“Lo sciopero dei lavoratori di Melfi della Fiat oggi rappresenta una nuova tappa della mobilitazione più complessiva e generale per contrastare le manovre del gruppo automobilistico torinese che con le dichiarazioni di ieri dell’amministratore delegato Marchionne sul futuro di Termini Imerese e l”avvio della cig nella fabbrica siciliana ha gettato la maschera e punta, attraverso il nuovo piano di ristrutturazione, come ha denunciato la Fiom, a tagliare in Italia tra gli 8 e i 10 mila posti di lavoro”.
Ad affermarlo è la presidente del gruppo Prc in Consiglio regionale Emilia Simonetti, evidenziando che “la politica e le istituzioni sono chiamati a una più forte iniziativa che non può fermarsi a lettere all’ad Marchionne o richieste di incontro al Governo. La lotta degli operai della Fiat è dunque la stessa dei lavoratori di Termini Imerese e di Imola con oltre 2.000 posti di lavoro cancellati, senza considerare l'indotto. Nello stesso tempo, a Melfi, la Fiat si è rimangiata l'accordo per non licenziare i precari, e vuole lasciare a casa decine e decine di lavoratori in contratto a termine, che si aggiungono alle migliaia che ha cancellato in tutta Italia. Tutto ciò accade mentre la Fiat è sempre più proiettata ad una presenza nel Mondo e guarderà nei prossimi giorni l'ipotesi di accordo con la cinese Guangzhou Automobile Industry Group, sacrificando siti produttivi e lavoratori italiani”.
Ad affermarlo è la presidente del gruppo Prc in Consiglio regionale Emilia Simonetti, evidenziando che “la politica e le istituzioni sono chiamati a una più forte iniziativa che non può fermarsi a lettere all’ad Marchionne o richieste di incontro al Governo. La lotta degli operai della Fiat è dunque la stessa dei lavoratori di Termini Imerese e di Imola con oltre 2.000 posti di lavoro cancellati, senza considerare l'indotto. Nello stesso tempo, a Melfi, la Fiat si è rimangiata l'accordo per non licenziare i precari, e vuole lasciare a casa decine e decine di lavoratori in contratto a termine, che si aggiungono alle migliaia che ha cancellato in tutta Italia. Tutto ciò accade mentre la Fiat è sempre più proiettata ad una presenza nel Mondo e guarderà nei prossimi giorni l'ipotesi di accordo con la cinese Guangzhou Automobile Industry Group, sacrificando siti produttivi e lavoratori italiani”.
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