lunedì 31 maggio 2010

Israele «ostaggio di se stesso» attacca la nave dei pacifisti

La comunità internazionale è sotto choch per l’assalto alla nave dei pacifisti verso Gaza. A cominciare dall'alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Navi Pillay, che si e' detta scioccata per l'assalto israeliano contro la flottiglia di navi diretta a Gaza. Sia per l’assalto in sé, sia per la vecchia, scontata, “scusa” dei terroristi a bordo. Israele attribuisce a militanti filo-palestinesi a bordo della flotta umanitaria la responsabilità delle violenze scoppiate a bordo. La realtà, come spiegano molti analisti e studiosi della questione medio-orinetale, è che Israele si è avventurato sulla strada scivolosa del "fndamentalismo", di è rifugiato nella poltica estremistica che si alimenta di paure e dogmi. È la politica di arroccamento che ha armato la mano dell'esercito contro i pacifisti.

«Sono stati loro a dare il via alla violenza - ha detto Mark Regev, portavoce del premier israeliano Benjamin Netanyhahu - Abbiamo fatto ogni sforzo possibile per evitare lo scontro: il mandato ai militari era che si trattava di un'operazione di polizia e di usare la massima attenzione. Sfortunatamente (i militari) sono stati attaccati con violenza dalle persone a bordo, (che hanno utilizzato) sbarre, coltelli e colpi d'arma da fuoco». E segue l'antico adagio, appunto, del ministero degli Esteri ha definito la flottiglia "armata dell'odio e della violenza" e ha accusato gli organizzatori di essere "terroristi" legati ad Hamas.
A bordo ci sono almeno cinque gli italiani ha riferito Mila Pernice, della Rete romana di solidarieta' con il popolo palestinese, portavoce in Italia della missione della 'Flotta della Liberta''. Si tratta della giornalista Angela Lano, del sito internet Infopal.it, del freelance e regista Manolo Luppichini, del tenore Joe Fallisi, del reporter Manuele Zani e del medico Angelo Stefanini. Con loro ci sono anche due cittadini palestinesi residenti in Italia. Non fanno parte del gruppo Fernando Rossi e Monia Benini, del movimento politico 'Per il bene comune', costretti a rimanere a terra dalle autorita' cipriote, che venerdi' scorso hanno impedito loro di salpare. Mila Pernice ha parlato di "atto di criminalita' assurdo e palese violazione del diritto internazionale" visto che -ha spiegato- al momento dell'attacco "le navi si trovavano a 75 miglia dalla costa in acque internazionali". E ha aggiunto: "sono pacifisti inermi e non violenti, la loro e' un'azione di sostegno politico e umanitario". Ora la flotta umanitaria, verso la quale dalla notte si sono interrotte le comunicazioni («il telefono satellitare a bordo non e' piu' raggiungibile, ma noi continuiamo a chiamare»), e' sotto il controllo della marina israeliana. "La stanno scortando al porto israeliano di Ashdod", ha riferito Pernice, "perche' li' non ci saranno giornalisti ad attenderli". L'attivista italiana ha annunciato per le 17:30 un corteo davanti agli uffici dell'Onu di piazza San Marco a Roma, sede del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. "Ci mobiliteremo tutti", ha assicurato, "fino a che questa ennesima crisi non sara' scongiurata. Abbiamo avuto gia' centinaia di adesioni".
Il 'numero due' della diplomazia israeliana, Danny Ayalon, ha spiegato che sono state trovate almeno due pistole a bordo della flotta con militanti filo-palestinesi e, per giustificare l'azione del commando, ha aggiunto che nessun Paese sovrano avrebbe consentito un'analoga provocazione. «Israele -ha assicurato- non vuole la guerra con nessuno ma non poteva consentire che le navi aprissero un corridoio per contrabbandare armi e terroristi». Del resto, ha continuato, la Flotta della Liberta' aveva spiegato chiaramente che il suo obiettivo era forzare il blocco marittimo su Gaza e stamane ha "ignorato" gli appelli israeliani a tornare indietro.
Aumenta in modo preoccupante l'escalation di rabbia in Turchia dopo l'operazione della marina israeliana di questa notte. A Istanbul e Ankara si sono formati numerosi cortei, con la partecipazione di migliaia di persone, mentre il governo ha definito "inaccettabile" l'azione israeliana. Nella capitale turca decine di persone si sono riunite davanti alla sede dell'ambasciata israeliana e alla residenza privata dell'ambasciatore Gabby Levy. Ancora più pesante la situazione a Istanbul, dove fin dall'alba centinaia di manifestanti hanno cercato di scavalcare i cancelli del consolato israeliano a Levent, causando anche momenti di scontro con la polizia che cercava di contenere la folla. La gente ha scandito slogan contro Israele, mentre tanti manifestanti sventolavano la bandiera palestinese. Nella tarda mattinata poi una manifestazione di circa 2.000 persone ha iniziato a sfilare nelle strade del centro della megalopoli sul Bosforo, diretta a piazza Taksim, cuore della città. Sullo sfondo della mobilitazione di piazza, la dura reazione del governo di Recep Tayyip Erdogan. Il ministero degli Esteri ha emanato una nota che definisce inaccettabile l'attacco di Israele. E si attende ora un comunicato dal tavolo di crisi convocato dal premier appena saputo dell'attacco. A bordo delle navi della flotta umanitaria diretta a Gaza c'erano anche due deputate tedesche della Linke, Annette Groth e Inge Hoeger, di cui al momento non si hanno notizie. Una collaboratrice dell'ufficio di Annette Groth al Bundestag ha comunicato di non essere riuscita a mettersi in contatto con il cellulare della deputata. "Attualmente non sappiamo come sta", ha aggiunto. Su una delle imbarcazioni era presente anche lo scrittore svedese Henning Mankell.

in data:31/05/2010

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