La IV Conferenza provinciale dei Giovani Comunisti di Matera, svoltasi a Miglionico il 13 febbraio scorso, apre qualche spiraglio di rinascita di una organizzazione che negli ultimi anni ha subito un forte decadimento in termini di partecipazione e azione.
Due mozioni contrapposte, un clima teso, frutto di frizioni che in provincia ormai sono prassi consolidata nella vita interna del nostro partito. Quarantadue iscritti, quindici presenti alla conferenza, tre realtà attive sul territorio (Miglionico, Salandra e Matera), questo il dato di partenza dell' organizzazione giovanile. In una realtà territoriale fortemente indebolita da disoccupazione, isolamento ed emigrazione, in cui le migliori menti sono costrette a fuggire e i disadattati a sottendere ai ricatti per sopravvivere, i giovani comunisti non possono prescindere da un'idea di rinnovamento culturale e di rilancio dell'antagonismo sociale. Gli interventi dei compagni, hanno fatto emergere ancora una volta le scorie di un burocratismo che stenta a morire, un distacco ancora lontano dall'essere colmato rispetto alle reali necessità e aspettative di quelle giovani generazioni che guardano alla sinistra come orizzonte ideale di crescita collettiva.
Condivido a pieno le perplessità espresse dai compagni del secondo documento riguardo agli errori passati, all'unione a freddo delle forze della sinistra, alla necessità di vivere da protagonisti vertenze e conflitti. Condivido meno le critiche riguardanti la Federazione, oggi strumento fondamentale di unione delle forze della sinistra europea in Italia, l'eccessiva colpevolizzazione "delle maggioranze", l'autolesionismo che un isolamento dei Gc e del Prc oggi provocherebbe. D'altro canto vedo ancora una volta una maggioranza che, invece di far quadrato, spinge l'acceleratore su progetti unitari senza che la base, ormai smarrita e paurosa, venga coinvolta a pieno. Un cane che si morde la coda, un palazzo con le fondamenta crepate, condottieri senza soldati... Siamo di fronte ad una sfida epocale per la sopravvivenza che si gioca su due fronti paralleli e fondamentali: la necessità di non scomparire dalle istituzioni locali e la capacità di essere ancora permeabili nella società, di far capire cioè che, nonostante l'oscuramento forzato della nostra azione, siamo ancora vivi, combattivi e attuali.
Far rinascere l'idea di una società nuova, un sentire collettivo ormai contrastato dall'arrivismo, dal successo facile, dall'individualismo, che pian piano hanno conquistato spazi sempre più ampi, attraverso il martellante modello fittizio costruito a pennello dai format televisivi e dai mass media manipolati dal potere. Mentre il peggior Governo della storia repubblicana demolisce lo stato sociale e spinge i lavoratori verso forme moderne di schiavitù, privatizza l'istruzione e l'acqua, smantella la sanità pubblica, difende malavitosi e corruttori, portandoli ai massimi vertici dello Stato, i giovani si galvanizzano di fronte alle piroette di Amici, alle lacrime del Grande Fratello, alle performance della grande Inter di Muorinho.
Intanto da noi si vota. A Matera la Conferenza decreta la vittoria del secondo documento per 10-4,con un astenuto critico e demoralizzato, il sottoscritto. La nostra però non è una sfida di calcio, è molto di più cari compagni.
Due mozioni contrapposte, un clima teso, frutto di frizioni che in provincia ormai sono prassi consolidata nella vita interna del nostro partito. Quarantadue iscritti, quindici presenti alla conferenza, tre realtà attive sul territorio (Miglionico, Salandra e Matera), questo il dato di partenza dell' organizzazione giovanile. In una realtà territoriale fortemente indebolita da disoccupazione, isolamento ed emigrazione, in cui le migliori menti sono costrette a fuggire e i disadattati a sottendere ai ricatti per sopravvivere, i giovani comunisti non possono prescindere da un'idea di rinnovamento culturale e di rilancio dell'antagonismo sociale. Gli interventi dei compagni, hanno fatto emergere ancora una volta le scorie di un burocratismo che stenta a morire, un distacco ancora lontano dall'essere colmato rispetto alle reali necessità e aspettative di quelle giovani generazioni che guardano alla sinistra come orizzonte ideale di crescita collettiva.
Condivido a pieno le perplessità espresse dai compagni del secondo documento riguardo agli errori passati, all'unione a freddo delle forze della sinistra, alla necessità di vivere da protagonisti vertenze e conflitti. Condivido meno le critiche riguardanti la Federazione, oggi strumento fondamentale di unione delle forze della sinistra europea in Italia, l'eccessiva colpevolizzazione "delle maggioranze", l'autolesionismo che un isolamento dei Gc e del Prc oggi provocherebbe. D'altro canto vedo ancora una volta una maggioranza che, invece di far quadrato, spinge l'acceleratore su progetti unitari senza che la base, ormai smarrita e paurosa, venga coinvolta a pieno. Un cane che si morde la coda, un palazzo con le fondamenta crepate, condottieri senza soldati... Siamo di fronte ad una sfida epocale per la sopravvivenza che si gioca su due fronti paralleli e fondamentali: la necessità di non scomparire dalle istituzioni locali e la capacità di essere ancora permeabili nella società, di far capire cioè che, nonostante l'oscuramento forzato della nostra azione, siamo ancora vivi, combattivi e attuali.
Far rinascere l'idea di una società nuova, un sentire collettivo ormai contrastato dall'arrivismo, dal successo facile, dall'individualismo, che pian piano hanno conquistato spazi sempre più ampi, attraverso il martellante modello fittizio costruito a pennello dai format televisivi e dai mass media manipolati dal potere. Mentre il peggior Governo della storia repubblicana demolisce lo stato sociale e spinge i lavoratori verso forme moderne di schiavitù, privatizza l'istruzione e l'acqua, smantella la sanità pubblica, difende malavitosi e corruttori, portandoli ai massimi vertici dello Stato, i giovani si galvanizzano di fronte alle piroette di Amici, alle lacrime del Grande Fratello, alle performance della grande Inter di Muorinho.
Intanto da noi si vota. A Matera la Conferenza decreta la vittoria del secondo documento per 10-4,con un astenuto critico e demoralizzato, il sottoscritto. La nostra però non è una sfida di calcio, è molto di più cari compagni.
Nicola SAPONARA (Esponente Prc-Gc Salandra)
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