martedì 6 maggio 2008

Ripartire dal territorio per il rilancio della sinistra.

Ripartire dal territorio per il rilancio della sinistra.

Compagni e compagne,

l’esito disastroso delle elezioni politiche del 13-14 aprile impone una riflessione approfondita sulle cause di una sconfitta senza precedenti per la sinistra italiana. Il necessario rilancio di una grande forza popolare e antagonista nella nostra società non può prescindere da un’analisi critica sull’operato del partito sia sul piano nazionale, sia su quello locale.

Il fallimento del Governo Prodi sulle tematiche sensibili alla nostra base ha pesato come un macigno nell’espressione di voto degli italiani. L’esecutivo è stato fallimentare nel contrastare il continuo logoramento del potere d’acquisto delle famiglie e non si sono intravisti concreti interventi nel campo della lotta alla precarietà del lavoro, dei diritti civili e del diritto alla casa. Gli interventi in difesa dell’ambiente sono stati diretti in modo esclusivo al contrasto di grandi opere quali la centrale di Civitavecchia, senza progettare riconversioni alternative. Nella politica estera se da un verso ha conseguito il successo del ritiro delle truppe italiane in Iraq, si è reso colpevole dell’aumento delle spese militari, con la conferma della missione afgana e l’intervento in Libano.

Va annoverato l’impegno del nostro gruppo parlamentare atto a responsabilizzare l’alleanza dell’Unione nel rispetto del programma presentato agli elettori nel 2006, senza però ottenere concreti successi.

In questo quadro vanno inseriti anche gli insuccessi locali. Il nostro circolo, nato nel febbraio del 2007, non è stato in grado di esprimere le potenzialità umane a disposizione, non offrendo alla cittadinanza una valida alternativa alla gestione attuale del nostro piccolo paese.

  1. Lavoro ed emigrazione. Le politiche fallimentari e il rilancio del settore agro-alimentare.

Tra i mali che attanagliano la nostra comunità, la precarietà del lavoro è sicuramente quella più drammatica. La crisi dell’industria chimica in Valbasento, ha provocato una crisi occupazionale che da oltre quindici anni non sembra trovare sbocchi. Le istituzioni provinciali e regionali, si sono dimostrate totalmente sorde e incapaci di affrontare corposamente tale crisi, provocando un fenomeno migratorio spaventoso e il conseguente spopolamento di tutta l’area della collina materana. Tuttora non si intravedono progetti di lungo respiro che rilancino l’occupazione e riqualifichino il nostro territorio. La nostra proposta è quella di ripartire dallo sfruttamento ecocompatibile delle risorse naturali, vero patrimonio di inestimabile valore. Non c’è sviluppo senza una gestione sana del patrimonio.

Per troppo tempo le politiche di “sviluppo” hanno concentrato energie e risorse finanziarie verso settori industriali dimostratisi poco produttivi e interessati principalmente allo sfruttamento di finanziamenti a cascata con il conseguente arricchimento di manager e dirigenti senza reali ricadute occupazionali.

La nostra proposta è quella di ripartire dal settore agro-alimentare, per troppo tempo trascurato dalle istituzioni e vero motore della nostra economia. Negli anni abbiamo vissuto passivamente l’abbandono delle campagne, nella speranza, quasi sempre vana, di un riscatto economico-sociale delle famiglie lucane. Nel frattempo grossi imprenditori pugliesi, coadiuvati da istituti di credito ben diversi nella gestione dai nostri, acquistavano le aziende agricole abbandonate dai locali. Ci si chiede se questo fenomeno non sia del tutto casuale, ovvero sia stato più o meno premeditato da qualche stratega che aveva intravisto nella nostra regione una terra di conquista. Basti vedere i casi emblematici delle fonti Traficante, entrate in possesso della Coca Cola o i giacimenti petroliferi della Val d’Agri, in mano a grosse multinazionali.

Occorre frenare questo fenomeno e concentrare le nostre energie nella crescita delle aziende che non abbandonano il territorio e che possono favorire lo sviluppo dell’area. La sfida principale che ci attende è far crescere la cultura della cooperazione e del consorziato, fondamentale per lo sviluppo del settore agricolo. In questo quadro le istituzioni dovranno giocare un ruolo fondamentale di garanzia degli interessi di tutti, evitando le speculazioni e gli interessi personali.

Non intendiamo in alcun modo smantellare l’industrializzazione della regione, ma crediamo sia doveroso concentrare energie e risorse verso settori trascurati da troppo tempo e dalle enormi potenzialità.

  1. Patti di settore.

Il rilancio passa anche dal dialogo costante con le categorie lavorative. Occorre al più presto avviare una fase costruttiva di dialogo con ogni categoria di lavoratori, ascoltando proposte e disagi, per migliorare le condizioni di lavoro. Una sinistra moderna non può considerare nemico il libero professionista. Un tessuto sociale costituito da imprese di piccole e medie dimensioni può contrastare quel fenomeno di sfruttamento finanziario perpetrato dai colossi industriali negli anni che ha impoverito il territorio e lasciato per strada precari e disoccupati.

  1. Vincere l’isolamento. Cooperazione tra i comuni del circondario.

Vincere l’isolamento significa anzitutto iniziare a ragionare i termini di macroaree omogenee. Il nostro paese potrà ottenere maggiore potere decisionale e maggiore sviluppo se porterà avanti tesi e battaglie assieme agli altri paesi del circondario, attraverso un dialogo costante tra istituzioni.

  1. Infrastrutture.

La nostra area vive un ancestrale isolamento, dovuto alla carenza di collegamenti efficienti tra i vari paesi che di fatto nega l’interscambio economico-sociale. Dovremo subito attivarci per velocizzare il completamento delle arterie di collegamento principali. Da decenni assistiamo alla immobilità della Provincia nel completamento della Cavonica e crediamo sia giunto il momento di avviare una decisa azione politica atta a risolvere il problema.

L’attuale Giunta di Centrosinistra che governa Salandra dal 2005 ha dato risposte positive nel completamento di opere pubbliche e ne va apprezzato l’operato.

  1. Pubblica amministrazione.

Per una politica di risanamento e sviluppo una gestione sana della Pubblica Amministrazione rappresenta un asse portante. Negli anni si è assistito a equivoci rapporti tra interessi privati e cariche pubbliche che va contrastato energicamente attraverso l’individuazione di figure nuove di controllo del personale. Occorre a nostro avviso superare le figure dei capi area e l’assegnazione di un manager esterno, libero dalle pressioni politiche e dagli interessi privati.

  1. Disagio giovanile.

Nel nostro territorio risulta alto il tasso di alcolismo e tossicodipendenza, sintomi evidenti di disagio sociale dovuti alla mancanza di stimoli e prospettive future. Occorre restituire spazi di discussione e di crescita, a partire dalla riapertura della sezione di partito, vista come centro culturale e ricreativo.

Questo documento vuole rappresentare negli intenti una base di dialogo per il rilancio della politica del Partito.


Salandra, lì 6 maggio 2008