di Vittorio Bonanni
Siamo ormai all’assurdo se un giornale, e non uno qualsiasi ma il primo quotidiano nazionale, pubblica una notizia palesemente falsa. Stiamo parlando della pagina 13 del Corriere della Sera di ieri intitolata “Ferrero e Diliberto nelle liste pd, l’ira di Veltroni”. Secondo il quotidiano di via Solferino Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria, sarebbe stato incaricato da Pier Luigi Bersani non di stringere un’alleanza elettorale, ma addirittura di presentare dentro le proprie liste candidati del Prc e del Pdci con il fine di eleggere una ventina di deputati tra Camera e Senato. Un’operazione grave quella del quotidiano milanese prima ancora che dal punto di vista politico da quello deontologico, visto che a quanto pare i diretti interessati non sono stati neanche ascoltati. Naturalmente la reazione degli esponenti della Federazione della sinistra non si è fatta attendere.
«La notizia secondo cui il sottoscritto e Diliberto si candiderebbero all’interno delle liste del Pd - dice furente il segretario del Prc - è falsa e destituita di ogni fondamento. Non ce lo ha mai proposto il Pd e non lo abbiamo mai proposto noi. E’ così assurda che nonostante la fantasia non difetti non è mai venuta in testa a nessuno. Resta il fatto che noi comunisti o veniamo ignorati o denigrati». Per l’ex ministro della Solidarietà sociale «è incredibile che tutto venga ridotto a poltiglia e a gossip perdendo di vista una cosa fondamentale: la necessità di cacciare Berlusconi perché finché sta in piedi demolisce non solo la Costituzione ma ogni elemento della vita democratica». Ferrero torna sull’alleanza democratica, unico accordo realizzato con Bersani, unica intesa «che può battere Berlusconi mentre è del tutto evidente che ci sono giornali e parti di partito che puntano esattamente alla stessa cosa che dice Veltroni, cioè che il Pd corra da solo. Con l’unico risultato di far vincere Berlusconi ancora una volta».
Per Cesare Salvi, portavoce della Federazione della sinistra, «gli anni di esperienza politica ormai non sono pochi - dice l’ex ministro del Lavoro - ma mi è difficile ricordare una notizia pubblicata con tanto rilievo e priva però di qualsiasi fondamento. Che Ferrero e Diliberto si candidino nelle liste del Pd non solo è una cosa del tutto falsa ma nasconde un’operazione che è quella di spostare a destra il partito di Bersani e l’asse delle ipotizzate alleanze e stroncare la forza di sinistra più coerente che in questo momento è la Federazione».
Nel tentativo di screditare ulteriormente Rifondazione, la Federazione e, infine, lo stesso Bersani che con queste forze vorrebbe fare alleanze così strette da cooptare i loro dirigenti nelle liste delle prossime elezioni, il Corriere tira in ballo anche il terrorismo, ovvero Francesco Piccioni, ex brigatista, da molti anni collaboratore de il manifesto, che secondo il giornale diretto da Ferruccio de Bortoli, starebbe diventando il portavoce di Ferrero. Il quale smentisce nel modo più assoluto: «Per quanto riguarda Piccioni - precisa il segretario del Prc - dopo aver pagato il suo pesante debito con la giustizia, è oggi giornalista de il manifesto che conosco da anni. Non è dipendente di Rifondazione Comunista ne è in procinto di diventarlo. Non è il mio portavoce ne è in procinto di diventarlo, così come non ha alcun incarico a Rifondazione Comunista. Mi dispiace - conclude Ferrero- che dopo i casi Boffo e Fini continui l’uso delle relazioni tra le persone a fini di distruzione politica».
Naturalmente l’operazione giornalistica del Corriere, ma meglio sarebbe chiamarla opera di killeraggio politico, ha scosso anche il principale partito di opposizione, dove gli avversari di Bersani hanno chiesto addirittura la convocazione degli organismi dirigenti, malgrado Migliavacca, coordinatore della segreteria, abbia smentito «categoricamente che vi siano stati accordi politici, confronti su candidature e voti con Ferrero e Diliberto. Sono informazioni - ha aggiunto il dirigente democratico - destituite da ogni fondamento». Reazione altrettanto dura da parte di Filippo Penati, capo della segreteria politica che stigmatizza quelle che definisce «veline infondate costruite ad arte e fatte circolare con sapienza per suscitare zizzania e manipolare il dibattito interno del Pd. Trovo paradossale che si chieda la convocazione degli organismi dirigenti del partito sulla base di informazioni di questo tipo». Insomma un quadro disarmante quello che emerge dopo la trovata del Corriere, che trasforma anche dentro il centro-sinistra il confronto politico in una lotta all’arma bianca dove vince quello che conosce meglio i colpi bassi.
Nessun commento:
Posta un commento