“I provvedimenti annunciati dal Governo sul tema della sicurezza rappresentano un attacco senza precedenti alla sicurezza sui luoghi di lavoro e, al tempo stesso, un duro colpo all’efficacia della legge regionale approvata nei mesi scorsi per rafforzare la prevenzione degli infortuni”. E’ quanto dichiarato dalla presidente del gruppo regionale del Prc, Emilia Simonetti.
“Voglio sottolineare – continua Simonetti - che il Testo unico sulla sicurezza (legge 123 approvata il 3 agosto 2007) ha già dato buoni frutti: riduzione del numero di morti e incidenti, più controlli e pene pesanti e fattive nei confronti dei datori di lavoro che sfruttavano lavoro nero e non facevano rispettare le norme di sicurezza. Il Governo adesso, con il pretesto di correggere l’applicazione di alcune norme, secondo le anticipazioni dei giorni scorsi, invece, punta ad una vera e propria demolizione del provvedimento, specie per quanto riguarda le sanzioni nei confronti delle imprese, non solo pene e multe dimezzate, ma diventa più difficile la sospensione dell’attività. Il rischio riguarda la cancellazione del divieto di visita medica pre-assuntiva da parte dell’azienda, che negherebbe un diritto sacrosanto al lavoratore. Ancora, si vorrebbe annullare l’introduzione dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Rls) che dovrebbero seguire più aziende piccole che non ne possono avere uno interno, lasciandole praticamente senza controlli. Infine, si intende colpire l’estensione della bilateralità, il principio per cui la corretta attuazione delle norme tecniche e della buona prassi, costituisce una presunzione di conformità alla legge”.
“A mio parere – afferma Emilia Simonetti - basterebbero queste tre norme per rendere inefficiente l’intera struttura del provvedimento e, quindi, per tutte queste ragioni, occorre una vigilanza continua e costante perché, nonostante i risultati conseguiti, grazie alla lotta contro il lavoro nero, voluta dal governo Prodi, e alla nuova sensibilizzazione che si è prodotta, anche con il Testo unico, la battaglia contro gli infortuni e per l’integrità psicofisica dei lavoratori è ancora aperta. Di qui l’esigenza - conclude - di un monitoraggio sulla prima fase di attuazione della legge regionale e sul lavoro svolto dall’Osservatorio regionale, istituito già da qualche mese”.
“Voglio sottolineare – continua Simonetti - che il Testo unico sulla sicurezza (legge 123 approvata il 3 agosto 2007) ha già dato buoni frutti: riduzione del numero di morti e incidenti, più controlli e pene pesanti e fattive nei confronti dei datori di lavoro che sfruttavano lavoro nero e non facevano rispettare le norme di sicurezza. Il Governo adesso, con il pretesto di correggere l’applicazione di alcune norme, secondo le anticipazioni dei giorni scorsi, invece, punta ad una vera e propria demolizione del provvedimento, specie per quanto riguarda le sanzioni nei confronti delle imprese, non solo pene e multe dimezzate, ma diventa più difficile la sospensione dell’attività. Il rischio riguarda la cancellazione del divieto di visita medica pre-assuntiva da parte dell’azienda, che negherebbe un diritto sacrosanto al lavoratore. Ancora, si vorrebbe annullare l’introduzione dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Rls) che dovrebbero seguire più aziende piccole che non ne possono avere uno interno, lasciandole praticamente senza controlli. Infine, si intende colpire l’estensione della bilateralità, il principio per cui la corretta attuazione delle norme tecniche e della buona prassi, costituisce una presunzione di conformità alla legge”.
“A mio parere – afferma Emilia Simonetti - basterebbero queste tre norme per rendere inefficiente l’intera struttura del provvedimento e, quindi, per tutte queste ragioni, occorre una vigilanza continua e costante perché, nonostante i risultati conseguiti, grazie alla lotta contro il lavoro nero, voluta dal governo Prodi, e alla nuova sensibilizzazione che si è prodotta, anche con il Testo unico, la battaglia contro gli infortuni e per l’integrità psicofisica dei lavoratori è ancora aperta. Di qui l’esigenza - conclude - di un monitoraggio sulla prima fase di attuazione della legge regionale e sul lavoro svolto dall’Osservatorio regionale, istituito già da qualche mese”.
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