mercoledì 16 settembre 2009

Scuola e Università unite nella lotta


Di Fabio de Nardis, Responsabile Nazionale Università e Ricerca Prc-Se

Da Luglio i precari della scuola sono in lotta contro i licenziamenti previsti dalla legge 133 che destruttura il mondo della conoscenza e della formazione pubblica. 57.000 insegnanti perderanno il posto di lavoro solo quest’anno e oltre 150.000 nei prossimi tre. Di fronte a questo scempio non si può rimanere inerti e per questa ragione sono state organizzate forme di lotta pacifiche e radicali in tutto il paese. Occupazione di scuole, iniziative di massa creative che incontrano ovunque la solidarietà dei cittadini.


I precari salgono sui tetti dei provveditorati prendendo esempio dalla lotta vittoriosa degli operai dell’Innse, perché uguale è la rabbia e identiche le ragioni della lotta. Si combatte contro chi umilia donne e uomini con gli strumenti propri di un governo autoritario che si fa beffa delle libertà fondamentali e dei diritti democratici, che continua a diffondere statistiche inventate e pensa di tacitare la protesta degli insegnanti proponendo misure del tutto inefficaci, come i contratti di disponibilità subito ribattezzati contratti elemosina.

Da settimane i precari di Roma sono accampati in condizioni igieniche e atmosferiche a dir poco ostiche di fronte al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, trasformando quel presidio permanente in base logistica per la elaborazione di proposte e la pianificazione delle lotte. I militanti di Rifondazione, dei giovani comunisti e i volontari delle Brigate di solidarietà attiva sono al loro fianco cercando di rendere più agevole una forma di lotta defaticante. Il presidio proseguirà a oltranza fino a quando il governo non ritirerà i tagli insostenibili ascoltando le ragioni della scuola in movimento.

L’obiettivo è quello di trasformare l’accampamento
dei precari di fronte al ministero in un luogo permanente di costruzione del conflitto e di elaborazione politica per tutto il mondo della conoscenza. Presto avranno inizio le mobilitazioni anche nelle università italiane altrettanto sfiancate da una politica di tagli irrazionale e da un disegno di legge sulla governance universitaria che completerà il progetto contro-riformatore del governo Berlusconi, così come il disegno di legge Aprea per quanto concerne il settore della scuola. Precarizzazione delle vite, privatizzazione, aziendalizzazione, strapotere dei dirigenti scolastici e dei rettori; così la destra al governo pensa di poter vincere la sfida posta dalla società della conoscenza.

Studenti e ricercatori universitari
sono determinati a mobilitarsi con l’obiettivo di unire il fronte delle lotte, consci che la mobilitazione dei precari della scuola non è una battaglia corporativa ma una lotta ampia che riguarda tutto il mondo della conoscenza per un sistema di formazione pubblico, di massa e democratico. Per questa ragione il coordinamento dei collettivi universitari, insieme ad alcuni militanti di Rifondazione, dei giovani comunisti e agli insegnanti precari sono saliti sul tetto dell’Università di Roma La Sapienza montando tende in solidarietà con le proteste del mondo della scuola e issando striscioni in cui l’obiettivo della generalizzazione delle lotte è ben esplicitato. E non solo delle lotte nel mondo della scuola e dell’università, ma di tutte le lotte che si articolano in una società stanca dell’imbarbarimento civico prodotto dall’azione di questo governo. Per questa ragione una delegazione dei precari della scuola e degli universitari ha partecipato al corteo dell’11 settembre a Roma per il diritto all’abitare e contro la politica degli sgombri sostenuta dal sindaco Alemanno. Per questa ragione parteciperemo alla manifestazione del 19 per le libertà di stampa contro un sistema delle comunicazioni completamente asservito al sistema di potere costituito.

Iniziative analoghe verranno organizzate ovunque in Italia. Così come i precari della scuola e gli operai hanno occupato per giorni i tetti di fabbriche, scuole e provveditorati, così studenti e ricercatori universitari occuperanno i tetti delle università italiane contro la conoscenza precaria, contro il progetto governativo di superamento della crisi sulle spalle degli insegnati e dei ricercatori precari, che sono il corpo vivo della formazione e della conoscenza in Italia.

Per questa ragione Rifondazione comunista
e i giovani comunisti sostengono e partecipano a tutte le iniziative messe in campo dai coordinamenti dei precari della scuola e lavoreranno per la buona riuscita della manifestazione nazionale indetta per il 3 ottobre a Roma su una piattaforma rivendicativa che, oltre a richiedere la salvaguardia dei posti di lavoro e dei livelli occupazionali, pone questioni essenziali per la difesa della formazione pubblica contro gli attacchi delle destre.



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