In un anno, tra il marzo 2009 e il marzo di quest'anno, gli occupati sono calati di 367 mila unità. Lo rivela l'Istat spiegando che il numero complessivo di occupati è pari a 22 milioni 753 mila unità, in calo dello 0,2 per cento rispetto a febbraio e inferiore dell'1,6 per cento rispetto a marzo 2009. Il tasso di occupazione è pari al 56,7%
(inferiore, rispetto a febbraio, di 0,1 punti percentuali e di 1,1 punti percentuali rispetto a marzo dell'anno precedente). Il numero delle persone in cerca di occupa zione risulta pari a 2 milioni 194 mila unità, in crescita del 2,7% (+58 mila unità) rispetto al mese precedente e del 12% (+236 mila unità) rispetto a marzo 2009.
«La situazione dell'occupazione precipita mese dopo mese ed in modo impressionante: invece di interventi
straordinari, come sarebbe necessario, il governo si contraddistingue per un immobilismo che assume oramai una
caratteristica di straordinaria gravità». Ad affermarlo è il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, commentando le stime provvisorie dell'Istat su occupati e disoccupati. «La disoccupazione aumenta ancora- rileva il dirigente sindacale- e il numero degli inattivi incredibilmente cresce. Il vero raffronto con marzo 2009, mese in cui già la crisi aveva pesantemente colpito, e' in due dati purtroppo tra loro sommabili: l'aumento di 236.000 disoccupati e di 239.000 inattivi». Dall'analisi dei dati, Fammoni osserva: «Il lavoro in Italia vanta un record negativo europeo su tre aspetti fondamentali: la piu' alta disoccupazione giovanile, il piu' basso tasso di occupazione e il più ampio bacino di lavoro nero. Dati che acuiscono problemi storici come la scarsa occupazione femminile».
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