di Fabio Sebastiani , Liberazione, 4 luglio 2009
Su un punto sono tutti d'accordo: trasformare in una federazione l'esperienza della lista anticapitalista alle europee. Il segretario del Prc Paolo Ferrero, insieme ad Oliviero Diliberto e Cesare Salvi, questa volta, hanno usato parole anche più esplicite del solito, fino al punto anche di indicare i tempi: a luglio l'assemblea nazionale, a settembre il "nuovo soggetto". Del resto, il titolo dell'incontro pubblico organizzato presso il centro congressi Cavour, a Roma dall'associazione 23 marzo "Lavoro-solidarietà" (coordinato da Nicola Nicolosi), era chiaro proprio su quest'ultimo aspetto: "Una nuova forza politica della sinistra può e deve nascer entro l'autunno".
"Se non ora quando?" verrebbe da dire. Se non ora, dopo le macerie della crisi, della batosta elettorale e del "bipartitismo in un paese solo", il nostro.
Se non ora, quando rappresentanza sociale e rappresentanza politica dovrebbero tornare a parlarsi, con il comune obiettivo di ricreare il circolo virtuoso utile alle lotte.
L'analisi di Gian Paolo Patta sul nodo dell'economia è impietosa. Il punto non è soltanto una crisi della finanza, che in realtà è il collasso della distribuzione capitalistica dei redditi, ma un modello di sviluppo ormai al capolinea.
"In Italia- sottolinea Patta- non solo il mercato delle automobili é ormai in saturazione, ma ci sono anche trenta milioni di appartamenti su circa ventitrè milioni di famiglie". Il pieno della crisi è previsto per settembre, quando esploderà da una parte la disoccupazione e, dall'altra, i redditi verranno piegati in due da una stretta sul salario e sul welfare. Senza contare che per fine anno è anche previsto un sensibile aumento dell'inflazione.
Il paradosso è che la sinistra, variamente intesa, non sembra essere pronta per questo appuntamento. E così mentre le illusioni vendute dal "partito di plastica" alias Pdl saranno sull'orlo del baratro, dall'altra il rischio che si scateni una "guerra tra poveri" si renderà sempre più concreto. La Cgil, con molta probabilità, si troverà ad affrontare questa emergenza sociale in completa solitudine.
E' possibile un partito unico della sinistra? "Non credo - dice Patta - perchè da una parte il Pd si sta chiudendo in una sfera politica-politica che non prevede nemmeno più le federazioni ma solo il partito dei notabili, associato alle primarie. "La fase che si apre- conclude Patta- rappresenta un'occasione vera".
Per la "federazione" il nodo rimane il regime del bipolarismo. Anzi, la "trappola del bipolarismo", come sottolinea Paolo Ferrero. Tanto che per superarlo, il segretario del Prc si dice disposto ad una "legislatura costituente con dentro anche una legge sul conflitto d'interesse".
Ma il punto della sinistra rimane quello della ripresa del conflitto sociale. E anche su questo Salvi, Diliberto e Ferrero sono tutti d'accordo. Solo così si possono evitare le secche di narrazioni politiche che ricadono su se stesse e, contemporaneamente. imboccare un percorso di ricostruzione sociale e, quindi, organizzativo. Che sia l'orizzonte delle esperienze europee di sinistra, come sottolinea Salvi, o quello di un mondo in cui i "simboli contano" come dice Diliberto, la sinistra si può rimettere in piedi solo attraverso un rapporto con i suoi referenti sociali.
Dal confronto sono uscite anche alcune indicazioni sull'identità futura della federazione. Immagini suggestive che si rifanno alle esperienze latino-americane in cui la flessibilità dell'organizzazione ha praticamente bandito la parola "scissione". "Gestire le differenze- sottolinea Ferrero- senza che portino alla rottura". Mettere in pista, insomma, un motore inclusivo e non esclusivo che apra spazi e perimetri ad altre esperienze e a soggetti che a loro volta manifestano il loro impegno senza tessere in tasca. Un motore che guadagni chilometri con la marcia in più del "fare" politica e non del "parlare" di politica. "La credibilità non si ricostruisce in quindici giorni" conclude Ferrero.
