martedì 5 gennaio 2010

Simonetti, Prc: introdurre in Basilicata reddito sociale

“L'Inps che chiude i conti 2009 con un attivo di 6 - 7 miliardi di euro, a causa dei lavoratori che vanno in pensione sempre più tardi, offre una buona ragione e un motivo in più, per l'introduzione di un reddito sociale anche in Basilicata, come è già accaduto in altre regioni di Italia''. A sostenerlo è la presidente del gruppo Prc in Consiglio regionale, Emilia Simonetti, sottolineando che “la Basilicata si conferma ai primi posti nella classifica delle Regioni per “disagio sociale” attraverso i risultati di differenti studi nazionali sulla base del parametro della forza lavoro potenzialmente soggetta alla crisi (persone in cerca di occupazione e lavoratori in cig) in rapporto alla popolazione residente”.

“I numeri dell’Inps che dal primo gennaio intensifica i controlli sulle pensioni di invalidità civile – aggiunge - parlano chiaro: nei primi undici mesi dell'anno sono crollate del 53% le pensioni di anzianità, perché solo 52.132 lavoratori, a fronte dei 120.626 del 2008, hanno presentato domanda per la rendita di anzianità. Anche se sono aumentate le pensioni di vecchiaia, ma in numero inferiore rispetto alle previsioni il quadro complessivo – afferma Simonetti - testimonia che al di là delle valutazioni sugli interventi degli ultimi anni sul sistema pensionistico, c'e' oggi la possibilità concreta di investire risorse per un radicale rinnovamento degli ammortizzatori sociali nel nostro Paese. Tra le normative regionali da prendere a modello – continua l’esponente del Prc - la legge sul reddito minimo garantito varata dalla Regione Lazio, la prima del genere in Italia e avente carattere sperimentale, che prevede l'erogazione di 583 euro mensili, oltre all'eventuale fornitura di prestazioni indirette gratuite e agevolazioni tariffarie da parte dei comuni, ad esempio nei settori del trasporto pubblico, delle attività culturali, ricreative e sportive, dei pubblici servizi e dei libri di testo scolastico.

A parere di Simonetti “con il nuovo Programma di Cittadinanza Solidale si possono integrare e migliorare in efficacia gli interventi da attuare per il welfare. Questo significherà accedere a un percorso che partendo dalla valutazione delle competenze, si snoderà attraverso momenti formativi, e speriamo si concluda con un inserimento lavorativo che soddisfi le aspettative del lavoratore. Ma quello che serve veramente -conclude- è una riforma profonda del sistema degli ammortizzatori sociali sia per i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro che per i disoccupati".

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