Venti anni di liberismo e di strapotere padronale ci hanno portato una crisi economica e sociale pesantissima.
Venti anni di moderatismo, trasformismo, concertazione hanno tolto punti di riferimento a sinistra e contribuito pesantemente alla perdita di credibilità della politica.
La destra populista oggi sguazza allegramente nella melma proponendo razzismo, egoismo individuale, identificazione nel capo. La destra è il collettore della distruzione di speranze e di coesione sociale frutto delle politiche liberiste e dell’ignavia della sinistra.
Le sinistre moderate attaccano Berlusconi, lo contrastano sul piano istituzionale ma non propongono una alternativa economica e sociale, che cambi le condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone. In Europa PD e IdV governano con Berlusconi sulla base di politiche liberiste folli che stanno mettendo i lavoratori l’uno contro l’altro; Di Pietro vota e Franceschini si astiene sul federalismo fiscale; nessuno protesta per i miliardi stanziati per caccia bombardieri e per salvare le banche private. PD e IdV non propongono alcuna alternativa perché sono subalterne ai poteri forti del paese: Confindustria, banche, Vaticano. Per questo in Italia non c’è l’opposizione. In queste condizioni Berlusconi è destinato a vincere per i prossimi vent’anni, perché i due schieramenti non danno soluzioni ai problemi concreti delle persone ma Berlusconi fornisce capri espiatori e
modelli sociali: la causa di tutto sono i clandestini e si può sempre partecipare ad un concorso per fare la velina.
Per questo serve un voto alla lista anticapitalista e comunista: per rafforzare in Europa una sinistra antiliberista che sappia riaprire il terreno dell’alternativa; per dar vita in Italia una sinistra autonoma dal PD e dai poteri forti che metta al centro la lotta allo sfruttamento. Una sinistra motore dell’opposizione a Berlusconi e al Berlusconismo, cioè a Confindustria, alle banche e – quando serve – al Vaticano. Un polo politico autonomo che costruisca i percorsi, le parole, le lotte per una uscita collettiva dalla crisi capitalistica.
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