Rotta verso il futuro! Nella city di Londra e nelle strade di Atene, nelle università e scuole che cavalcano l’Onda dei movimenti per il diritto al sapere e alla formazione, l’Europa si solleva contro il neoliberismo e i suoi disastri. Abbandoniamo la nave liberista che affonda e usciamo dalla crisi con nuovi diritti! La sicurezza che vogliamo si chiama reddito, diritti nel lavoro e oltre il lavoro, cittadinanza per i migranti, diritto alla casa, scuola e sanità pubbliche e di qualità, trasporti gratuiti, conoscenza e formazione libere e condivise, tutela della salute sui luoghi di lavoro.
In questo 2009 italiano, all’orizzonte scorgiamo più precarietà, vessazioni contro i migranti, paura del futuro, intolleranza sociale. Eppure il consenso dei sudditi nei confronti dell’imperatore aumenta.
La crisi viene vissuta come un elemento alieno, come se noi non contassimo niente, nel bene e nel male, nell’economia globalizzata. Nel frattempo, la direzione in cui si muovono i governi europei è chiara:
proteggere con miliardi di euro le banche e le imprese che hanno provocato la crisi. In questi anni la finanziarizzazione dell’economia ha definitivamente trasformato il profitto in rendita e saccheggio. Per questo è ancor più urgente una battaglia europea, oltre che italiana, per l’accesso a un reddito
sociale incondizionato, sotto forma di denaro e anche di accesso a un pacchetto di servizi e beni comuni essenziali.
La risposta di Tremonti (Dio, patria e famiglia) è un abile modo di non toccare i veri problemi sollevati dalla crisi. Il governo ha attaccato il contratto nazionale, limitando il diritto di sciopero; le imprese ristrutturano e precarizzano, licenziano e non rinnovano i contratti
precari, non investono ma cercano solo disperatamente di salvare i profitti. Il «Piano casa» del governo è un regalo alla speculazione, non offre risposte alla crisi abitativa, soprattutto ai precari - giovani, single, migranti - che rivendicano il diritto all’abitare. Il centrodestra propone meno diritti e qualche aggiustamento degli ammortizzatori sociali; il centrosinistra, capitanato da Franceschini detto Cuor di leone, ne propone l’allargamento. Ma ammortizzatori che si applicheranno solo a una piccola percentuale dei lavoratori servono di più alla propaganda confindustriale che ai precari.
Dalle strade di Roma, Milano e Palermo la Mayday lancerà un percorso di analisi, di agitazione, di critica a un modello di sviluppo insostenibile. Noi precari e precarie, nativi o migranti, viviamo tutti i giorni la precarietà sulla nostra pelle. Abbiamo il diritto di dire a cosa aneliamo. Vogliamo cittadinanza e vogliamo un welfare che sposti i diritti dal contratto verso la persona. Chiediamo la garanzia del reddito per poter rifiutare i lavori a più alto tasso di sfruttamento e sfuggire ai ricatti
che ci impediscono di generare conflitto, lottare per i nostri diritti e per la riappropriazione dei beni comuni: casa, conoscenza, formazione e informazione, mobilità, socialità, spazi pubblici
Ps: La rete Mayday dell’Aquila ha camminato con noi per tanti anni e ora, sommersa dal terremoto, sta lottando per una ricostruzione trasparente, partecipata, dal basso. Siamo dalla vostra parte!
Primo maggio 2009
Milano, Porta Ticinese Ore 15.00
Palermo Piazza Marina Ore 16.00
Roma, Porta maggiore. Ore 12.00
Berlino, Brema, Den Bosch, Gent, Gornja Radgona, Amburgo, Hanau, Helsinki,
Liegi, Lisbona, Malaga, Porto, Terrassa, Tubingen, Vienna.
Mayday: make them pay!
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