A pochi mesi dall’insediamento, il nuovo Governo Berlusconi ha gettato via la maschera dell’ipocrisia da campagna elettorale, approvando con voto di fiducia un decreto legge che anticipa la Finanziaria ed evidenzia gli intenti più meschini che questa destra si propone: precarietà lavorativa, monopolio dell’informazione e xenofobia.
Le nuovi norme in materia di lavoro tendono a minare i diritti sindacali: cancellazione dell’obbligo di assunzione del precario da parte del datore di lavoro, aumento da 2 a 6 anni della durata di contratto da apprendistato professionalizzante, taglio di 400 milioni di euro dai fondi accantonati per il rinnovo dei contratti pubblici, la cancellazione della norma che prevede sanzioni nei confronti di quei datori di lavoro che impongono la firma delle dimissioni in concomitanza a quella del contratto( molto diffusa tra le imprese nostrane ). Tutto questo mentre l’Italia risulta il primo paese europeo per numero di morti bianche: lo scorso anno nei cantieri e sui posti di lavoro, sono morti 1.170 operai, il doppio della Francia, il 30% in più di Germania e Spagna.
Nonostante la pressante campagna mediatica sulla sicurezza, le forze di polizia subiranno tagli tali da non permettere il normale svolgimento delle loro attività di prevenzione e controllo del territorio.
Ciò nonostante potremmo “rallegrarci” del fatto che, a decorrere dal 2010, dovremmo essere tutti schedati per mostrare le nostre impronte digitali sulla carta d’identità: una norma aberrante e antidemocratica.
Nel campo sanitario è previsto un piano di razionalizzazione generale, che prevede tra l’altro la riduzione di posti letto nelle aziende ospedaliere. L’abolizione dei ticket sull’assistenza specialistica inoltre, va annoverato tra le propagande in quanto graverà per ben 834 milioni di euro sulle spese regionali, con conseguente aumento della pressione fiscale.
A tutto ciò vanno aggiunti le riduzioni del personale docente nelle scuole, privatizzazioni dei servizi pubblici locali e delle Università, le quali potranno diventare fondazioni di diritto privato e l’attacco alla libertà di stampa attraverso i tagli a piccoli e medi editori ( ma il Corriere, Il Sole 24 ore e La Repubblica sono garantiti …).
Di fronte alla minaccia che incombe su tutte le fasce lavoratrici e disagiate della società, la nostra risposta sarà forte e decisa. L’opposizione delle sinistre ripartirà dal territorio, dalle piazze e dai luoghi di lavoro.
Salandra, lì 8 agosto 2008.
Le nuovi norme in materia di lavoro tendono a minare i diritti sindacali: cancellazione dell’obbligo di assunzione del precario da parte del datore di lavoro, aumento da 2 a 6 anni della durata di contratto da apprendistato professionalizzante, taglio di 400 milioni di euro dai fondi accantonati per il rinnovo dei contratti pubblici, la cancellazione della norma che prevede sanzioni nei confronti di quei datori di lavoro che impongono la firma delle dimissioni in concomitanza a quella del contratto( molto diffusa tra le imprese nostrane ). Tutto questo mentre l’Italia risulta il primo paese europeo per numero di morti bianche: lo scorso anno nei cantieri e sui posti di lavoro, sono morti 1.170 operai, il doppio della Francia, il 30% in più di Germania e Spagna.
Nonostante la pressante campagna mediatica sulla sicurezza, le forze di polizia subiranno tagli tali da non permettere il normale svolgimento delle loro attività di prevenzione e controllo del territorio.
Ciò nonostante potremmo “rallegrarci” del fatto che, a decorrere dal 2010, dovremmo essere tutti schedati per mostrare le nostre impronte digitali sulla carta d’identità: una norma aberrante e antidemocratica.
Nel campo sanitario è previsto un piano di razionalizzazione generale, che prevede tra l’altro la riduzione di posti letto nelle aziende ospedaliere. L’abolizione dei ticket sull’assistenza specialistica inoltre, va annoverato tra le propagande in quanto graverà per ben 834 milioni di euro sulle spese regionali, con conseguente aumento della pressione fiscale.
A tutto ciò vanno aggiunti le riduzioni del personale docente nelle scuole, privatizzazioni dei servizi pubblici locali e delle Università, le quali potranno diventare fondazioni di diritto privato e l’attacco alla libertà di stampa attraverso i tagli a piccoli e medi editori ( ma il Corriere, Il Sole 24 ore e La Repubblica sono garantiti …).
Di fronte alla minaccia che incombe su tutte le fasce lavoratrici e disagiate della società, la nostra risposta sarà forte e decisa. L’opposizione delle sinistre ripartirà dal territorio, dalle piazze e dai luoghi di lavoro.
Salandra, lì 8 agosto 2008.
Il Segretario di Circolo
Nicola Saponara