgil provinciale di Matera perchè è facile prevedere che sarà un autunno caldo per la scuola con le prime proteste già diffuse in varie regioni”.
Nel sottolineare che “dal 17 agosto scorso a Palermo tre precari (un docente, un assistente amministrativo e un collaboratore scolastico) sono al nono giorno di sciopero della fame”, l’esponente del Pdci evidenzia che “il numero dei precari della scuola che, anche dopo un decennio, dovranno dire addio all'incarico e allo stipendio non è ancora noto con precisione, ma si parla di 15-20 mila unità in meno rispetto allo scorso anno”.
“In Basilicata occorre riprendere la lotta dei precari e fare il punto con l’Assessore Mastrosimone – aggiunge Nardiello – sullo stato di attuazione delle azioni che il suo predecessore ha messo a punto attraverso il Programma denominato “Rafforzamento e qualificazione dell’offerta formativa scolastica”, con l’obiettivo di “recuperare” all’attività didattica, attraverso progetti specifici negli istituti superiori, la platea di precari che altrimenti finirebbero come i cassaintegrati delle fabbriche e occorre fare il punto sull’iter del piano di dimensionamento scolastico 2010-2011 che qualche strascico polemico ha lasciato alla fine della scorsa legislatura”.

Condividiamo la proposta di Bersani

di Paolo Ferrero

Condividiamo la proposta avanzata il 26 agosto da Bersani di dar vita ad una alleanza democratica per sconfiggere Berlusconi. Non si tratta solo di cacciare un governo mefitico, ma di ricostruire il quadro democratico del paese. Questa alleanza deve porsi l’obiettivo di uscire da questa sciagurata seconda repubblica e cementarsi attorno alla difesa e al rilancio della Costituzione, al varo di una legge elettorale proporzionale, alla giustizia sociale. Noi avanziamo da tempo questa proposta - lo abbiamo fatto anche alla manifestazione unitaria delle opposizioni del 13 marzo scorso - e la presa di posizione di Bersani costituisce un passaggio importantissimo. Si tratta dell’unica strada per sconfiggere una destra populista antioperaia e pericolosa per la democrazia. Si tratta di una scelta importante perché mette la parola fine alle ipotesi bipolari e bipartitiche che Veltroni e i suoi alleati stanno continuando a perseguire con grande visibilità sui mass media.

Bersani propone poi di dar vita, all’interno dell’alleanza democratica, ad un nuovo Ulivo, che si caratterizzi con un programma comune di governo. Noi non siamo interessati ad entrare al governo così come non siamo interessati alla costruzione di questo nuovo Ulivo da cui ci dividono scelte politiche e programmatiche di fondo. Noi siamo impegnati a costruire l’unità delle forze della sinistra di alternativa, unità di cui la Federazione della Sinistra rappresenta una tappa fondamentale. Il PD lavorerà ad un nuovo Ulivo e al programma di governo con tutte le forze della sinistra moderata. Noi lavoreremo per unire tutte le forze della sinistra anticapitalista. Il progetto politico di Bersani e il nostro sono quindi assolutamente diversi – ed è decisivo questo elemento di chiarificazione - ma questo non ci impedisce e non ci impedirà di lavorare per la costruzione di una alleanza democratica che tolga a Berlusconi il governo del paese, vari una legge elettorale proporzionale e ricostruisca un nuovo quadro democratico del paese.

Per attuare questa politica è però necessario cacciare Berlusconi e conquistare nuove elezioni. Su questo ultimo punto le posizioni tra noi e il PD divergono e lo dobbiamo quindi incalzare fermamente. Di fronte al tentativo di Berlusconi di rappattumare la maggioranza, la vera cosa che manca nel paese è l’opposizione. Dobbiamo dar forma e sostanza politica all’opposizione. Costruiamo quindi da subito, città per città, la partecipazione alla manifestazione nazionale del 16 ottobre convocata dalla Fiom, con l’obiettivo esplicito di cacciare il governo Berlusconi , sconfiggere la Confindustria, l’arroganza della FIAT e le sciagurate politiche europee.

domenica 15 agosto 2010

Lettera aperta di Paolo Ferrero ai segretari dei partiti dell’opposizione

Cari amici e compagni, penso che non si possa continuare a tergiversare. A me pare del tutto evidente che la crisi interna al centro destra più che determinare la fine del berlusconismo stia producendo un ulteriore imputridimento della crisi politica. Che i destini del governo e per certi versi della repubblica – visti i propositi anticostituzionali di Berlusconi – siano riassumibili nella diatriba legal giornalistica su un appartamento di Montecarlo non è null’altro che il segno di un degrado senza fine. Nessuno può pensare che il fango tocchi solo gli altri. In questa Weimar al rallentatore che stiamo vivendo da anni lo schifo tocca in egual misura chi lo provoca e chi non è in grado di arrestarlo. Questa crisi ha indebolito il Berlusconi presidente del consiglio ma certo ha rafforzato il disgusto per la politica che milioni di italiani provano verso una classe dirigente che è incapace anche solo di ragionare sui temi che riguardano la vita quotidiana dei propri concittadini. Non so se sarà ancora Berlusconi a beneficiare di questo degrado o se sarà qualcun altro ma so che la ricerca di uomini della provvidenza si è oramai drammaticamente generalizzata. La carica antidemocratica di questa domanda non sarà semplice da smaltire. Quella odierna è la crisi della seconda repubblica, se ne può uscire con un ristabilimento della democrazia o con il suo ulteriore restringimento in senso antidemocratico. Per questo la proposta di un governo di garanzia a me pare oramai completamente inadeguata. Non l’ho mai condivisa ma ne potevo capire le ragione nelle settimane scorse. Vi pare seriamente che si possa continuare così ancora a lungo, con le destre che ammorbano il panorama, la Lega che si erge a paladina della moralità e il paese che sprofonda dentro la crisi? Questo scenario potrebbe durare per mesi. Vi pare possibile che lo sbocco di questo putridume sia un governo istituzionale frutto di una manovra di palazzo, privo di mandato democratico e che avrebbe probabilmente l’unico effetto di permettere a Berlusconi di dipingersi – una volta ancora – come vittima? Persino Bossi descrive ormai il centro destra come una palude.
Vi scrivo per proporvi di cambiare registro, di prendere atto della gravità della situazione e del fatto che per uscire da questo pantano occorre una proposta politica forte e netta. Si chiedano le elezioni anticipate per porre fine al degrado prodotto dal fallimento delle destre e si dia vita ad uno schieramento democratico con cui presentarsi alle elezioni. In questa situazione nessuno ha la bacchetta magica ma si può costruire un’alleanza democratica basata su pochi punti chiari: la difesa della costituzione e il ristabilimento pieno delle regole democratiche, la modifica della legge elettorale in senso proporzionale, una politica sociale redistributiva.
Smettiamola con questo impotente aventino che da troppo tempo caratterizza l’opposizione.

Paolo Ferrero