Su un punto sono tutti d'accordo: trasformare in una federazione l'esperienza della lista anticapitalista alle europee. Il segretario del Prc Paolo Ferrero, insieme ad Oliviero Diliberto e Cesare Salvi, questa volta, hanno usato parole anche più esplicite del solito, fino al punto anche di indicare i tempi: a luglio l'assemblea nazionale, a settembre il "nuovo soggetto". Del resto, il titolo dell'incontro pubblico organizzato presso il centro congressi Cavour, a Roma dall'associazione 23 marzo "Lavoro-solidarietà" (coordinato da Nicola Nicolosi), era chiaro proprio su quest'ultimo aspetto: "Una nuova forza politica della sinistra può e deve nascer entro l'autunno".
"Se non ora quando?" verrebbe da dire. Se non ora, dopo le macerie della crisi, della batosta elettorale e del "bipartitismo in un paese solo", il nostro.
Se non ora, quando rappresentanza sociale e rappresentanza politica dovrebbero tornare a parlarsi, con il comune obiettivo di ricreare il circolo virtuoso utile alle lotte.
L'analisi di Gian Paolo Patta sul nodo dell'economia è impietosa. Il punto non è soltanto una crisi della finanza, che in realtà è il collasso della distribuzione capitalistica dei redditi, ma un modello di sviluppo ormai al capolinea.
"In Italia- sottolinea Patta- non solo il mercato delle automobili é ormai in saturazione, ma ci sono anche trenta milioni di appartamenti su circa ventitrè milioni di famiglie". Il pieno della crisi è previsto per settembre, quando esploderà da una parte la disoccupazione e, dall'altra, i redditi verranno piegati in due da una stretta sul salario e sul welfare. Senza contare che per fine anno è anche previsto un sensibile aumento dell'inflazione.
Il paradosso è che la sinistra, variamente intesa, non sembra essere pronta per questo appuntamento. E così mentre le illusioni vendute dal "partito di plastica" alias Pdl saranno sull'orlo del baratro, dall'altra il rischio che si scateni una "guerra tra poveri" si renderà sempre più concreto. La Cgil, con molta probabilità, si troverà ad affrontare questa emergenza sociale in completa solitudine.
E' possibile un partito unico della sinistra? "Non credo - dice Patta - perchè da una parte il Pd si sta chiudendo in una sfera politica-politica che non prevede nemmeno più le federazioni ma solo il partito dei notabili, associato alle primarie. "La fase che si apre- conclude Patta- rappresenta un'occasione vera".
Per la "federazione" il nodo rimane il regime del bipolarismo. Anzi, la "trappola del bipolarismo", come sottolinea Paolo Ferrero. Tanto che per superarlo, il segretario del Prc si dice disposto ad una "legislatura costituente con dentro anche una legge sul conflitto d'interesse".
Ma il punto della sinistra rimane quello della ripresa del conflitto sociale. E anche su questo Salvi, Diliberto e Ferrero sono tutti d'accordo. Solo così si possono evitare le secche di narrazioni politiche che ricadono su se stesse e, contemporaneamente. imboccare un percorso di ricostruzione sociale e, quindi, organizzativo. Che sia l'orizzonte delle esperienze europee di sinistra, come sottolinea Salvi, o quello di un mondo in cui i "simboli contano" come dice Diliberto, la sinistra si può rimettere in piedi solo attraverso un rapporto con i suoi referenti sociali.
Dal confronto sono uscite anche alcune indicazioni sull'identità futura della federazione. Immagini suggestive che si rifanno alle esperienze latino-americane in cui la flessibilità dell'organizzazione ha praticamente bandito la parola "scissione". "Gestire le differenze- sottolinea Ferrero- senza che portino alla rottura". Mettere in pista, insomma, un motore inclusivo e non esclusivo che apra spazi e perimetri ad altre esperienze e a soggetti che a loro volta manifestano il loro impegno senza tessere in tasca. Un motore che guadagni chilometri con la marcia in più del "fare" politica e non del "parlare" di politica. "La credibilità non si ricostruisce in quindici giorni" conclude Ferrero.
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