Dichiarazione di Fabio de Nardis, responsabile nazionale università e ricerca Prc-Se
Nel Consiglio dei ministri di oggi 28 ottobre la ministra Gelmini ha presenteto il suo disegno di Legge che dovrebbe rivoluzionare il sistema universitario pubblico ma che si configura in realtà come un vero pastrocchio che non avrà vita facile nel suo iter parlamentare. Il sistema di governo degli atenei verrà asservito agli interessi dei privati attraverso una riforma dei consigli di amministrazione, il ruolo degli studenti verrà ulteriormente ridimensionato e un colpo di accetta verrà sferrato sulla testa dei ricercatori precari. La scelta di mettere ad esaurimento il ruolo dei ricercatori a tempo indeterminato sarebbe infatti ipotizzabile se ci fosse se non altro la volontà politica di investire risorse sui nuovi reclutamenti, ma questo non sembra rientrare nei disegni del governo Berlusconi. I concorsi universitari sono bloccati da anni e i tagli criminali alle università italiane impedirà loro di bandire nuovi posti ancora per molto tempo. Scarse saranno le opportunità di accesso dei giovani ricercatori e nessuna risposta seria si dà ai ricercatori precari di lunga data che da anni vengono sfruttati e ricattati da un sistema universitario che contribuiscono materialmente e tenere in piedi.
Rifondazione Comunista non starà a guardare e metterà da subito le proprie strutture al servizio del movimento unitario che lotta dallo scorso anno contro lo scempio portato avanti dalla ministra e per una università pubblica, di massa e di qualità.
Nel Consiglio dei ministri di oggi 28 ottobre la ministra Gelmini ha presenteto il suo disegno di Legge che dovrebbe rivoluzionare il sistema universitario pubblico ma che si configura in realtà come un vero pastrocchio che non avrà vita facile nel suo iter parlamentare. Il sistema di governo degli atenei verrà asservito agli interessi dei privati attraverso una riforma dei consigli di amministrazione, il ruolo degli studenti verrà ulteriormente ridimensionato e un colpo di accetta verrà sferrato sulla testa dei ricercatori precari. La scelta di mettere ad esaurimento il ruolo dei ricercatori a tempo indeterminato sarebbe infatti ipotizzabile se ci fosse se non altro la volontà politica di investire risorse sui nuovi reclutamenti, ma questo non sembra rientrare nei disegni del governo Berlusconi. I concorsi universitari sono bloccati da anni e i tagli criminali alle università italiane impedirà loro di bandire nuovi posti ancora per molto tempo. Scarse saranno le opportunità di accesso dei giovani ricercatori e nessuna risposta seria si dà ai ricercatori precari di lunga data che da anni vengono sfruttati e ricattati da un sistema universitario che contribuiscono materialmente e tenere in piedi.
Rifondazione Comunista non starà a guardare e metterà da subito le proprie strutture al servizio del movimento unitario che lotta dallo scorso anno contro lo scempio portato avanti dalla ministra e per una università pubblica, di massa e di qualità.
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